Sarà magari anche stato un sintomo del malcostume che circola alla Rai e fra i politici ma non sembrano configurarsi precise ipotesi di reato. Sembra essere questa la possibile ‘salomonica’ conclusione dell’inchiesta romana sui famosi ‘colloqui telefonici’ fra Agostino Saccà e Silvio Berlusconi.
Vediamo la notizia Ansa sul tema:
«La procura della Repubblica di Roma, ha chiesto l'archiviazione per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e per l'ex direttore di Rai Fiction Agostino Saccà, in relazione alla vicenda legata alla raccomandazione di cinque attrici per la produzione di fiction tv, in cambio di un sostegno finanziario allo stesso Saccà.
La procura della Repubblica di Roma ha chiesto al gip la distruzione di tutte le intercettazioni che riguardano l'inchiesta sulla presunta corruzione che ha coinvolto Silvio Berlusconi e l'ex direttore di Rai Fiction Agostino Saccà. La richiesta riguarda le conversazioni tra Saccà e Berlusconi e conversazioni private fatte dagli indagati con terze persone tra cui attrici e politici non coinvolti nell'indagine.
Secondo quanto scritto nella richiesta di archiviazione "le conversazioni appaioni irrilevanti" e la distruzione viene sollecitata al gip per "assicurare il massimo della tutela possibile alla riservatezza dei soggetti coinvolti". Le intercettazioni ritenute irrilevanti dalla procura, riguardano anche colloqui privati di Berlusconi con altre persone e ragazze che orbitavano nel mondo dello spettacolo. L'inchiesta partenopea su presunte pressioni del premier Silvio Berlusconi sull'ex direttore generale di Rai Fiction Agostino Saccà per favorire alcune attrici, aperta a Napoli passò poi alla procura della Capitale. Il gip di Napoli Luigi Giordano, che aveva accolto la richiesta dei legali di Berlusconi di dichiarare l'incompetenza territoriale dell'autorità giudiziaria napoletana, determinò anche la trasmissione delle intercettazioni alla procura di Roma. Secondo la procura di Napoli, sarebbero state solo cinque-sei le telefonate che avrebbero provato l'accusa di corruzione nei confronti del premier. L'autorità giudiziaria della Capitale ha invece deciso di chiedere la distruzione di tutte le intercettazioni, ritenendole penalmente irrilevanti.
''Non vi è certezza sull'esistenza di un 'do ut des'. Lo stretto legame tra l'on. Berlusconi e Saccà, che emerge con l'evidenza dall'attività investigativa, era tale da consentire al primo di effettuare segnalazioni al secondo senza dover promettere o ottenere nulla in cambio''. Questo sostiene la Procura di Roma nella richiesta di archiviazione al gup. In una intercettazione telefonica, tra le prove acquisite dal pm di Napoli, Berlusconi parlando con Sacca' dice: ''Sai che poi ti ricambierò quando sarai dall'altra parte, quando tu sarai un libero imprenditore...''. Sacca ride e Berlusconi riprende: ''Mi impegno a darti un grande sostegno''. La procura rileva in proposito che ''non si può non rilevare la estrema genericità della asserita promessa corruttiva che emerge da questa telefonata''. Inoltre secondo quanto si legge nella richiesta di archiviazione al gup Saccà non era incaricato di pubblico servizio. ''Appare logico concludere che l'attività pubblica della Rai - si legge negli atti del pm - è di regola limitata alla trasmissione, non anche alla realizzazione dei contenuti prova ne è che la stessa direzione fiction può ben acquistare oltre che produrre i contenuti destinati alla futura ed eventuale trasmissione''».