Il primo provvedimento preso dalla Rai è la sospensione della responsabile del marketing strategico Rai, che si difende con grinta.
Dopo lo scandalo delle intercettazioni relative ad un'atmosfera di 'intesa' Rai-Mediaset negli anni scorsi, dalle quali è emerso che determinati personaggi in qualche modo 'vicini' a Forza Italia concordavano talora per le due reti nazionali palinsesti e linee editoriali dei Tg, Deborah Bergamini, responsabile del marketing strategico Rai ed una delle principali protagoniste della vicenda, è stata sospesa dall'incarico. La Bergamini compare nelle intercettazioni, pubblicate da 'Repubblica' e sembra, dalla Rai, prendere accordi con Mediaset su programmazione e contenuti del servizio pubblico. Con Bergamini sono coinvolti, fra gli altri, Bruno Vespa, Carlo Rossella, Fabrizio Del Noce, Clemente Mimun.
Il provvedimento è stato deciso dopo l'indagine interna avviata dalla Rai. La manager, ex segretaria personale di Silvio Berlusconi, nei giorni scorsi avrebbe rifiutato di dare spiegazioni sui suoi comportamenti di quel periodo alla Commissione d'inchiesta istituita dal Dg Claudio Cappon proprio per far luce sulla vicenda. L'azienda, a questo punto, ha adottato un provvedimento di sospensione cautelare della manager. Che ha deciso di tacere di fronte alla commissione ma non nel suo blog, come vedremo.
"Nei confronti della Dottoressa Bergamini non è stato preso alcun provvedimento disciplinare - precisa la Rai in una nota diffusa dall'Ufficio Stampa - . L'Azienda ha deciso di dispensare temporaneamente la Dottoressa Bergamini dal rendere prestazione lavorativa fino alla conclusione del procedimento istruttorio in corso. Si tratta di una misura cautelativa presa a tutela della Rai, per consentire al Comitato Etico di completare gli accertamenti e alla stessa Bergamini, dopo le sue audizioni allo stesso Comitato Etico e all'Internal Auditing, di fornire gli elementi a sua disposizione".
Deborah Bergamini continuerà a percepire regolarmente la retribuzione che le è dovuta nel ruolo di direttore del Marketing Strategico della Rai. L'essere stata dispensata temporaneamente dal rendere prestazione lavorativa fino alla conclusione del procedimento istruttorio interno alla Rai non presuppone infatti la sospensione dal trattamento economico, proprio perché non si tratta di un provvedimento disciplinare adottato nei suoi confronti.
La Bergamini era stata anche convocata dall'Ordine dei giornalisti di Milano presso cui è iscritta come giornalista professionista.
Ma vediamo le dichiarazioni di difesa di Deborah Bergamini, riportate dal sito di 'Repubblica':
«"Da oggi non vado più in ufficio, dopo cinque anni di lavoro per la Rai. Solo per la Rai. Ciò che mi si è scatenato addosso in questi giorni è basato sul nulla. Sintesi di brogliacci interpretati e decontestualizzati da alcuni giornali". Inizia così la lettera che la dirigente Rai Deborah Bergamini ha pubblicato oggi sul suo blog (www.deborahbergamini.it) sulla sua sospensione cautelare decisa dall'azienda di viale Mazzini a seguito di intercettazioni che proverebbero un presunto accordo Rai-Mediaset sulla programmazione e sui contenuti dei notiziari. Seguita la Bergamini: "È bastato questo per ritrovarmi al centro di un frettoloso linciaggio mediatico. Perché ho aperto un blog, mi hanno chiesto. I commenti che leggete in questo blog sono solo una parte della marea di quelli che sono stati postati in questi giorni. Molti sono di solidarietà. Moltissimi di insulti. Per me è stato molto istruttivo leggerli. Credo, oggi, che molto del livore che si è scatenato sia anche il frutto di un modo malato di fare informazione. È il caso di fermarsi a riflettere. Tutti quanti". Aggiunge la direttrice del marketing strategico della Rai: "Ai tanti che mi domandano conto degli attacchi che mi sono stati rivolti, posso solo dire di andare a vedere i dati di ascolto della Rai negli ultimi cinque anni e le registrazioni di cosa è andato veramente in onda nei giorni della morte di Papa Giovanni Paolo II e delle elezioni amministrative del 2005. Ma quale collusioneO Ma quali "inciuci"O La cosa che mi dispiace di più è che si sia detto che non ho voluto "collaborare" con l'Azienda sull'intera vicenda. È vero proprio il contrario. Ho solo chiesto di entrare nel merito non sulla base di articoli di giornale ma degli atti ufficiali che starebbero all'origine di quegli articoli. Infatti ho chiesto alla Procura di Milano di poter acquisire questi documenti. Li porterò a Viale Mazzini non solo per fare chiarezza sulla mia posizione, ma anche per difendere la Rai dai teoremi inventati"».