Tra sesso, droga e cadaveri, tanti cadaveri, ha preso il via mercoledì 24 su Italia 1 (poi andrà anche su Sky) la scandalosa serie americana, trionfatrice ai Premi Emmy, “Six feet under”.
Inizialmente destinata al canale satellitare Fox di Sky (dove comunque partirà il 5 aprile), "Six feet under" (serie di cui abbiamo già parlato su queste colonne mesi fa, in anteprima) è già riuscita a catalizzare l'attenzione del pubblico italiano che, buon gusto e stomaco forte permettendo, ha seguito con discreti risultati Auditel la prima puntata della serie (1.274.000, 8,36% di share), in onda su Italia 1.
Il serial, ideato, prodotto e diretto dal genio hollywoodiano Alan Ball, racconta una saga familiare che analizza la vita attraverso la sua negazione: la morte.
Alla famiglia Fisher la morte ha sempre dato da vivere: il patriarca Nathaniel (Richard Jenkins) gestisce da decadi l'impresa di pompe funebri di famiglia a Los Angeles. Alla vigilia di Natale, però, un autobus lo travolge sul suo carro funebre nuovo (la scena è letteralmente agghiacciante...) e i Fisher vedono crollarsi il mondo addosso, a partire dal figlio gay David (Michael C. Hall), da sempre al fianco del padre nell'attività funeraria e segretamente innamorato di un poliziotto di colore; ci sono poi Ruth (Frances Conroy), la moglie di Nathaniel, corrosa dal senso di colpa per aver tradito il marito e non averglielo detto, la figlia ribelle Claire (Lauren Ambrose), che cerca di tornare in sé dopo numerosi spinelli, l'ultimo figlio Nate (Peter Krause), apparentemente quello più freddo ed equilibrato. A tutti loro appare la figura-fantasma di Nathaniel, il quale commenta sarcastico le vicende che vedono protagonisti i suoi (ex) familiari.
Giunta negli USA alla sua terza stagione, 'Six Feet Under' ha ricevuto la nomination come miglior serie drammatica all'ultima edizione dei 'Golden Globe'. Il titolo della serie, che tradotto significa "Sei piedi sottoterra", indica la profondità (circa 180 cm) a cui vengono interrate le bare in America ed allude alla distanza simbolica che separa la vita dalla morte. Ogni episodio inizia con la morte di una persona e termina con il suo funerale.
La libertà creativa ed espressiva è stata consentita all'origine dal fatto che la rete che produce e trasmette la serie negli USA è il canale a pagamento HBO, cui si deve anche il fenomenale e disinibito "Sex and the city", recentemente conclusosi. Vedremo se Italia 1 e Fox avranno il coraggio di trasmettere tutta la serie senza tagli censori...