Sabina Guzzanti show: psicodramma a RaiTre

RaiTre nella bufera per merito (o per colpa) di “Raiot”, programma che comunque, dati Auditel alla mano, è stato tra i più visti della serata di domenica. Ruffini prima cancella la trasmissione e poi la rimette in onda.

"Raiot-Armi di distrazione di massa", il nuovo programma di satira di Sabina Guzzanti andato in onda domenica sera dopo una difficile vigilia (in parte prevista dalla stessa Guzzanti), solo poche ore prima della messa in onda era in realtà stato soppresso, almeno momentaneamente, perché "non compatibile con il momento storico che vive il Paese" ma anche perché "poco cOErente con la sobrietà di RaiTre".

Nel pomeriggio di domenica il direttore di RaiTre Paolo Ruffini aveva infatti comunicato al responsabile del programma, Andrea Salerno, di avere deciso, davvero a sorpresa, che "Raiot" non andasse più in onda. La cancellazione del programma avrebbe in realtà avuto conseguenze negative per la terza rete, visto che, tornata in onda dopo un vero e proprio psicodramma, la trasmissione della Guzzanti dalle 23.27 di domenica in poi ha alla fine ottenuto il 18.37% di share (in media 1.834.000 spettatori) con punte del 25% (oltre due milioni di telespettatori). In sintesi, come fatto notare dall'ufficio stampa della Guzzanti, dopo mezzanotte RaiTre è stata per oltre mezz'ora la prima rete nazionale.

L'idea di non trasmettere l'appuntamento satirico pare fosse venuta spontaneamente al solo Ruffini, preoccupato per la "durezza" del programma, in chiave ferocemente anti-berlusconiana, soprattutto tenendo conto dell'atmosfera di generale cordoglio per le tragiche vicende che hanno coinvolto i nostri Carabinieri in Iraq. Ma la mossa, a pochissime ore dalla messa in onda e con le registrazioni del programma in corso, si è rivelata goffa e controproducente per Ruffini, che è finito sulla graticola. "Sono pazzi - aveva infatti subito affermato, sconvolta, Sabina Guzzanti - , la cancellazione del programma è una mossa gravissima che riguarda le libertà fondamentali che in una democrazia devono essere rispettate, non solo quando si parla di satira. Continuo a pensare che questa decisione di chiudere il programma non sia partita da Ruffini, ma da altri...".

Ed ecco i sospetti, le dietrologie, gli strali su Cattaneo e su Berlusconi, le conferenze stampa di denuncia che costringevano in pratica Ruffini a una clamorosa marcia indietro, che dissipasse il clima pesante venutosi a creare immediatamente in Rai e nel mondo politico. "Via libera", allora, da parte di Ruffini a "Raiot" in coincidenza con il Tg3 delle 19, sia pure in modo molto sofferto e con un incredibile nuovo "ribaltone". Poi è venuto il successo di audience, che non ha certo cancellato i problemi, anzi semmai, li ha acuiti, concentrando l'attenzione ancor di più sulla violenta satira anti-Forza Italia della figlia del parlamentare forzista Paolo.

Il lunedì non ha portato meglio. Ieri Cattaneo e il Cda Rai sono alla fine intervenuti per visionare la trasmissione, che potrebbe non avere una seconda puntata, mentre la posizione di Ruffini, troppo indeciso e maldestro, si fa sempre più difficile. Per la serie "piove sul bagnato", poi, Mediaset ha nel frattempo dato mandato ai propri legali di avviare azioni giudiziarie nelle sedi competenti nei confronti della Rai e dei responsabili di "Raiot" per alcune pesanti battute sulla pubblicità sulle sue reti. Lo ha reso noto l'azienda milanese spiegando che "nel corso del programma sono state pronunciate menzogne e insinuazioni gravissime contro Mediaset contrarie alla verità dei fatti e di conseguenza lesive dell'onorabilità di una società quotata in Borsa".

Anche la Comunità Ebraica di Milano è riuscita ad arrabbiarsi per una battuta di "Raiot". La protesta è arrivata per la frase sulla "razza ebraica", "un'espressione - secondo il portavoce della Comunità Yasha Reibman - che non veniva utilizzata da 65 anni".

Di certo non finirà qui. Dopo il lutto di oggi per i funerali dei Carabinieri morti in Iraq, si verrà al dunque. E molte cose possono ancora succedere, con un prevedibile ruolo di primo piano (di mediazione, se ancora è possibile) per la presidente Lucia Annunziata.

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