Romani fa arrrabbiare Mannoni

Il Commissario Agcom, pur “in quota Centro-Destra”, si dimette dal Comitato Italia Digitale dopo le dichiarazioni di Romani a ‘Report’: “Non ci sono più le condizioni per collaborare”.

Vediamo quanto ha scritto www.key4biz:

«Il commissario dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Stefano Mannoni, ha annunciato le proprie "dimissioni da vicepresidente del Comitato Italia Digitale", l'organismo che coordina il passaggio alla Tv digitale terrestre.

Una scelta maturata "in polemica - ha spiegato Mannoni - con le dichiarazioni del viceministro Romani ieri sera a Report", il programma di Milena Gabanelli in onda in prima serata su RaiTre.

Il riferimento è a un passaggio della parte finale della puntata, nel quale Romani ha ipotizzato che sia stato "qualche commissario dell'Autorità - ha precisato ancora Mannoni - a fornire al giornalista di Report (Bernardo Iovene; ndr) il testo della lettera riservata della Commissione europea sulla procedura di infrazione" aperta da Bruxelles a carico dell'Italia nel 2006 per alcune norme della legge Gasparri.

"Non è la prima volta - ha sottolineato Mannoni, uno dei commissari Agcom che fanno riferimento all'area di Centro-Destra (era stato 'indicato' dalla Lega Nord; Ndr.) - che Romani mostra un'eccessiva disinvoltura nei confronti delle prerogative dell'Autorità. Non deve minimamente affermare che i commissari dell'Agcom forniscono documenti riservati ai giornalisti".

Per Mannoni, "si tratta dunque del punto di arrivo di un modo di fare del viceministro che tiene in scarsa considerazione le nostre competenze. Non ritengo dunque che vi siano più le condizioni per continuare la collaborazione: per questo ho presentato questa mattina la mia lettera di dimissioni al presidente dell'Agcom Corrado Calabrò".

Continua intanto il passaggio dell'Italia al digitale terrestre. Auditel certifica che dal mese di maggio il numero delle famiglie italiane dotate di decoder supera quelle in possesso di decoder satellitare (sia free che pay). Le famiglie che hanno accesso al digitale terrestre - spiega la Newsletter di Dgtvi - sono 7.363.103, pari al 31% delle famiglie italiane, mentre le famiglie Sat sono 6.445.830 (il 27%), di cui 4.587.432 (il 19%) abbonate a Sky».

In realtà Iovene ha precisato che quel documento (che chissà perché Romani voleva restasse riservatissimo) gliel'aveva dato l'Ufficio Stampa dell'Agcom. Romani in precedenza aveva sottilmente distinto fra l'Autorità e 'alcuni suoi Commissari' ipotizzando che qualcuno di loro avesse passato il documento a Iovene.

Per il resto 'Report' è tornato - fra i tanti temi della serata - anche su quelle delle frequenze Tv sottolineando, come abbiamo già osservato su questo sito, che con la recente delibera dell''Agcom di concerto con il Ministero si metteranno in gara cinque frequenze nazionali ma per due di loro sarà consentito a Rai e Mediaset di mettersi a loro volta in gara, potenzialmente "riprendendosi subito" la frequenza nazionale appena 'ceduta'.

E infine sulla regola Antitrust del 20% dei programmi Calabrò ha promesso la fine delle indagini e una sentenza entro pochi mesi. Ma - sottolineva Iovene - fare due conti sui canali Mediaset in onda oggi non sembra così complicato.

La ragione di queste lunghe procedure, spesso inconcludentiO Sembra essere quella che indicava un realista Calabrò: «Questa è la migliore soluzione possibile per questa 'Country' cioè per l'Italia». E infatti è una situazione pressoché unica nel mondo.

Come dire, il convento qui non passa proprio di meglio...

(Mauro Roffi)

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