Sarà l’ora del beauty contest?

Mentre dilaga la polemica sull’asta dei prossimi mesi per i canali 61-69, ci sarebbe anche l’assegnazione via beauty contest del dividendo digitale, con Sky coinvolta. Forse proprio per questo il Governo va per le lunghe. Ma ora…

Ne ha parlato il sito www.digital-sat.it riprendendo un articolo del 'Sole 24 Ore':

«Finalmente ci siamo. Almeno così pare. Il beauty contest che assegnerà cinque (più una) frequenze digitali ad altrettanti operatori sarebbe quasi al via. la bozza del bando (è stata) inviata a Bruxelles per recepire le osservazioni della Commissione UE. Intanto circolano le prime indiscrezioni pubblicate… da Marco Mele sul 'Sole 24 Ore'.
In primo luogo si spiega cosa sia effettivamente il beauty contest: non è previsto «alcun prezzo né rilancio, nonostante tali frequenze non siano certamente di valore inferiore a quelle messe in gara tra gli operatori telefonici per la banda larga mobile per ricavare 2,4 miliardi».
Le sei frequenze saranno divise in tre sottoinsiemi: le tre frequenze del lotto A sono riservate ai nuovi entranti, le due del lotto B ai già operanti sul mercato, mentre l'unica del lotto C è quella destinata a sistemi avanzati con la tv per i telefonini (DVB-H, standard ormai in discesa) o il DVB-T2. Sky ad oggi potrà concorrere esclusivamente per il lotto A e non potrà vedersi assegnata più di una frequenza. L'unica che potrebbe averne due è TI Media, dato che al lotto C possono partecipare anche gli operatori già in attività purché abbiano meno di tre frequenze analogiche.
Mele riporta alcune precisazioni sulla possibilità di 'cessione' delle frequenze: «Per cinque anni i diritti d'uso su tali frequenze non potranno essere trasferiti a terzi. Con un'eccezione: il trading sarà ammesso tra i soggetti che si aggiudicano una frequenza del lotto A, "ad eccezione dell'operatore di cui alla decisione" dell'Ue, cioè a Sky Italia. Il trading è ammesso anche per Rai e Mediaset, a patto che, trovandosi con cinque reti digitali, cedano a terzi il 40% della capacità trasmissiva della quinta rete, come previsto dall'Agcom».
Per quanto riguarda le graduatorie, «sarà elaborata da una commissione di massimo cinque componenti, comunque in numero dispari, designati dal ministero dello Sviluppo Economico, avvalendosi di un advisor».

È prevista l'assegnazione di determinati punteggi a seconda di alcuni criteri ben precisi, alcuni dei quali - sostiene Mele - sembrano favorire chi è già più forte: «si daranno (infatti) sino a tre punti a chi il maggior numero di reti digitali nazionali terrestri. Con la stessa logica si premierà con altri tre chi ha il più elevato numero di impianti e con ulteriori tre punti chi ha il più elevato numero di sedi operative in Italia. Ancora sino a tre punti a chi garantirà la maggior copertura nel primo anno dall'assegnazione delle frequenze (si avvantaggia chi ha più impianti). E sino a quattro punti a chi assicurerà la maggior copertura al quinto anno e altri quattro a chi avrà il più elevato numero di siti sempre al quinto anno».
Tutto questo - continua Mele - anziché premiare chi utilizza il minor numero di impianti e siti per ridurre l'inquinamento elettromagnetico: «Si daranno solo sino a due punti a chi minimizzerà l'impatto paesistico-ambientale e le interferenze con i paesi confinanti. Quanto ai piani editoriali non si distingue, nella bozza, tra fornitori di contenuti indipendenti o meno dell'operatore di rete, mentre si premiano giustamente i canali in Alta Definizione».

Quel che è certo è che la graduatoria sarà unica e non divisa sin da subito per lotti: in questo modo chi si classificherà in cima alla stessa potrà scegliere quale frequenza utilizzare, esonerando così il Ministero dall'attribuire le frequenze più pregiate - tra cui il canale 58 già utilizzato da Mediaset per sperimentazione - ad un lotto piuttosto che ad un altro».

Pubblica i tuoi commenti