Dopo rinvii, polemiche, minacciate autosospensioni e un bel battage pubblicitario, è andato finalmente in onda ‘RockPolitick’ di Celentano che ha ufficializzato il ritorno in Rai di Michele Santoro. Ascolti alle stelle e la solita durissima polemica politica.
Il momento più atteso di 'RockPolitik' è arrivato poco prima delle 22, con l'ingresso in studio di Michele Santoro. Il Molleggiato non se l'è tenuto per ultimo come succede con i "super ospiti", per tenere il pubblico incollato al video e mantenere alta l'audience fino alla fine. Celentano è invece arrivato piano piano al momento clou della serata, dopo Gerard Depardieu e dopo circa mezz'ora di "presentazione".
Nell'occasione non ci sono stati monologhi ma un filmato, quello che riprende il "proclama bulgaro" di Berlusconi dell'aprile 2002 contro Biagi, Luttazzi e Santoro e il loro "uso criminoso" del servizio pubblico. Poi le dichiarazioni di Biagi, Luttazzi e Grillo con le quali spiegavano perchè non potevano patecipare a "RockPolitick" (a proposito di Grillo dobbiamo fare un'errata corrige a quanto scritto nell'articolo di ieri: Grillo ha rinunciato a causa del contenzioso ancora in corso con la Rai e non con Telecom).
È seguita la dichiarazione di Del Noce che annunciava la volontà di autosospendersi a causa dell'eccessiva "libertà editoriale" concessa al Molleggiato. Sullo schermo scorreva la classifica della libertà di stampa nei Paesi del mondo fatta dall'associazione "House of Freedom". L'Italia è al 77° posto con Bulgaria e Mongolia.
Per i tre "epurati" Celentano ha preparato tre tavoli e tre sedie. Che sono rimasti vuoti. Proprio dietro a quei tavoli vuoti, in lontananza, è comparso Michele Santoro. Non ce la faceva più a tacere l'ex conduttore di 'Sciuscià'. E gli brillavano gli occhi.
Prima ha ringraziato Celentano e duettato con lui. Il Molleggiato gli ha detto di aver seguito il suo caso "da quell'aprile 2002"; Santoro ha ribattuto: "Nessuno può impedire a un altro di esprimersi"; duetto ancora con Celentano: "Tu mi dai questo microfono ma io voglio il tuo (quello del conduttore; Ndr.). Finchè non ho quel microfono non sarò più quello che ero". Finalmente Celentano lo ha lasciato solo davanti alle telecamere per qualche minuto.
Ed ecco il 'Santoro-pensiero': "Voglio dire tre cose. La prima a quelli che hanno lavorato con me perché a causa mia hanno passato un sacco di guai. Che si preparassero a tornare a lavorare. La seconda alle mie figlie: ho fatto un sacco di errori nella mia vita ma ho sempre agito con onestà e correttezza. La terza a voi e a quelli che ci stanno guardando da casa: viva la fratellanza, viva la cultura e viva la libertà".
Insomma, Santoro ha preparato il suo ritorno in Rai. Dimessosi dalla sua carica di parlamentare europeo, nessuno potrà sollevare, di qui a poco, la questione dell'incompatibilità.
Lo stacco è stato poi su Celentano che cantava 'Azzurro', è seguito Cornacchione ma il momento che ha caricato di più il pubblico è stato quello del "gitano" Crozza-Gipsy King, che, con tanto di parrucca, sulla melodia di "Bandoleiro", trasformato in "Zapateiro Zapateira", ha attaccato la sinistra e i suoi leader e cantato "Io volevo Che Guevara e c'è Bordon".
Dopo lo stacco pubblicitario Celentano ha ripreso la scena, con i suoi temi più cari, colpendo il pubblico allo stomaco con un filmato: la guerra del Vietnam, i bambini colpiti dalle radiazioni e nati malformati, la fame nel mondo, la violenza e la guerra. Quelle immagini hanno dato il "la" al Molleggiato che ha offerto al pubblico i suoi monologhi.
Il tema dell'ecologia, della natura e dell'ambiente, della cultura ("quella cultura che voi politici avete orrendamente sfregiato; avete fatto scomparire tutti quei posti dove stazionava la cultura"), dei valori e dell'amore. E ha profetizzato: "Stiamo andando verso la rovina. Io non farò il tifo per Prodi o per Berlusconi ma per chi dei due si avvicini a questo sogno, che secondo me non è facile, per quanto dovrebbe essere facile. Ci vuole solo un po' di coraggio per cominciare ad abbattere tutte le cose brutte e fare le cose come ci hanno insegnato i nostri maestri. Noi non possiamo comunicare in mezzo a tutto quel cemento".
Ha avuto anche un pensiero per Meocci, il nuovo direttore generale della Rai, seduto tra il pubblico, al quale ha chiesto: "Sei tranquilloO". Meocci ha risposto "Dai! Questa sera un po' in quella graduatoria della libertà di stampa siamo saliti".
Verso la fine del programma, nel mezzo di uno dei suoi monologhi Celentano si è lasciato andare: "Forse uno spettacolo così a Mediaset non si potrà mai fare. E io sono contento".
E a questa clamorosa serata il pubblico ha risposto con il prevedibile entusiasmo: 47% di share per RaiUno e 50 al momento di Santoro. Oggi invece c'è stato l'altrettanto prevedibile dilagare di polemiche e commenti politici. AN protesta duramente e mette Meocci nel mirino e lo vuol far dimettere; più cauta Forza Italia, forse perché Meocci è stato voluto proprio da Berlusconi. Positivi imvce i commenti del Centro-Sinistra.
E siamo solo all'inizio: con questo can can Celentano può garantirsi altre share oceaniche per diverse settimane ancora. A perdere ieri sera è stata invece la censura politica sulle persone e le idee e la pretesa di "bandire" i personaggi sgraditi dal video. Il che è come dire che è stata una gran bella serata.