La Dia ha sequestrato beni per circa 600 milioni di euro riconducibili agli eredi di Vincenzo Rappa, imprenditore palermitano morto nel 2009, il quale avrebbe «intrattenuto rapporti con noti esponenti di Cosa nostra». Sotto sequestro anche Trm e la concessionaria di pubblicità Pubblimed.
La Direzione investigativa antimafia ha sequestrato beni per circa 600 milioni di euro (stima ritenuta prudenziale) riconducibili agli eredi di Vincenzo Rappa, imprenditore palermitano morto nel 2009, "il quale aveva intrattenuto rapporti con noti esponenti di Cosa nostra", spiega la Dia. Il Codice antimafia approvato nel 2011 ha consentito il sequestro dei beni agli eredi - i nipoti Vincenzo e Gabriele Rappa, non indagati - entro il limite massimo di cinque anni dal decesso.
Il provvedimento riguarda dunque il capostipite ormai deceduto, ma colpisce, a cascata, gli eredi di una delle più note famiglie di imprenditori palermitani. Sotto sequestro ci sono ville, edifici, terreni, concessionarie di auto, con sede a Isola delle Femmine e Catania, che commercializzano marchi di lusso, e soprattutto, per quel che ci riguarda, l'emittente televisiva Trm e la concessionaria di pubblicità Pubblimed. Nessuno degli eredi è indagato.
Tra i beni sequestrati alla famiglia Rappa figurano numerosissimi appartamenti e ville, anche di notevole pregio, ubicati in Palermo, fra i quali: la lussuosa residenza sita in via Libertà a Palermo, conosciuta come “Villa Tagliavia”; la struttura che ospita il TAR Sicilia; quella che ospita la sede del CNR a Palermo; “Palazzo De Seta” di Piazza Kalsa, sempre a Palermo.
Il valore complessivo dei beni in sequestro si può prudenzialmente stimare, come si diceva all'inizio, in 600 milioni di euro circa.
Trm e le emittenti collegate tuttavia non interrompono la loro attività.