Serbia: un premio a rischio

Il Press Vitez è uno dei più importanti festival dedicati al giornalismo televisivo dell’area balcanica. Un evento a rischio a causa dei tagli alla cultura fatti dal governo serbo.

È un grido d'allarme misto a rabbia quello che viene da Igor Aleksic, fondatore e creatore del Pess Vitez, premio serbo che riconosce il miglior giornalismo televisivo, soprattutto d'inchiesta, dell'area balcanica. Nato nel 2006 e diventato presto un importante punto di riferimento per i giornalisti dell'area, in particolare quelli di Bosnia Erzegovina, Serbia, Montenegro, Kosovo, Albania, il Festival Press Vitez continuerà ma con sempre maggiori difficoltà.

Come tutti gli eventi culturali di questo genere in Europa, la manifestazione risente della crisi in atto che penalizza per prima la cultura e l'informazione. Il governo Serbo, ha comunicato all'amico Igor Aleksic che quest'anno il sostegno economico al festival passerà dai 5.000 (prima ancora 8.000) ai 1450 euro, mettendo a rischio la manifestazione. Una brutta notizia che però ha mobilitato l'ambiente dei reporter balcanici, e non solo, che continuano a mandare attestati di stima e solidarietà all'organizzazione del Press Vitez, intenzionata a proseguire sulla propria strada e alla ricerca di nuovi sponsor, anche stranieri (a questo proposito se c'è qualche sponsor italiano interessato a farsi avanti può prendere contatto con l'organizzazione tramite il sito www.tv-festival.org).

Tra chi ha espresso solidarietà all'ideatore dell'evento ci sono anche il giornalisti palestinese Abu Harbeed di Gaza, Piro Nase, presidente dell'Associazione dei giornalisti del Sud dell'Albania, il direttore della storica TVB92 Veran Matic e molti colleghi montenegrini e serbi. Ma tra i più importanti attestati di stima e solidarietà c'è quello di Mahir Šahinović del Center for Investigative Reporting di Sarajevo, premiato all'edizione dello scorso anno del Press Vitez.

Una testimonianza fondamentale, che denota quanto siano importanti eventi come questo per riconciliare l'area balcanica e permetterle di guardare finalmente avanti, magari con l'aiuto di un'Europa, ancora troppo legata a vecchi schemi mentali e pregiudizi che portano a guardare all'area come ad una zona di conflitti mai sopiti e sempre in agguato.

“Quando è stato organizzato il primo festival Press Vitez - dice Šahinović - nel 2006, ero un giornalista di Tv Hayat a Sarajevo. Quell'anno Veldin Custovic, in seguito direttore, ha ricevuto un premio speciale. Mi ricordo di come eravamo felici e come eravamo fieri del suo successo! È stato uno di quei momenti in cui senti che i brutti tempi del passato, la passione e la tragedia dei primi anni Novanta, tutto ciò che era male ormai è alle spalle, quindi ancora una volta si può vivere in un tempo in cui tutti siano rispettati”.

“La corruzione in uno qualsiasi di questi nostri Paesi dei Balcani resta una piaga, l'importo richiesto dal festival è "mangiato" prima della pausa per la colazione. Spero il festival sopravviva alla negligenza dei funzionari e che possa diventare ancora più grande e migliore, perché ciò che non ti uccide ti rende più forte!”.

Ma passiamo ad altro, dalla stessa zona dei Balcani.

Nell'ambito del progetto Balkans' Memory, l'Ina, in partenariato con la Cineteca Iugoslava di Belgrado, ha organizzato dal 16 al 18 aprile un seminario sulla digitalizzazione degli archivi e la gestione dei media digitali.

Questo seminario di 3 giorni tratta le diverse metodologie di digitalizzazione e di stoccaggio, anche attraverso la presentazioni di buone pratiche e casi di studio. Film, video, supporti sonori: come realizzare un piano di tutela e di digitalizzazione? Quali sono le scelte più appropriate in termini di formato e di conservazione dei media digitali? Quali scenari possibili per la messa in sicurezza e la migrazione dei dati?

Corsi teorici, tavole rotonde e visite guidate da specialisti del settore coinvolgono una trentina di professionisti degli archivi di Albania, Fyrom - Macedonia, Bosnia Erzegovina, Croazia, Kosovo, Montenegro e Serbia.

Balkans' Memory è un progetto cofinanziato dall'Unione europea e guidato dall'Ina attraverso il suo centro Ina Expert, in partenariato con il Centro audiovisivo croato, il Centro archivi cinematografici dell'Albania e la Copeam.

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