Recensione: ‘La migliore offerta’

Un film d’autore ma con dimensione del tutto internazionale. Tornatore lascia le tematiche siciliane a favore di un’ambientazione mitteleuropea. E mette in piedi un meccanismo che ‘incanta’.

Un banditore d'asta, veterano del mestiere e super-esperto d'arte e di antiquariato, sa il fatto suo come nessuno: a parte l'assoluta professionalità, organizza per conto suo piccoli grandi intrighi con un amico dalla lunga barba candida che partecipa alle aste per suo conto e interesse e se da una parte fa ottimi affari, non esattamente leciti, dall'altra si è organizzato in un caveau super-segreto un'inestimabile collezione soprattutto di ritratti femminili “d'autore”. “Sono le tue donne” - dice infatti l'amico Donald Sutherland (un'apparizione in qualche modo 'magica' nel film di Tornatore) al banditore d'asta, il bravissimo e iper-premiato attore australiano Geoffrey Rush.

Perché di donne vere il nostro banditore Virgil non ne ha o preferisce non averne. Vagamente misantropo, preferisce cenare solo al solito ristorante anche la sera del suo presunto compleanno (ma i camerieri hanno anche sbagliato data). Solitario, brusco e refrattario all'amore, ai sentimenti, anche al sesso, è invecchiato accumulando soldi, opere d'arte e fama su scala mondiale per le sue impeccabili perizie su quadri e oggetti d'antiquariato. Nulla sembra poter cambiare la sua situazione.

Il destino ha però in serbo la sorpresa della sua vita. Gli telefona un personaggio misterioso, la giovane ereditiera Claire, che gli rivela che i genitori le hanno lasciato una villa enorme, bellissima ma diroccata e hanno stabilito l'obbligo che a fare la perizia all'intera illustre dimora sia proprio lui, Virgil Oldman. Lui ne è lusingato e accetta ma l'ereditiera si rivela un personaggio impossibile, diserta gli appuntamenti adducendo mille scuse e alla fine gli rivela di essere affetta da agorafobia, per cui vive nella villa da reclusa e non vuol essere vista da nessuno, pur essendo (pare) bellissima (a interpretare il personaggio, che si vede solo dopo quasi metà film, è la modella e attrice olandese Silvia Hoeks).

Il racconto prosegue, lungo e affascinante, ma già questo 'incipit' rivela la cura e l'attenzione con cui è stata scritta dallo stesso Tornatore la sceneggiatura, un vero 'valore aggiunto' del film, che però conta su tante altre 'attrazioni'. Il cast è eccellente, intanto, e la scelta è quella di nomi internazionali, che facciano il paio con un'atmosfera che è tutto meno che 'siciliana'.
All'aria balcanica e dell'Est Europa (più il Nord-Est italiano) del bellissimo ma non molto noto 'La sconosciuta' (forse il film aveva il destino nel nome) si alterna stavolta un'atmosfera di stampo mitteleuropeo, non necessariamente identificata con un Paese. Infatti il film è stato girato sapientemente fra l'Alto Adige, varie località italiane, Vienna e Praga, senza incidere affatto sulla sua 'unità artistica'.

È l'altro Tornatore, insomma, quello che può e sa farsi valere anche su scala internazionale, alternativo ai pur straordinari 'Cinema Paradiso', 'Malena' e 'Baaria', in cui la perfetta adesione al territorio siciliano andava a costruire un 'filone' di grandissima bellezza ma ovviamente non sempre di agevole 'lettura' per il resto d'Italia e per il mondo.

Di unitario in Tornatore c'è una maestria unica fra i registi italiani attuali nell'uso della macchina da presa, l'idea della costruzione di un film come opera d'arte, il perfezionismo, lo stile impagabile. Frutto di un meccanismo quasi perfetto e di un'estetica inappuntabile, questa pellicola non a caso, forse, si occupa d'arte e di antiquariato: è anche una sfilata di quadri splendidi, di opere figurative affascinanti, una gioia per i collezionisti.
E insieme c'è anche qualcosa di quasi opposto: l'accuratezza della sceneggiatura, meccanismo appunto costruito con enorme attenzione a tavolino, porta a occuparsi anche di automatismi affascinanti quasi enigmatici, l'arte si accompagna alla scienza, insomma, per costruire alla fine, con opera ingegneristica, meccanismi misteriosi ma perfetti che devono essere ricostruiti e interpretati (infatti c'è anche molta simbologia nel film, fino al finale nell'incredibile locale praghese, trionfo di orologi e raffinatissimi e bellissimi meccanismi automatici).

Ma la festa vera è quella del cinema. Perché 'La migliore offerta' è prima di ogni altra cosa un magnifico giallo, a sua volta costruito con sapienza, un intrigo misterioso che indulge al noir (ottima anche la fotografia). Assieme all'intreccio virtuoso c'è poi un trionfo di citazioni cinematografiche e di genere: la casa diroccata e la nana misteriosa che sta nel bar di fronte sembrano indulgere all'horror e al mistery, c'è una spruzzata di erotismo per la bellezza di Claire, c'è il 'topos' molto cinematografico del vecchio misantropo che si apre alla vita, ai sentimenti e all'amore grazie alla giovane amante, che però inevitabilmente 'lo perde'. E per non farci mancare proprio nulla, il film ha anche alcuni momenti che sembrano umoristici, se non proprio comici.

In conclusione, un'opera di livello davvero molto alto, che ci qualifica - crediamo - anche su scala internazionale, girata in inglese. La produzione e distribuzione - dopo le polemiche sul ruolo di Medusa in 'Baaria' - stavolta è Warner, un altro elemento interessante per rendere meno 'provinciale' il nostro cinema. Produttori sono Arturo Paglia e Isabella Cocuzza (Paco Cinematografica), più Guido De Laurentiis, con un ruolo anche per le Film Commission di Friuli-Venezia Giulia e Alto Adige. Musiche di Ennio Morricone.

Tutto al meglio, dunque, per un film che conquista e, se ci si fa prendere dal gioco, riesce anche a incantare.

There are 2 comments

  1. Ely

    Salve. Ho avuto il piacere di leggere la recensione sul film “La migliore offerta” di Tornatore. Se possibile, vorrei confrontarmi con lei circa l’interpretazione del finale. A mio parere, Virgil, a Praga, si reca per cercare l’autentico nella storia di Claire. Ma, al “Night and Day” lui sta aspettando non “Claire” (il nome vero della ragazza non è quello), bensì una donna che lo ami davvero, in modo autentico. La ringrazio per la cortesia

    1. Mauro Roffi

      La ringrazio molto, mail come la sua sono molto gradite. Ho amato molto il film di Tornatore, come credo si capisca.
      Sul punto specifico però non so risponderle, dato che ho visto il film parecchio tempo fa, dovrei rivedere tutto e valutare con attenzione. Ma non escludo affatto che lei abbia ragione, dato che mi sembra abbia fatto molta attenzione anche ai particolari.
      Per adesso la saluto e la ringrazio ancora. Tornatore è un maestro, in effetti.

      Mauro Roffi

Pubblica i tuoi commenti