Riparte ‘Report’: i ‘poteri forti’ tremano…

Un programma di denuncia, un raro esempio di giornalismo d’inchiesta sulla Tv generalista che non guarda in faccia nessuno. ‘Report’ di Milena Gabanelli è uno dei pochi programmi nei quali si fa giornalismo d’inchiesta e riparte stasera su RaiTre.

In un'intervista a Emilio Marrese de 'Il Venerdì di Repubblica' Milena Gabanelli ha parlato del suo programma. Stasera su RaiTre parte la decima edizione, che si concentrerà sul tema dell'economia italiana: strumenti finanziari derivati, fusioni bancarie, il caso Parmalat e ancora inchieste sul Parlamento italiano (paragonato ad altri parlamenti europei), il fermento edilizio di Milano, l'industria della moda.

Sono inchieste che richiedono dai 5 ai 7 mesi di lavoro ed un investimento che va dai 35 ai 45.000 euro (lordi). Le inchieste nascono in genere da segnalazioni di persone coinvolte nelle questioni di cui si parla, anche se spesso il servizio rischia di saltare, a causa dei ripensamenti della stessa persona, insider, che ha denunciato il caso.

Oltre a parlare del programma, la Gabanelli ha spiegato come si fa il giornalismo d'inchiesta in Rai e quali pressioni ci sono. "È capitato che qualche politico non abbia gradito una domanda e abbia sospeso l'intervista urlando 'ora chiamo il direttore generale'. Di solito queste belle figure vanno in onda". E, in generale, le pressioni da parte del potere sarebbero sempre le stesse, sia con i Governi di centrodestra che con quelli di centro-sinistra.

"Chi è oggetto d'attenzione è sempre infastidito - ha continuato Milena - : se è di destra, dice che siamo comunisti, se è di sinistra dice 'proprio tu, da te non me l'aspettavo'. Il mondo politico -imprenditoriale pensa sempre che i giornalisti siano portavoce di qualche partito. Vorrà dire qualcosa...".

La giornalista bolognese ha detto la sua anche su Cofferati e su Grillo e il suo Vaffa-Day, svoltosi proprio a Bologna: "Sono andata perché un evento del genere non me lo sarei mai perso. Se non altro per poterne parlare con cognizione di causa. Non sono salita sul palco perché faccio un altro mestiere e uso altre parole. Però credo che il lavoro di 'Report' abbia contribuito a creare la presa di coscienza sullo stato disastroso della nostra classe politica. Alla fine contarsi è diventata una necessità e manifestare pubblicamente il dissenso pure. Di questo l'establishment deve prendere atto e cominciare a modificarsi".

Pubblica i tuoi commenti