Santoro dà il via alla Rivoluzione

Ecco i primi riscontri dopo ‘il gran giorno’ di Michele Santoro per la prima volta sulle Tv locali, su Sky e sul Web e non sulla Rai. Gran successo, ascolti alle stelle (in rapporto alla nuova diffusione) e un programma gustoso dove Lavitola ha fatto anche del cabaret…

Per aprire la “rivoluzione” chiamata “Servizio Pubblico” della Tv, Michele Santoro ha scelto la citazione dei “grandi vecchi” del giornalismo, Biagi e Montanelli, con in più anche Mario Monicelli, cadendo nel luogo comune ma con probabile grande presa sul pubblico. E poi ha detto di non essere “guru, profeta, martire”, come molti lo descrivono (“non sono niente di questo”). Ma è proprio l'etichetta di martire e perseguitato che Santoro si è cucito addosso in questi anni di contrasti con la Rai e per questo ruolo, visto dall'esterno, sembra persino provare un certo compiacimento.

Ma bisogna riconoscere a Cesare quel che è di Cesare ed è fuori di ogni dubbio che l'operazione Santoro sia riuscita. Per quanto di parte il giornalista campano è bravo a fare Tv. Senza alcun dubbio.
Sa fare Televisione, ne conosce i meccanismi, i ritmi, ha uno stile di conduzione personale e da affabulatore ma che fa presa sul pubblico, ha dei bravi autori ed un buon team di lavoro. Ed i primi dati d'ascolto, seppur approssimativi (difficili da calcolare gli ascolti delle diverse 'articolazioni' di diffusione) gli danno ragione.

Secondo le prime stime l'ascolto sulle Tv (tra emittenti locali e Sky) si è attestato sul 12%, un dato clamoroso per questo tipo di diffusione, al quale andrebbe aggiunto l'ascolto via web, che porterebbe lo share al 14%. Numeri ovviamente inferiori rispetto alla share delle puntate di 'Annozero' su RaiDue ma comunque molto incoraggianti per essere il primo esperimento del giovedì che mette in rete web, locali e una piattaforma satellitare come Sky.

Era comunque un Santoro più tranquillo di quello che si vedeva abitualmente ad 'Annozero', forse perché non c'erano la Santanché o i La Russa ad “attizzarlo” né (unico potenziale guastatore- per Santoro) poteva sostituirli il vicedirettore di 'Libero' Franco Bechis (e non Belpietro, per dire). Santoro era perfettamente a suo agio nello studio di Cinecittà con ottime scenografie che riprendevano un cantiere di lavoro (gru e impalcature), tutto giocato sulle tonalità del rosso, proprio come 'Annozero', e con una grafica che riprendeva quella del vecchio programma Rai.

Si è parlato di casta e politica, non sono mancati i riferimenti alla Rai “che sta morendo” (dove però Santoro sembrerebbe disposto a tornare immediatamente, se solo Viale Mazzini lo chiamasse) ma ci sono stati due momenti peculiari del programma. Il primo, particolarmente gustoso, il collegamento con il faccendiere Valter Lavitola dalla località “pseudo segreta” sulle cui orme Santoro ha sguinzagliato l'inviata (che Lavitola ha definito “il mastino biondo”).
Dal collegamento con il conduttore è nato un curioso siparietto apertosi con i dubbi (reali?) se in collegamento ci fosse veramente Santoro o un suo imitatore (pensava forse a Crozza?). E poi il rimbrotto “Santoro, siete tirchi, non mi avete dato un monitor, non riesco a vedere le vostre immagini” e infine, non plus ultra, Lavitola che, ben immedesimato nel ruolo di tonto (“sono uno sfigato”), si era dotato di lavagnetta sulla quale aveva scritto uno schema per illustrare gli scambi di denaro tra Berlusconi, lui stesso e Tarantini.

Altro colpo di teatro ed esempio di comunicazione efficace l'intervista a Chiara Danese sul caso Ruby e sulla sua “avventura” ad una festa in casa Berlusconi. Una ragazza acqua e sapone che voleva fare la meteorina ma che si è trovata di fronte alle scioccanti feste del bunga bunga, dove è stata introdotta da Fede; ma dal bunga bunga è fuggita con la sua compagna, giocandosi la carriera in Tv e tornando al suo lavoro di cassiera al supermercato. Molto probabilmente in buona fede (si è costituita parte civile al processo sul caso Ruby) ma sembra eccessiva l'immagine di una ragazza del tutto ingenua alla quale viene chiesto un particolare tipo di abbigliamento (anche se siamo nel mondo dello spettacolo). Cose già lette sui giornali ma sulle quali Santoro ha voluto rinfrescare le idee agli italiani e dare la forza del racconto 'dal vivo' della ragazza.
Poi c'è il solito prevedibile Travaglio, la transfuga di La7 Costamagna (che ha dato vita a un piccolo 'corpo a corpo' con De Magistris), Paolo Mieli, Diego Della Valle, appunto il sindaco di Napoli De Magistris, il solito Vauro, Rizzo e Stella e i servizi di Ruotolo.

Il giorno dopo Santoro parla di successone e gongola. Gongolano anche le Tv locali coinvolte, che hanno avuto più visibilità ma magari si mordono un po' le mani pensando di aver mandato in onda solo pubblicità nazionale (di Publishare) nel corso del programma, sacrificando gli introiti dei loro inserzionisti locali (che sono solo in testa e in coda).
La rivoluzione Tv è cominciata?

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