Secondo l’associazione Reporter Sans Frontieres, recentemente lasciata dal suo discusso segretario Menard, l’Italia non è messa troppo bene quanto a libertà di stampa. Non è una novità ma anziché migliorare, peggioriamo ancora…
Mafia e prossima possibile legge sulle intercettazioni sono adesso i mali peggiori per la libertà d'informazione in Italia. Reporter Sans Frontieres, associazione internazionale per la libertà di stampa, ha pubblicato l'Annual Report sulla situazione della libertà d'informazione nei vari Paesi del mondo.
Analizzando il rapporto sull'Europa, nell'introduzione l'Italia viene indicata come Paese in 'situazione critica'. "Gli attacchi al diritto dei giornalisti di mantenere segrete le loro fonti - dice il rapporto - sono aumentati nelle maggiori democrazie nel 2007. In Francia, Germania e Italia giornalisti sono stati arrestati ed interrogati, i loro uffici e le loro abitazioni perquisite. Le violenze fisiche contro i media sono meno diffuse nell'Unione Europea rispetto all'ex Urss ma la Bulgaria (attualmente membro UE) e l'Italia sono state un'eccezione. Il crimine organizzato non ama che le sue attività vengano rese pubbliche ed ha minacciato un giornalista in Bulgaria attaccandolo con dell'acido. In Italia la mafia costringe i giornalisti ad avere una protezione costante della Polizia se vogliono rimanere vivi".
Andando nel dettaglio, ovvero esaminando la parte dedicata all'Italia, Reporter Sans Frontieres cita in primis la legge in discussione sulle intercettazioni telefoniche (che prevedeva in una delle sue stesure consistenti pene pecuniarie e anche il carcere per i giornalisti). Il secondo caso citato è quello di Lirio Abbate, giornalista dell'Ansa e editorialista della 'Stampa'. Il 2 settembre due uomini sono stati fermati dalla polizia mentre stavano per sistemare una bomba sotto la macchina del giornalista. Il fatto è accaduto a pochi giorni dal suo rientro da Palermo e alcuni mesi dopo le minacce per la pubblicazione di un suo libro sul crimine organizzato e i legami tra la politica e il boss Bernardo Provenzano.
Altri due nomi di giornalisti vengono citati nel rapporto di Reporter Sans Frontieres, Roberto Saviano e Giuseppe D'Avanzo di 'Repubblica', la cui abitazione è stata perquisita (nel dicembre scorso) dopo che aveva citato le trascrizioni di un'intercettazione telefonica sulla base della quale sembrava che Berlusconi offrisse al senatore del Centro-Sinistra Nino Randazzo una poltrona di vice ministro se lo avesse sostenuto nel far cadere il Governo Prodi.
Le recenti pesanti iniziative della magistratura nei confronti dei colleghi de 'L'Espresso' e del 'Corriere' non fanno che confermare l'allarme di Reporters Sans Frontieres. Quanto a Robert Menard, che ha lasciato il timone di RSF a Jean-Francois Juilliard, è stato un segretario generale dell'associazione un po' discusso ma ci sembrano interessanti le sue parole di congedo, amare, per ciò che riguarda l'Italia: «Come RSF non siamo riusciti finora a migliorare il cattivo stato dell'informazione di un Paese così importante come l'Italia». Nel mirino il duopolio Tv e «il doppio potere di Berlusconi, responsabile di aver degradato l'immagine di un Paese».