Una bella soddisfazione per La7, che tocca il 12% di ascolti con “Quello che (non) ho” di Fazio e Saviano. La prima serata ha evidenziato una costruzione accurata e una indubbia qualità di ‘scrittura’. Un programma “di grandi emozioni”.
Ascolti da record per La7 con l'esordio di 'Quello che (non) ho', il nuovo programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano. La prima puntata è stata seguita ieri sera da 3 milioni 36mila telespettatori, pari al 12,66% di share.
Il programma si è aperto con una bella e ampia inquadratura della location, l'Officina Grandi Riparazioni di Torino, che subito ha lasciato intuire - come d'altra parte ci si aspettava - che non sarebbe stato un programma televisivo fatto solo di luci, colori o lustrini, anche se anche questi elementi c'erano tutti (anche il balletto non mancava, per dire). Quello di ieri è stato un programma ben costruito, fatto di parole non urlate, bensì quasi sussurrate, recitate, alla ricerca di un senso perduto o volutamente dimenticato, ritrovato o definitivamente cancellato. Gli autori del programma hanno voluto che ogni ospite portasse la sua parola 'cara', con cui poi creare un piccolo racconto o ricordo che loro stessi hanno letto pacatamente, educatamente, senza eccessi e clamori.
Con la comparsa di Fabio Fazio la fabbrica è diventata effettivamente un immenso studio televisivo ed è apparso il pubblico. Le prime parole del presentatore sono state proprio per la fabbrica che poeticamente si è trasformata da vecchia officina meccanica per riparare i treni a nuova officina 'riparatrice di Parole' e poi per La7, “che ha deciso di ospitare incondizionatamente Saviano”.
Dopo la poesia 'Le parole' di Gianni Rodari, scelta da Fazio come incipit più che mai adatto alla trasmissione, è arrivato fra gli applausi anche Roberto Saviano, che come prima parola, quasi a giusta rivincita e chiosa dell'edizione di 'Vieni Via con me' di un anno e mezzo fa, ha portato proprio 'Interloquire', che tanto fece arrabbiare Maroni e la Lega. “Che bello sarebbe stato se, invece di arrabbiarsi, avessero scelto di Interloquire con la Procura” - ha detto Saviano.
A questo punto la canzone di De Andrè che dà il titolo al programma ha riempito lo studio e sono arrivati uno dopo l'altro, gli ospiti, che come già in 'Vieni via con me', dopo solo una semplice ed essenziale presentazione da parte di Fazio, hanno raccontato in pochi minuti la loro parola più significativa.
E così Lila Hazam Zanganeh, scrittrice iraniana in esilio ha parlato del 'Bacio', Pupi Avati ha fatto una commovente analisi di 'Sempre' e ancora Ermanno Rea ha parlato a difesa di 'Impossibile', mentre Massimo Gramellini ha scelto la 'Forza femmina' della nuova leader socialdemocratica Kraft e l'attore Pierfrancesco Favino ha letto una lettera alla sua bimba che sta per nascere. Erri De Luca ha parlato di 'ponte', con riferimento soprattutto a quello di Mostar, una parola che unisce anzichè dividere, come i muri.
Gustoso poi il duello fra Marco Travaglio e Gad Lerner alle prese con 'Politica' e 'Antipolitica'. Maurizio Landini ha parlato con garbo del 'freddo' all'epoca dei suoi inizi come operaio, quando ha iniziato a 'sentirsi sindacalista' (che “però non è una professione” - ha detto).
Dopo un'eccellente Elisa, ospite fissa delle tre serate, che ha cantato 'Father and Son' di Cat Stevens accompagnandosi solo col pianoforte su un pavimento che è diventato grazie a giochi scenografici essenziali e delicati, un prato di margherite, è arrivato ancora Saviano con il suo primo racconto dedicato ai suicidi. Saviano, senza arroganza, ha sottolineato come dovrebbe essere impossibile togliersi la vita per problemi economici ed è arrivato a suggerire una cosa molto concreta al Governo, a cui sembra quasi impossibile non aver pensato prima: la creazione di sportelli di aiuto per chi ha difficoltà economiche. A questo punto ha commosso la testimonianza letta dall'attrice Francesca Inaudi della figlia di un imprenditore edile suicida.
Il secondo monologo di Saviano è stato invece sulla spaventosa tragedia di Beslan, in Ossezia del Nord, avvenuta nel settembre 2004 all'interno di una scuola appena riaperta dopo le vacanze dove persero la vita diverse centinaia di bambini e furono coinvolte più di mille persone, usate e torturate come ostaggi. Un racconto fatto di parole dure, vere, che hanno fatto piangere, perché evocavano immagini troppo reali, dolorose, crudeli. Saviano ha detto di essere stato 'autorizzato' a “raccontare tutto” dalla stessa Presidente dell'Associazione Mamme di Beslan, presente in studio e brevemente sentita da Fazio.
All'interno del programma, il cambio di registro è spettato a Luciana Littizzetto, anch'essa ospite femminile fisso, che con la sua solita irriverenza ha parlato della 'Donna' e ironizzato sulla storia e la trasformazione delle mutande che da enormi, come quelle delle nostre nonne, sono diventate pressoché invisibili e soprattutto scomode. Poi ha fatto un salto quasi mortale ed è arrivata alle donne vere, violentate o uccise dai loro uomini (55 dall'inizio dell'anno).
A un altro comico, l'incontenibile Paolo Rossi, l'arduo compito invece di parlare di Finanza.
Fra gli ospiti musicali, un efficace Piero Pelù che ha presentato la versione rock di “Quello che non ho” e un formidabile Raphael Gualazzi coi virtuosismi swing di 'Summertime'.
Il programma si è chiuso, come già 'Vieni via con me', con l'elenco da parte di Fazio e Saviano (a cui si è aggiunto anche la Littizzetto) di 'Quello che ho' o 'non ho', in un crescendo di idee e spunti su cui riflettere.
Aspettando ora la seconda puntata stasera, ci chiediamo perché non si sia lasciato più spazio alla voce di Elisa e se tre serate di fila non siano 'troppe', se non siano difficilmente assorbibili, una dopo l'altra, e se non si perda un po' di quella preziosità legata anche all'attesa di un evento quale questo programma ha voluto e saputo essere.
Comunque sia, una serata di grande qualità, giocata sul filo delle parole e delle emozioni che esse suscitano, che ha retto bene persino l'ingrato spazio di tre ore (un'esagerazione, ma così gira la Tv) messo a disposizione di La7, che ha fatto le cose in grande e le ha fatte bene, anche come scelta di location, struttura produttiva e spazio scenografico (insieme a Endemol). Verrebbe quasi da urlare per contestare una Rai che non ha voluto questo programma, facendosi molto male da sola.
Un bilancio lo trarremo mercoledì, dopo l'ultima puntata, per ora non resta che constatare come in Tv sia ancora possibile 'scrivere' con cura e poi diffondere un programma che valga la pena di vedere. Il pubblico questo lo nota sempre e alla fine apprezza.