Gran rientro ieri sera in Tv di Sabina Guzzanti su La7, che le ridà spazio dopo la censura di nove anni fa a ‘Raiot’. E irrompono tanti bei personaggi ‘alternativi’ intenti a farci una lezioncina di ‘anticapitalismo’. Ma non si rideva e il tutto era assai deprimente…
Cosa dire di quello stranissimo pezzo di Televisione visto ieri sera su La7? Era la gran serata del rientro di Sabina Guzzanti e l'attesa era anche 'onesta': la censurata ormai di tanti anni fa che cosa avrà mai preparato? Le premesse non erano però incoraggianti, perché la Sabina Guzzanti che in questi anni è comparsa lo stesso ogni tanto in Tv era ormai l'inacidita leader dei più vari movimenti di protesta, aveva fatto dei film assolutamente alternativi ma neanche memorabili e poi soprattutto quando aveva tentato di tornare a fare le imitazioni e la satira era apparsa un po' l'ombra di quella di un tempo; in sostanza non faceva più ridere o quasi.
Le premesse sono state purtroppo confermate da quanto si è visto in video ieri sera a 'Uno due tre Stella' (pare in onore del capo di Telecom Italia Media Stella, che ha permesso l'evento con il direttore di rete Ruffini), che è sembrata proprio una lezioncina di 'comunismo' (in versione centro sociale o Valle occupato) o giù di lì. C'era l'economista (si dice allievo di Monti), c'era il giurista, altri esperti tutti di provata fede 'no global' (o giù di lì) e in mezzo a fare da 'guru' Giulietto Chiesa, che è tutto dire. “Siamo stati il più liberi possibile” - si vantava alla fine un'emozionata Sabina, solo che bisognava anche avere qualcosa di dire, mentre lì c'era solo un bel tentativo di 'raccontarla giusta' al pubblico e indottrinarlo a dovere.
'A lezione al centro sociale', dunque, e pazienza se la pochezza e la puerilità degli argomenti erano evidenti a chi solo li conoscesse un attimo. Fra le perle, la tesi che l'attacco dei mercati finanziari all'Italia è avvenuta non a caso dopo il referendum sull'acqua, quale vendetta dei mercati finanziari per la scelta degli italiani (come dire, questa non l'avevamo ancora sentita).
Uno smarrito Stefano Fassina del Pd si aggirava in studio forse chiedendosi dove era capitato e Sabina, impacciata con i ritmi e le incombenze Tv (per dire, sbuffava forte al momento di mandare la pubblicità), lo intervistava (si fa per dire) e credendolo pure anti-Tav, poiché invece non lo era, lo puniva facendolo contestare dai 'maestrini' di cui sopra. Poi, nel bel mezzo dell'intervista, si fermava per fare un'imitazione di non so quale esponente del Centro-Destra, un'esibizione che però, come le altre, faceva onestamente poco ridere ma piaceva molto a un pubblico in studio evidentemente di bocca buona.
E va bene l'emozione, e va bene la non padronanza del ritmo televisivo, va bene tutto, ma che programma era quello di Sabina, intento pedagogico a parte?
C'era un altrettanto smarrito Frassica, c'era la sorella Caterina sicuramente più 'in palla' di Sabina ma fra i personaggi interpretati c'era la 'ragazza romana di Casa Pound', sulla quale si suppone non sia facile fare satira (e forse non era neanche il caso).
La trovata era invece quella di un Patrizio Roversi fuori campo intento a dare una mano da 'conduttore automatico', contestando le scelte 'poco politicamente corrette' di Sabina ma, in fondo, la cosa lasciava il tempo che trovava. Per ricordare che eravamo in Televisione, si facevano invece bei movimenti di camera dopo la pubblicità con stacchetti simil-Iene (sempre in versione centro sociale), mentre la curata scenografia ricordava abbastanza quella dell'amico Santoro.
In totale, informazione poca e satira quasi zero, a meno che non ci accontentasse della solite imitazioni della Annunziata (ma con testi debolissimi) e di Barbara Palombelli (testi però ancor più deboli). Pochi i momenti godibili, fra questi la trovata degli attori di 'Romanzo criminale' alle prese con i 'crimini finanziari'.
Ora la censura è sconfitta, con un bottino oltre il 4% di share (neanche male, ma potrebbe essere solo curiosità). Sabina è di nuovo in onda: vedremo se prima o poi in onda ci sarà anche un programma degno di questo nome.