‘Rischiatutto’: un ritorno clamoroso, gradito dal pubblico

 

Il ‘rischio’ adesso è che l’ottimo successo ottenuto spinga la Rai a ripensare seriamente l’idea di trasmettere questo ‘Rischiatutto’ nuova edizione su RaiTre, la rete ‘d’elezione’, peraltro, di Fabio Fazio, da parecchi anni. L’esperimento delle due serate su RaiUno, giovedì 21 e venerdì 22 aprile, arrivato dopo una lunga meditazione su cosa era meglio fare per mandare in porto nel modo migliore la ‘strana idea’ di Fazio di rinverdire il ricordo di quello che è stato il più noto e fortunato telequiz della Tv italiana (legato in modo inscindibile alla personalità di Mike Bongiorno), è infatti andato così bene che non ci sorprenderemmo se si decidesse in autunno di passare su RaiUno in forma stabile. RaiTre ha peraltro già usufruito del successo della striscia quotidiana che dava conto dei bizzarri personaggi che si sono presentati alle selezioni dei concorrenti di ‘Rischiatutto’ e se si prospettasse un buon successo anche dal punto di vista commerciale, magari la stessa Rai Pubblicità potrebbe premere per la destinazione sulla ‘rete ammiraglia’.

Ma, a pensarci bene, se si perdesse quella ‘leggerezza’ che ha caratterizzato le due serate ‘revival’ su RaiUno, non è mica detto che ci sarebbe anche con la ‘trasmissione vera’, in autunno, un identico ottimo riscontro. Quella di giovedì, ben analizzata dalla collega Aurora Gonevi, è stata una serata che ha colpito per la curiosità di vedere che cosa davvero volesse fare il conduttore ligure con quella pesantissima eredità che si era incaponito a gestire e il gioco dei Vip che hanno accettato di ‘giocare al Rischiatutto’ ha così avuto un ottimo esito.

Fazio, però, sapeva che quella curiosità non poteva reggere al meglio una seconda serata (esaurito anche il ‘ripasso’ delle regole del gioco, per chi allora le aveva viste nella versione originale) e ha allora cercato e trovato l’asso nella manica facendo ricorso a uno strepitoso Fiorello, che ha retto alla grande l’intera serata, facendo da ‘spalla di gran lusso’ al collega, al punto che stavolta l’inossidabile ‘Ciao Darwin’ ha dovuto cedere le armi, come non era accaduto neppure con ‘Laura & Paola’.

Perché poi - diciamolo - i concorrenti non erano proprio strepitosi e se hanno dimostrato competenza (a parte la sposina di Imola che ha interrotto il viaggio di nozze) nella propria materia, si sono spesso ‘impappinati’ sul resto (anche quando avevano domande abbastanza facili), tradendo una grande emozione.

Il successo di ‘Rischiatutto’ fu infatti quello di trovare dei personaggi memorabili, come quel Massimo Inardi, dalla straordinaria memoria enciclopedica, che impose all’attenzione di tutti la parapsicologia, prima ben poco conosciuta, o quell’Enzo Bottesini sub che fece imbufalire Enzo Maiorca, ostacolandolo gravemente nel suo tentativo di record in apnea, con tanto di clamorosa e scandalosa bestemmia conseguente in diretta Tv. Della signora Longari e delle sue ‘leggende’ non è necessario parlare ancora, mentre il ritorno di un anziano ma ancor vispo Fabbricatore (che fece tante puntate con un vistoso braccio ingessato, immagine scolpita nella memoria dei giovani di quegli anni), con il suo insuperato accento fiorentino, ha avuto un tale riscontro che Fazio l’ha voluto in studio anche venerdì.

Di questi ‘mostri sacri’ degli anni ’70, i nuovi concorrenti rischiano di essere solo una pallida imitazione, anche perché i tempi sono terribilmente cambiati e adesso per tutti c’è Internet, con la conseguenza che la preoccupazione principale è che qualcuno non ‘bari’, nascondendo in cabina un utilissimo smartphone.

Ma per tornare ‘a bomba’, non è neppure questo il punto più delicato, in vista della ‘stagione autunnale’ del nuovo ‘Rischiatutto’: la chiave sarà invece proprio quella di cercare di mantenere il tono di divertimento di aprile, di ‘giocare a rifare il Rischiatutto’ (come ha detto Fazio) e non di rifarlo sul serio, rispettando rigorosamente le ritualità dell’originale ma sapendo che non si può ‘fare il bis’ per davvero. È una differenza sottile ma sta qui la base del successo delle due serate di RaiUno: chi aveva visto il programma - i più’vecchietti’ nell’ambito del pubblico Tv, come chi scrive queste note - ha riportato volentieri la memoria a quei giorni, a quei personaggi (che in buona misura abbiamo ancora, per fortuna, la possibilità di vedere dal vivo, sia pure invecchiati come noi), a quei meccanismi, a quelle cabine, a quella sigla, a quel Mike, alla Sabina di allora fatta ‘rivivere’ da una spigliata Matilde Gioli, al ‘signor no’, che c’era e c’è, a fare da garante di tutto; non solo nostalgia ma ‘ricordo consapevole’, vorremmo chiamarlo, con l’affetto che si deve a una fetta del proprio passato, anche un po’ remoto, ormai.

Per tutti gli altri (i più giovani) può appunto aver funzionato l’effetto curiosità, la voglia di stare a vedere come diavolo ci si divertiva allora, che cos’era questa ‘Tv degli anni ‘70’ che piaceva al nonno e forse anche al papà, così diversa dai ritmi convulsi di oggi. Sì, perchè sui social, pare che si sia fatta anche parecchia ironia, la curiosità si è tramutata non di rado in sarcasmo e delusione, se non derisione. E questo pubblico non sarà facile incuriosirlo una seconda volta, in autunno.

Ma Fazio ha intelligenza, esperienza televisiva, senso dello spettacolo e tanto amore per la materia (la Tv e la sua storia), che ci aspettiamo che anche nei prossimi mesi riesca nel miracolo, vedremo se su RaiTre o (soluzione ancor più rischiosa, come detto) di nuovo su RaiUno.

L’ultima considerazione è quasi ovvia: la forza forse più importante della Rai è quella della sua memoria, degli archivi, delle Teche, di un passato così importante da racchiudere in sé tanta parte della storia d’Italia degli scorsi decenni. Non c’era bisogno magari di dimostrarlo di nuovo ma in vista della stagione estiva, che su RaiUno è legata alle repliche ma per fortuna anche a ‘Techetechetè’, è opportuno non dimenticarlo. Nessuna Tv privata ha questo valore al proprio interno, almeno non a questi livelli, e la Rai, da qualche tempo, se n’è accorta a dovere, intensificando trasmissioni, reti (oggi c’è persino una rete radiofonica ‘dedicata’), programmi. Per Rai Teche ci saranno altri momenti ‘di gloria’ in futuro, ne siamo convinti.

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