Il programma di Sabina Guzzanti viene congelato, le puntate saranno registrate e poi attentamente visionate prima di una eventuale (molto eventuale) messa in onda. Ma grazie alla mediazione di Lucia Annunziata, Ruffini si salva.
C'era da aspettarselo. Il consiglio di amministrazione della Rai ha chiesto ieri al direttore generale Flavio Cattaneo, di sospendere temporaneamente il programma di RaiTre "Raiot" con Sabina Guzzanti.
La decisione, presa all'unanimità, è stata dettata, secondo la versione ufficiale, dalla necessità di valutare possibili conseguenze legali, sia sul piano civile che su quello penale, per via dei "roventi" contenuti (politici) del programma. La trasmissione, di cui sono autori i giornalisti Curzio Maltese e Marco Travaglio, negli intendimenti della Rai, continuerà ad essere registrata, ma, per ora, non sarà trasmessa, perlomeno non prima di attentissime valutazioni legali.
Lo scenario, per la verità, non appare molto verosimile e, per dirla tutta, sembra una chiusura non dichiarata della trasmissione (una "censura" per cui vengono addotte motivazioni in qualche modo "accettabili", in sostanza); quest'ultima infatti tradirebbe la propria natura qualora le puntate venissero registrate e non avessero più rapporti con l'attualità politica. D'altra parte, la "durezza" del programma, le sue tesi estreme e unilaterali e la discussa reale efficacia comica dei contenuti avevano provocato perplessità anche a sinistra e pure non pochi "distinguo". Ma soprattutto una gestione diversa di questa "patata bollente" poteva travolgere il direttore di RaiTre Paolo Ruffini, già in difficoltà dopo il goffo e confuso comportamento di domenica scorsa.
La presidente Lucia Annunziata ha mediato, cercando probabilmente di salvare proprio Ruffini, che ha gestito bene RaiTre in questi anni ma non è riuscito in questa occasione a valutare le conseguenze dell'arrivo in Tv del "ciclone Sabina Guzzanti".
Annunziata, non a caso, ha detto che a fronte "delle polemiche, delle proteste e delle azioni legali suscitate dalla prima puntata del programma Raiot" era necessario "tutelare l'azienda", ma anche che la decisione del Cda, "concordemente presa", ribadisce la fiducia nel direttore di RaiTre e persino nel gruppo di autori del programma.
Ben diverso il parere del consigliere Marcello Veneziani, che ha affermato che da parte della Guzzanti e degli autori di Raiot "c'è stato un incivile attacco al servizio pubblico e alla satira".
Il fronte dei protestatari però non si calma e si darà da fare. Secondo il deputato dei Ds Giuseppe Giulietti, la decisione di far visionare le prossime puntate di Raiot prima della messa in onda è "sconcertante", perché introduce il principio della "censura postuma" e dà "alle aziende del Presidente del Consiglio il diritto di veto sui palinsesti" (si riferisce evidentemente alla querela di Mediaset al programma; Ndr.). Si rifanno vivi anche i Girotondi.
Ma soprattuto non si capisce come la Guzzanti e la società produttrice Studio Uno potranno accettare di lavorare serenamente, registrando un programma destinato ad essere "censurato" se "eccederà" (ci sarà dunque una effettiva "autocensura preventiva"O) e comunque ad essere surgelato in attesa di eventi, perdendo l'aggancio con l'attualità.
Insomma, si censura ma non si dice, appunto, e, si cerca in qualche modo di uscire dall'empasse salvando capra e cavoli, o meglio la stessa Rai nei confronti degli offesi dalla Guzzanti e, nello stesso tempo, anche l'incauto Ruffini.