“Rome”: una fiction imbarazzante

Negli Stati Uniti “Rome”, oltre ad ottenere un certo successo, ha scatenato la satira; invece in Italia questa fiction è già un “caso” che mette in difficoltà i dirigenti Rai, pur non essendo ancora stata trasmessa.

"Rome", fiction prodotta dall'americana Hbo, dalla BBC e 'appoggiata' da Rai Fiction, sembrava destinata a diventare uno dei maggiori successi di questa stagione televisiva. Invece sta solo creando (comici) imbarazzi ai dirigenti di Viale Mazzini.

Girata a Cinecittà (e quindi occasione di rilancio per gli studi romani, tanto da meritare una visita sul set da parte del Presidente del Consiglio) con tanto di impegno personale del capo della fiction Rai Saccà, aveva visto l'acquisto dei diritti da parte della Rai ad opera del vecchio Cda nell'estate del 2004. L'allora presidente Alberoni con il direttore generale Cattaneo avevano sborsato, per dodici puntate da 60 minuti ciascuna, 4milioni e 200 mila dollari. "Rome", in origine 'pensata' per RaiUno, doveva andare in onda su RaiDue tra settembre e dicembre di quest'anno. Nessuno però aveva ben valutato il tipo di fiction con cui si aveva a che fare.

Infatti il serial è pieno di scene truculente di tortura e assasinii e di sangue in genere e coniene anche molte scene di sesso, così come abbonderebbe di quei simboli fallici tipici degli antichi baccanali. Tutte cose che, se sulle reti via cavo americane, e magari non troppo presto, possono essere accettate; la stessa cosa non si può dire per la prima serata della nostrana tv pubblica. Fino ad ora però gli unici ad aver visto questa fiction pare siano stati il citato Agostino Saccà, responsabile della fiction Rai, e Massimo Ferrario, direttore di RaiDue, rete che appunto dovrebbe trasmettere le vicende di Ottaviano e compagni.

I due dirigenti avrebbero appurato ora che la fiction, così come è stata realizzata, non può essere mandata in onda. L'alternativa è tagliare le scene incriminate. Il fatto è che sono troppe. Nella prima puntata, "L'aquila rubata", le scene da tagliare sarebbero addirittura dodici.

Negli Stati Uniti, dove "Rome" è stata trasmessa sulla tv via cavo, la fiction ha ottenuto un buon successo ed è diventata frequente oggetto di discussione ma soprattutto di satira da parte di alcuni anchormen televisivi; in Italia rischia invece di diventare un problema irrisolvibile. Tagliare le scene "incriminate" è rischioso - chissà che prodotto potrebbe uscirne e che cosa resterebbe dell'originario impianto narrativo (ammesso che ci sia). Ma mandarla in onda per intero è troppo rischioso.

Inoltre pare che il direttore di RaiDue non sia più disposto a trasmetterla sulla sua rete ma vorrebbe "sbolognarla" al collega Del Noce (figurarsi cosa hanno detti alla 'cattolica' RaiUno, dove infatti, come dicevamo, avevano rifiutato la messa in onda già in partenza).

Ci si chiede solo perché, considerato che negli Usa "Rome" è già in onda e su di essa si fa satira da tempo, nessuno abbia affrontato prima il problema nei suoi termini esatti. A suo tempo si erano invece letti grandi elogi sulla bravura di Saccà, che aveva stretto una 'solida alleanza' per 'Rome' (ed altro) con i dirigenti della HBO.

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