Santoro: la Rai “non si adegua”, la parola al giudice

O il sabato pomeriggio, per otto puntate, o il sabato e la domenica notte, per sedici puntate, il tutto su RaiTre. La Rai pensa di cavarsela così con Santoro. Ma la questione non è chiusa…

Il giudice Massimo Pagliarini, della sezione lavoro del Tribunale di Roma, si è riservato la decisione (entro cinque giorni) sul ricorso presentato da Michele Santoro contro la Rai. Nel corso dell'udienza di oggi, Michele Santoro ed il suo legale, Domenico D'Amati, hanno affermato che ''le proposte fatte dalla Rai non eseguono l'ordinanza del giudice'' che aveva disposto il reintegro del conduttore.

In campo c'erano le due ipotesi di reintegro (entrambe sulla terza rete) del conduttore di 'Sciuscià' avanzate dalla Rai, la prima che prevede una fascia pomeridiana (otto puntate tra le 16.30 e le 18) del sabato e l'altra di sedici puntate di venti minuti da trasmettere però in terza serata, dopo l'una di notte, di sabato e domenica. A occhio, due collocazioni umilianti (specialmente la seconda) che si adeguano solo in apparenza, dunque, alle precedenti decisioni del Tribunale del Lavoro; nella sostanza, l'ostracismo verso Santoro alla Rai continua.

Si prolunga insomma la situazione di conflitto tra il giornalista e l'azienda che si trascina ormai da tempo e che era di fatto cominciata dopo che il Presidente del Consiglio Berlusconi aveva puntato il dito, in una ormai famosa visita ufficiale in Bulgaria dello scorso anno, contro lo stesso Santoro, Biagi e Luttazzi.

Santoro non ha usato eufemismi per far capire che le offerte della Rai non sono di suo gradimento. "Non eseguono l'ordinanza del giudice, c'é solo l'umiliazione e il dissolvimento di un gruppo professionale. Queste proposte non sono state elaborate con il mio consenso e non ritengo di dover scegliere in questa sede". Accettandole, ha aggiunto, "accetteremmo di entrare in una prigione culturale".

I legali della Rai hanno invece sostenuto che Santoro è un lavoratore dipendente "che non ha nessun diritto a scegliersi il palinsesto". Giusto, ovviamente, ma - si potrebbe aggiungere - Santoro era ed è anche un personaggio da buoni ascolti, che la Rai ha preferito prima escludere dai palinsesti (con ciò, oltretutto danneggiandosi non poco da sola nei confronti della concorrenza) e ora, dopo l'ordinanza dei giudici, tentare di nascondere in un angolino, per evidenti motivazioni di ordine politico.

Sembra ragionevole concludere che in questo modo la Rai non andrà molto lontano e le questioni di Santoro e Biagi continueranno a pesare come macigni sul suo immediato futuro (Mauro Roffi).

Pubblica i tuoi commenti