Sabina Guzzanti in trionfo su Emi.Li.

Bisognava esserci ieri sera allo “spettacolo teatrale” che Sabina Guzzanti aveva abilmente organizzato con la sua “banda” di autori e comici a Roma per protestare contro l’effettiva censura (dopo molte fumose parole la realtà alla fine è emersa con chiarezza, facendo di nuovo litigare la presidente Annunziata con gli altri Consiglieri) al suo programma su RaiTre “Raiot”, facendo vedere dal vivo ciò che non si può più vedere in Tv. Bisognava esserci perché l’atmosferaa era eccitata, da grandi occ…

Bisognava esserci ieri sera allo "spettacolo teatrale" che Sabina Guzzanti aveva abilmente organizzato con la sua "banda" di autori e comici a Roma per protestare contro l'effettiva censura (dopo molte fumose parole la realtà alla fine è emersa con chiarezza, facendo di nuovo litigare la presidente Annunziata con gli altri Consiglieri) al suo programma su RaiTre "Raiot", facendo vedere dal vivo ciò che non si può più vedere in Tv. Bisognava esserci perché l'atmosferaa era eccitata, da grandi occasioni, di incontenibile rabbia ma anche entusiasmo per aver trovato un "caso" in grado di mobilitare parecchia gente, se non proprio le masse, di far rivivere l'epoca d'oro dei "girotondi". Si sono rivisti quasi tutti, da Flores D'Arcais a Santoro, da Freccero a Vincenzo Vita, da Piovani a Fiorella Mannoia, da Dario Fo e Franca Rame in un messaggio video a Beppe Grillo in un sovreccitato collegamento telefonico ("Ringraziateli per questa censura. In fondo fanno il nostro gioco, sono piccoli uomini..."). A condurre le "danze", sempre come ai tempi d'oro, una Serena Dandini in gran forma. L'Ulivo ufficiale non c'era (anche qui, come da tradizione), ma i messaggi di Fassino e soci non sono mancati.

La gente affluita in modo massiccio e quasi inaspettato non solo a Roma ma nei tanti teatri collegati in tutta Italia aveva una gran voglia di sentir parlare male di Berlusconi, manco a dirlo, ed è stata ovviamente accontentata, con l'imitazione della generosa Guzzanti (che poi un attimo dopo ha imitato polemicamente anche D'Alema), con il notevole Gasparri di Neri Marcorè, con il "fascista su Marte" di Corrado Guzzanti, con le tante esibizioni di altri comici, praticamente tutte a sfondo politico. E poco importa che non si ridesse poi tanto, che lo show complessivamente fosse alla fine monocorde e persino un po' noioso (difetti già emersi con la prima puntata su RaiTre). Lì si rivendicava infatti il diritto alla libertà di satira (anche piuttosto malriuscita e a senso unico, come in questo caso) e alla libertà di Tv. E c'è una fetta di opinione pubblica (magari non maggioritaria ma consistente) che su questi temi è pronta a mobilitarsi. L'atmosfera libera e frizzante ha esaltato in apertura di serata Giulietto Chiesa, che ha proclamato: "Stasera si celebra l'inizio della liberazione dal monopolio di Berlusconi sulla comunicazione".

Già, perché la Tv c'era, eccome. È stata la giovanissima Emi. Li. Tv a incaricarsi di ritrasmettere in tutta Italia via satellite l'evento dimostrando capacità di mobilitazione immediata e anche una certa capacità tecnica; con lei, secondo gli organizzatori della serata, erano collegate qualcosa come 150 Tv locali italiane, pur in maaggioranza piuttosto piccole e anche, in Fm e via satellite, Radio Popolare e Radio Città Futura.

Sembrava, per fare un paragone, di rivivere quella serata di giugno di qualche anno fa, quando Fabio Fazio tenne a battesimo il nanetto della prima "7", fra mille speranze e un grande entusiasmo. La cosa finì male subito ma non è detto he stavolta vada così, specie se continueranno le censure in Rai, terreno fertile per mobilitazioni e nascita di nuove voci televisive. Questa Emi.Li. va tenuta d'occhio, perché stavolta non pare effimera come le varie No War Tv, Global Tv e persino Iride, perché potrebbe fare strada e anche perché un opportuno accordo ha permesso la sintonizzazione fra i 900 canali di Sky (a dimostrazione che Murdoch non disdegna di tener presenti anche le esigenze dell'opposizione politica in Italia).

La sera prima, infine, sabato, grande serata anche a "L'infedele" su La7, con un Gad Lerner finalmente liberato da troppe trasmissioni un po' astruse e rivolte a pochi adepti; stavolta era alle prese con due temi che facevano scintille: la censura a Sabina Guzzanti, appunto, e la sentenza del processo Previti. Ferrara e Sabina si sono insultati come da copione, Travaglio ha fatto il suo lavoro da "guastatatore", mentre si è rivisto, fra gli altri, anche un altro autore della Guzzanti, Curzio Maltese, non molto assiduo davanti alle telecamere. Ne è uscita una trasmissione viva, vivace e gradevole, come da Gad non ricordavamo quasi più.

Mauro Roffi

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