Poteva essere l’autunno della ripresa e invece rischia di essere quello delle (ennesime) occasioni mancate. Scriviamo queste righe – è bene precisarlo subito anche quest’anno – poco dopo metà luglio, perché l’incombere del ‘generale agosto’ ci ha portati ancora una volta ad anticipare al primo mese vero d’estate la preparazione di questo numero di ‘Millecanali’ “targato settembre” e dunque connotato dall’essere quello che esce in occasione dell’IBC di Amsterdam, che – lo sanno tutti nel nostro s…

Poteva essere l'autunno della ripresa e invece rischia di essere quello delle (ennesime) occasioni mancate.
Scriviamo queste righe - è bene precisarlo subito anche quest'anno - poco dopo metà luglio, perché l'incombere del 'generale agosto' ci ha portati ancora una volta ad anticipare al primo mese vero d'estate la preparazione di questo numero di 'Millecanali' “targato settembre” e dunque connotato dall'essere quello che esce in occasione dell'IBC di Amsterdam, che - lo sanno tutti nel nostro settore - accompagna la ripresa dell'attività dopo la pausa ferragostana (ma nel 2014 sarà seguito quasi a ruota dall'IBTS, che tornerà a Milano).
E anche se ci resta qualche speranza che le cose, magari per gli effetti ritempranti del solleone, migliorino nel mese più vacanziero che c'è, è molto più probabile che ci si ritrovi alla già malinconica ripresa d'autunno a fare i soliti discorsi sui disastrosi effetti di una crisi che non finisce davvero più, di difficoltà in tanti settori, di un'economia che continua, nel migliore dei casi, a stare ferma e proprio non ne vuol sapere di tornare a un pieno e convinto 'segno +'.
Neanche gli 80 euro hanno fatto il miracolo - sembra di poter dire - , mentre l'occupazione continua a subire seri colpi, le banche concedono sempre poco credito e il Paese appare avvitato in una stagnazione al livello più basso, a cui sembra ormai 'rassegnato' o abituato (avete notato che il numero degli 'indignati' è calato drasticamente in Tv dopo la sconfitta di Grillo e la vittoria di Renzi alle elezioni europee?).
Ci fermiamo qui su questo, perché 'Millecanali' è un giornale di settore che racconta il mondo dell'audiovisivo a 360° e non certo un periodico imperniato sull'economia o sulla politica. Importava però dare il senso di un clima che almeno a luglio preannuncia un ennesimo autunno di crisi e non certo di operosa e beneaugurante ripresa. Gli effetti si vedono nel mondo della pubblicità, con cali ulteriori che fanno stare i media tutto meno che bene.
Non ha il 'segno +' neppure Internet e come indicazione questo dato parla da sè.
Il presidente dell'UPA Sassoli de Bianchi ha un bel dire che la fase peggiore è finita e la svolta ci sarà; ce lo auguriamo anche noi ma dopo tanti falsi allarmi viene da dire: chissà quando, chissà come.
Così ci si arrabatta - tanto ci abbiamo fatto la mano - ma è curioso, diciamo così, notare come se per i giornali e l'editoria il Governo ha alla fine manifestato un po' d'attenzione, agevolando pre-pensionamenti da una parte e ristrutturazioni dall'altra (in un colpo solo sono stati così risolti, pur fra tante contestazioni, anche il problema del contratto dei giornalisti e quello dell'equo compenso), con (si spera) anche qualche assunzione, nulla di tutto ciò si vede per le Televisioni.
Stendiamo un velo sulla Rai, dove lo sconnesso agitarsi del Governo ha prodotto per ora solo la forzata vendita di una quota di Rai Way, e non parliamo delle grandi Tv private, che la partita la giocano per conto loro, e neppure delle emittenti native digitali che si affacciano sul mercato pronte a combattere con entusiasmo, ma proprio delle Tv locali che spesso sono organi d'informazione anche di primo livello in tutte le regioni italiane.
Qui la crisi dilaga, con chiusure, licenziamenti e, dove si può, solidarietà e cassa integrazione. Dispiace che il Governo - ma anche un Parlamento molto sordo su questo tema - non abbia pensato di prendere alcun provvedimento per le Tv locali, che ritenga che questo comparto non sia insomma degno di grande attenzione. Non si parla evidentemente di dare una mano alle imprese televisive locali con nuovi fondi pubblici erogati a loro semplice finanziamento ma di studiare provvedimenti che le aiutino a cercare di uscire dalla crisi agevolandole, un po' come è stato fatto per i quotidiani. Ecco, se mai accadesse questo, l'autunno comincerebbe con un po' di speranza in più.