Come da noi previsto, sul clamoroso caso delle ispezioni al Tg3 è intervenuta Lucia Annunziata prendendo le distanze dall’operazione. Anche Cattaneo sembra tornare sui suoi passi e assicura stima a Di Bella. Insomma, “non è successo nulla”…
Anche questo è un classico. Dopo la tempesta sollevata, dopo le furibonde proteste, dopo che è scoppiato un enorme caso politico, si fa finta di niente, si assicura che ci sono stati fraintendimenti e strumentalizzazioni e si cerca di tornare indietro, come se niente fosse.
Al Tg3 sono arrivati stamattina degli ispettori inviati dall'azienda, cioè dalla Direzione Generale della Rai - questo è almeno quanto hanno capito i giornalisti della testata - , che hanno fatto molte domande, anche e soprattutto su questioni tipicamente giornalistiche e di linea editoriale. Erano lì per tutelare la testata, come ora sembra voler far credere la RaiO O forse perché la linea del Tg3 a Berlusconi non piace proprio (aveva appena accusato la testata di scorrettezza e cattivo giornalismo) e dunque se si interviene sulla redazione con un po' di forza, magari si dimostra "zelo" nei confronti delle opinioni del Presidente del ConsiglioO
Ma, si diceva, nella più classica delle situazioni da "dopo tempesta" la linea della Rai è quella del "non è successo nulla". La colpa, semmai, è di chi ha capito male, di qualche equivoco e soprattutto delle strumentalizzazioni in atto.
La Rai si è infatti finalmente fatta viva in serata sulla vicenda con una nota in cui si assicura che "l'accertamento al Tg3 è stato disposto per poter fornire una documentazione al consiglio di amministrazione in merito ai fatti di Milano al termine della dichiarazione del Presidente del Consiglio nell'ambito del processo Sme". E ancora: "Non è stata fatta alcuna domanda sui contenuti giornalistici, perché non era questo l'argomento degli accertamenti amministrativi". Ovviamente, "sono destituite di fondamento le accuse di attentato alla libertà di stampa e di riduzione della libertà giornalistica".
Accertamenti amministrativi, solo accertamenti amministrativi, insomma. Hanno capito tutti male, manco a dirlo, e il direttore del Tg3 Di Bella gode della stima del direttore generale Cattaneo e peraltro era stato avvertito di tutto fin da ieri. Non erano stati avvertiti di nulla invece i giornalisti della testata, che per tutta la giornata di ieri avevano chiesto inutilmente all'azienda un minimo di solidarietà nei confronti degli attacchi del Presidente del Consiglio.
Ma si è fatta viva - e non poteva essere diversamente, come osservavamo nella precedente nota - anche Lucia Annunziata, che dovrebbe essere un presidente "di garanzia". Il suo comunicato-lettera ai giornalisti del Tg3 è stato al tempo stesso tranquillizzante e puntiglioso: "Cari colleghi, vi trasmetto copia della lettera con cui ieri ho chiesto al direttore generale di dare una chiara e rapida risposta a un'accusa denigratoria come quella che investiva voi e tutti i giornalisti di quest'azienda. Il mio obiettivo era quello di giungere rapidamente, e per le vie interne all'azienda, a una rapida soluzione che desse una risposta chiara e univoca anche all'opinione pubblica. Come potete vedere dal testo, di tutto si tratta meno che di ispezioni". Ma, "se le procedure di verifica scelte autonomamente dall'azienda avessero violato i limiti di garanzia della professione giornalistica e i principi tutelati dalla legge e dal contratto di lavoro, o fossero andate oltre l'oggetto dell'accertamento, questa presidenza interverrà per valutare le eventuali responsabilità e tutelare l'intera categoria dei giornalisti della Rai".
Al di là della forma, insomma, una nuova presa di distanza da Cattaneo, che fa notare ancora la difficile convivenza fra i due. E la saga continua...