Il mito dell’amore oltre la morte è forse uno dei più cari ai romantici di ogni epoca. Una delle interpretazioni di questo singolare eppure bellissimo film di Giuseppe Tornatore è proprio quello di un discorso prettamente sentimentale, sulla scia dei film ‘tutto cuore’ del regista siciliano, a partire naturalmente da ‘Nuovo Cinema Paradiso’.
Forse per questo il film ha provocato sconcerto in alcuni critici, che pensavano probabilmente a una replica della coproduzione internazionale di alta classe ‘La grande offerta’, la precedente opera di Tornatore, un raffinato thriller. Ma qui di internazionale ci sono più che altro il cast (da Jeremy Irons all’ucraina ed ex Bond-girl Olga Kurylenko) e alcune ambientazioni, che però vogliono essere semplicemente ‘universali’, come si desume anche dal nome del luogo lacustre in cui amano ritrovarsi i nostri due amanti, Borgo Ventoso.
In sintesi, un maturo professore di astrofisica, Ed Phoerum, ha incontrato in tarda età e per pochi mesi una giovane studentessa universitaria che si mantiene facendo la spericolata stunt-woman per film d’azione (in realtà lei nasconde un suo segreto, avendo provocato la morte del padre in un incidente stradale). I due si innamorano perdutamente, con un’intensità reciproca straordinaria, ma, vista anche la differenza d’età e i problemi provocati alla famiglia del professore dalla imprevista relazione, il rapporto non è destinato a durare.
Ecco allora che il professore muore di malattia e il dolore tremendo della studentessa viene ‘sublimato’ dal costante e imprevedibile arrivo di messaggi, mail, filmati, lettere da parte del professore, che sapendo di morire, ha predisposto per tempo per lei una sorpresa dietro l’altra, prevedendo anche i luoghi dove lei andrà (Borgo Ventoso in prima battuta, ovviamente) e quello che lei farà. Messaggio su messaggio, la corrispondenza (si notino anche i vari sensi della parola) non sembra avere mai fine.
Lo spunto può sembrare lezioso ma il film incanta per l’intensità straordinaria del sentimento narrato, per la geometrica costruzione degli eventi raccontati (la verosimiglianza dei fatti non ha alcuna importanza, in fondo, come purtroppo alcuni critici non hanno capito), per la raffinatezza sempre straordinaria della sceneggiatura, delle inquadrature, della regia, dei personaggi (gli attori stanno al gioco e Olga Kurylenko, su cui grava gran parte del ‘peso’ del film, si rivela brava e intensa). Un film che commuove, che è un’intensa e fantastica storia d’amore e a tratti anche un po’ un giallo, una riflessione esistenziale sulla vita e sulla memoria, un’analisi del ruolo del cinema e dell’immagine ai nostri giorni. Ma c’è anche tanta tecnologia, quella che pervade ormai la nostra vita in ogni momento, persino oltre la nostra morte fisica.
Non è un caso ovviamente che si vedano molte scene di produzione cinematografica (come detto, Olga è una stunt-woman e a volte sfida la morte per girare scene d’azione al massimo della perfezione, anche per sublimare la morte del padre per causa sua) e tanti tanti messaggi visivi su supporto digitale.
Un altro esempio dei messaggi raffinati contenuti nel film è poi quello delle ‘stelle che non esistono più’ (come detto, Ed è un astrofisico): la loro immagine arriva a noi terrestri quando magari sono già ‘morte’, proprio come i messaggi su Dvd di Ed, che resistono persino al fuoco.
Un film che, nella tradizione di Tornatore, delizia e conquista, con musiche firmate Ennio Morricone.