Santoro e La7: storia di un matrimonio mai nato

Le trattative fra Santono e La7 sono state interrotte. Ma qual è la verità?

Il buonsenso comune dice: se vuoi che una cosa non succeda parlane. E a questo hanno fatto pensare, tempo fa, la divulgazione della notizia che c'era una trattativa di Santoro con La7 (poco apprezzata dall'AD Stella, uomo abituato a trattare in silenzio e a rilasciare comunicati a cose fatte) e anche i tentennamenti di Santoro, con gli appelli lanciati alla Rai per rimanere (invece) a Viale Mazzini, con lo stesso Santoro, che ne esce ancora una volta nella veste di martire che si è cucito addosso da tempo.

Fatto sta che in un comunicato molto stringato rilasciato ieri da parte di TI Media si parla di “inconciliabili posizioni riguardo alla gestione operativa dei rapporti tra autore ed editore” e che è arrivata la rottura della trattativa. In poche parole Santoro non avrebbe accettato le regole del nuovo editore che prevede un controllo molto più stretto sui contenuti rispetto alla Rai.

Dall'entourage di Santoro si parla di mancanza di volontà da parte di TI Media di garantire l'assistenza legale al programma e di diritto di visione da parte dell'ufficio legale dell'azienda dei testi prima della messa in onda del programma (condizione che stranamente non sarebbe stata posta a 'Vieni via con me', altro programma molto inviso al presidente del Consiglio e all'intero centrodestra). Di fronte a questo Santoro aveva prospettato un periodo di prova di una decina di puntate.

Le interpretazione dalla rottura della trattativa sono molteplici. Si va da quelle politiche di cui parla lo stesso Santoro, ovvero pressioni da parte di Mediaset (e di conseguenza di Berlusconi), a quelle di carattere economico, dal momento che il conduttore avrebbe portato alla rete (dopo i circa 20 milioni di pubblicità di Mentana) circa 10-12 milioni di investimenti pubblicitari.
Sicuramente la teoria della 'pressione esterna' addotta da Santoro porta alle estreme conseguenze, anche se è ovvio che un canale come La7, in crescita di ascolti, e di conseguenza in grado di attirare nuovi investitori pubblicitari, grazie ad una campagna acquisti vincente, è un elemento di disturbo per Mediaset.

Ma forse ha ragione Mentana che nel suo tg di ieri sera alle 20 ha lanciato un appello chiaro e diretto.:“In questa rete c'è sempre stata la più piena libertà. Ma è necessario che Telecom Italia Media chiarisca in maniera inoppugnabile che ha fatto le sue scelte senza nessuna pressione esterna, come (invece) molti hanno ipotizzato”.

Intanto il 7 luglio c'è una nuova puntata della 'Santoreide', quando si riunirà il Cda Rai, dopo che i consiglieri di minoranza hanno contestato l'accordo fatto da Santoro con la stessa Rai; i consiglieri ritengono che l'importo dell'accordo, pari a 2,5 milioni, sia superiore a quello che può trattare il direttore generale in autonomia: la competenza sarebbe dello stessa Cda.

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