Se ce la faremo… Il settembre della ripresa.

Anche stavolta l’avvertimento per chi ci legge, a settembre, è il solito: questo numero di Millecanali è stato preparato, impaginato e poi ‘dato alle stampe’ almeno un mesetto fa rispetto al momento in cui voi scorrete queste righe. Per le consuete ragioni (necessità di rispettare la ‘canonica’ sospensione delle attività di agosto; obbligata presenza all’IBC di Amsterdam all’inizio di settembre), quindi, potrebbero esserci aggiornamenti importanti delle ultime settimane (agosto) di cui non siamo…

Anche stavolta l'avvertimento per chi ci legge, a settembre, è il solito: questo numero di Millecanali è stato preparato, impaginato e poi 'dato alle stampe' almeno un mesetto fa rispetto al momento in cui voi scorrete queste righe. Per le consuete ragioni (necessità di rispettare la 'canonica' sospensione delle attività di agosto; obbligata presenza all'IBC di Amsterdam all'inizio di settembre), quindi, potrebbero esserci aggiornamenti importanti delle ultime settimane (agosto) di cui non siamo in grado di rendervi conto su questo numero.

Ma già, cosa potrà essere successo di rilevante in agosto? Già sul numero scorso di 'Millecanali' abbiamo ricordato che agosto 2011 è stato il periodo dello spread, il tremendo mese del crollo delle Borse, dell'inizio della fase più acuta della 'grande crisi', che da allora all'inizio delle ferie 2012 non ci ha più abbandonato.

Crisi, crisi e ancora crisi anche nell'agosto 2012, spread alle stelle, prospettive di recessione ancor più dura? Al momento in cui scriviamo (26 luglio), un barlume di speranza c'è e ce l'ha dato l'unico organismo che poteva forse opporsi alla 'tendenza al disastro continentale' che la miopia politica dei Governi europei stava alla fine producendo: parliamo della Bce, che ha lanciato un segnale chiarissimo ai famigerati 'mercati', dove in tanti hanno scommesso sulla dissoluzione dell'Euro.

Basterà? Forse no ma forse anche sì, se l'intera Europa remerà finalmente nella direzione giusta e soprattutto in una sola direzione.

Questo è lo scenario con cui comunque si apre una nuova stagione di attività, come sempre, a settembre. Si riparte, i bambini a scuola e gli adulti al lavoro, i nonni, se ce l'hanno fatta ad andarci, in pensione.

Mai ripresa è stata più piena di incognite e di paure come quest'anno, davvero in diversi momenti è sembrato che non ci fosse più speranza nel futuro e ben lo sanno i giovani, cui finora abbiamo offerto quasi solo precarietà o disoccupazione assoluta.

Ci piace giocare allora sul doppio significato del termine ripresa: ripresa delle attività, forzatamente, come si diceva, ma anche ripresa nel senso positivo di miglioramento delle cose, riscossa, con finalmente un po' di ottimismo, che si traduca in un minimo di cambiamento del trend economico.

Vedremo se questo periodo nero proseguirà o andrà invece finalmente verso una conclusione, di certo serviranno tempo e convinzione in un possibile riscatto del Paese e dell'Europa intera.

E che ne sarà - per venire al 'nostro piccolo', come sempre - delle Tv locali, che il nostro giornale accompagna da sempre nel loro accidentato percorso per restare a galla, in qualche modo?

In apparenza più nera di così la situazione non può essere: la spending review sembra volerle colpire ancora, lo switch off è stato disastroso, per la gran parte, la vicenda dei canali 61-69 l'ennesima mazzata, soprattutto è evidente una mancanza di sensibilità nel Governo e nelle forze politiche verso un settore che viene 'bastonato' ogni giorno senza neanche sentirne le ragioni, quasi fosse superfluo, inutile, vacuo. Le Tv locali sono invece una componente importante del sistema democratico, l'abbiamo detto molte volte, eppure non cambia in molti casi questa maledetta fama di 'contenitori di televendite', di mezzi di serie C, di hobby di pseudo-editori, di settore troppo affollato e alla fine irrilevante.

Diciamola tutta. Che ci siano ancora tante Tv locali che si arrabattano per sopravvivere, che fanno i salti mortali, che cercano tuttora una prospettiva che ci deve pur essere (se non vogliamo cancellare definitivamente una peculiarità positiva, ci pare, del nostro Paese), ha quasi del miracoloso.

Le frequenze della Tv digitale, anche se ora saranno 'decimate', sono ancora tante. L'idea di occuparle tutte con Tv nazionali dei più vari tipi e generi ci sembra indecente e ben poco democratica. Anche qui siamo ancora in tempo per cambiare direzione. Scegliamo la strada positiva della ripresa...

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