Un riepilogo dei fatti (e fattacci) più recenti in tema di media e dei rischi concreti per la libertà d’informazione (in diversi casi, anzi, negata) in conseguenza della grande ostilità fra Russia e Ucraina e della ‘conquista’ della Crimea da parte dei russi.
La situazione di crisi tra Ucraina e Russia, che dopo il referendum ha visto la Crimea separarsi dall'Ucraina per confluire nella Russia, ha avuto (e avrà probabilmente) pesanti conseguenze sul sistema informativo, sia all'interno della stessa Ucraina, per il cambio degli assetti politici, sia tra i due Paesi. Difficile, dato l'evolversi continuo della situazione, dare un quadro esatto di quanto stata accadendo; ci limiteremo a riportare i fatti più rilevanti, segnalati anche sulla base dei contatti che noi di Millecanali abbiamo nei due Paesi.
Le informazioni più recenti sono quelle di un attacco (il 18 marzo) a Oleksandr Panteleymonov, amministratore delegato delle Tv pubblica ucraina NTKU; una ventina di persone guidate da esponenti parlamentari del partito nazionalista Svoboda (estrema destra) hanno fatto irruzione nel suo ufficio; Panteleymonov è stato insultato e picchiato e costretto a firmare una lettera di dimissioni. Un fatto grave che coinvolge direttamente Igor Miroshnichenko, attuale vice presidente della Commissione parlamentare sulla libertà d'espressione e d'informazione, ripreso addirittura in una registrazione video mentre colpisce Panteleymonov.
Risale invece alla settimana scorsa la notizia del rilascio di due giornalisti ucraini Olena Maksymenko e Oles Kromplyas; non si avevano loro notizie dal 9 marzo, giorno del loro rapimento al posto di frontiera Perekop tra la Crimea e il resto dell'Ucraina. Sempre nello stesso periodo una troupe di Sky Tg 24 italiana, composta da giornalisti Jacopo Arbarello e Fabrizio Stoppelli, è stata fermata e minacciata da uomini armati ad un checkpoint in Crimea. Nonostante il successivo rilascio, sono stati loro confiscati computer portatili, schede di memoria, batterie fotocamera e il dispositivo che aveva permesso lo streaming video online.
La “guerra” soft tra Ucraina e Russia è invece iniziata con l'oscuramento dei media, nei primi dieci giorni di marzo. Le Tv ucraine 1 + 1 e 5 Kanal sono state improvvisamente oscurate in Crimea, mentre la russa Rossiya 24 ha cominciato ad essere trasmessa al posto della stazione locale Chernomorka. Colpita anche Tv GTRK a Simferopoli, dove alcune decine di uomini in mimetica hanno bloccato l'ingresso all'edificio della stazione televisiva. Colpiti anche i giornalisti non solo ucraini. Olga Ivshina della BBC è stata posta sotto minaccia armata da parte sempre di uomini in mimetica senza segni di riconoscimento e accusata di essere una spia britannica ma anche i giornalisti sono stati presi 'sotto cura' dalle forze russe; quelli 1 +1 e Al-Jazeera sono stati arrestati e detenuti per alcuni giorni, mentre due giornalisti del giornale tedesco Bild e il giornalista ucraino Volodymyr Ilchenko sono stati minacciati e molestati da un gruppo di giovani filorussi.
Anche dall'altra parte ci sono state azioni per bloccare i media A Kiev, il gruppo via cavo e Internet Service Provider Lanet è stato bloccato nell'attività di ritrasmissione dei segnali di tre emittenti televisive russe, Perviy Kanal, RTR Planeta e NTV Mir, con la motivazione che "trasmettono propaganda aggressiva, chiamate per la guerra e diffondono odio". Alcuni giorni prima Nikolai Tomenko, il presidente della commissione parlamentare sulla libertà di espressione e di informazione, aveva chiesto ai servizi di intelligence di Kiev di verificare se queste stazioni televisive stessero violando la legge ucraina.
Nello stesso periodo a Mosca, il membro del partito di governo "Russia Unita" Yevgeny Fyodorov ha dichiarato che intende presentare un disegno di legge contro i media che pubblicano "false informazioni anti-russe" o forniscono "supporto informativo a estremisti e forze separatiste anti-russe".