Rodolfo Valentino: una leggenda da raccontare meglio

Non entusiasma la fiction con Gabriel Garko che è stata lanciata ‘alla grande’ con operazioni di marketing incentrate su una scena di nudo ‘frontale’ che sembra più mito che realtà. Complessivamente, bisogna accontentarsi ma il pubblico si accontenta volentieri…

“La sua è una storia che ci riscatta un po' tutti. Ecco il perché di un racconto biografico che cede, a tratti, il passo alla favola, per allargare i confini del possibile”.

Con queste parole Mediaset ha presentato la fiction 'melò' “Rodolfo Valentino. La leggenda”, in onda ieri sera e martedì prossimo. Interprete il bel Gabriel Garko, sex symbol delle fiction Mediaset, che sembra aver scelto i protagonisti di “Rodolfo Valentino. La leggenda” più per lo sguardo - occhi azzurri e di ghiaccio, a parte qualche eccezione - che per la recitazione.

Anche la sceneggiatura sembra debole, così come i dialoghi, poveri e che si ostinano a fare ripetere a Garko-Valentino (almeno 4 volte nella prima puntata) “Valentino Guglielmi non è in vendita”, con la stessa convinzione, e inespressività, di una persona che sta acquistano un panetto di burro al supermercato.
Idem per Dalila Di Lazzaro, una delle prime amanti del giovane Rodolfo, che recita con la stessa enfasi e lo stesso tono di voce sia le scene di disperazione amorosa sia quelle in cui si vendica e poi si pente della propria cattiveria nei confronti della giovane amante di Valentino.
Lo stile è da telenovela e il rispetto della verità storica tutto da verificare.

E anche se la parte del conte “cattivo” è stata affidata a un artista del calibro di Orso Maria Guerrini, la sua prestazione non riesce a fare dimenticare le debolezze della fiction, che affibbia anche a lui un personaggio 'limitato', mal definito. Anche le scenografie sono deboli e i personaggi secondari, vedi gli italiani che Valentino incontra in America, macchiette del Sud Italia migrato negli Usa per trovare nuove speranze di vita, mentre i costumi - almeno quelli - sono curati.

Ma più che un misto tra favola e racconto autobiografico la fiction diventa una storia raccontata male, che gioca tutto sulla fotografia patinata e sulla bellezza del protagonista, che ha fatto parlare di sé soprattutto per una scena di nudo, anticipata da altre in cui l'attore esibisce parti del proprio corpo, quasi a voler accompagnare il pubblico femminile proprio a quella scena di cui tanto si è parlato.

Si è detto di nudo “frontale” ma se la scena tanto discussa era quella in cui lo statuario Garko si spruzza una nuvola di profumo nella penombra (e “rotea maliziosamente il busto” hanno scritto i giornali), e se questo è bastato a scatenare il finimondo... è lecito pensare più che altro alle solite tecniche che accompagnano il lancio di un prodotto.

I vertici di Mediaset avrebbero a suo tempo deciso di tagliare il bel Garko nudo, o di sfumare la parte bassa del busto, ma a Cologno Monzese sarebbe arrivata una diffida "dall'effettuare qualsiasi taglio nella versione del montaggio"; poi si è trovato l'accordo, manco a dirlo.

“La scena non viola il codice dei minori - spiega il produttore Alberto Tarallo - , va in onda dopo le 23.10 e davvero non ha niente di scandaloso”. Resta il dato di fato che tra i morti tagliati a pezzi di 'CSI' o di molte altre fiction investigative Usa, il bel corpo di Garko farà sicuramente meno male al pubblico.

In ogni caso la prima puntata della fiction 'Rodolfo Valentino - La leggenda', in onda su Canale 5 alla fine ha trovato il tanto desiderato apprezzamento del pubblico, che l'ha premiata con il 18,73% di share, per 4.516.000 telespettatori.

Nata da un soggetto di Paola Pascolini e Teodosio Losito, la fiction è prodotta appunto da Ares Film (Alberto Tarallo) e il cast vede in scena Gabriel Garko, Victoria Larchenko, Angela Molina, Cosima Coppola, Dalila Di Lazzaro, Yari Gugliucci, Asia Argento (che ospita Garko nel suo film 'Incompresa', che sarà a Cannes), Orso Maria Guerrini, Giuliana De Sio, Elena Russo, Alessandra Barzaghi, Maria Letizia Gorga, Giulia Rebel, Adua Del Vesco, Massimiliano Morra.

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