Si è parlato molto in questi giorni della nuova idea di Murdoch. Arrivare a una sostanziale fusione (“sotto l’ombrello” di BskyB, di cui pure non detiene la totalità) delle Sky di Gran Bretagna, Italia e Germania. Ecco cosa cambierebbe…
Riportiamo la dettagliata analisi apparsa su 'Radio Tv News', la rivista settimanale di Confindustria Radio Tv:
“Il magnate dei media australiano Rupert Murdoch sta studiando il raggruppamento delle sue pay-tv nel Vecchio Continente, con un piano che prevede di far rilevare Sky Italia e Sky Deutschland da BSkyB. Proprio la controllata britannica ha confermato di aver elaborato un progetto in tal senso, puntualizzando che le “discussioni non si sono spinte oltre uno stadio preliminare”, mentre “non è stato raggiunto un accordo né sui termini, né sul valore o la struttura della transazione, il cui esito non è certo”.
Anche James Murdoch, Ceo di 21st Century Fox per le attività internazionali, ha rafforzato il contenuto di una notizia già nota agli ambienti televisivi: “Non è un segreto che pensiamo che le emittenti Sky siano più forti insieme”.
Messe assieme, le tre Tv a pagamento creerebbero un gigante europeo forte di quasi 20 milioni di abbonati: ai 10,5 di BSkyB si aggiungerebbero i 4,750 milioni di Sky Italia e i 3,7 milioni di Sky Deutschland. Un'operazione complessa, articolata, da 9-10 miliardi di sterline e con implicazioni antitrust. Ma che se si concretizzasse darebbe vita a un colosso da 11,4 miliardi di euro di ricavi consolidati e qualcosa come 30 mila dipendenti. Un agglomerato mediatico al quale gli analisti di Credit Suisse hanno assegnato un valore complessivo di 26 miliardi di sterline a fronte di un ebit di 2 miliardi di sterline e un debito netto di 6,1 miliardi.
Il tutto a tre anni dal tentativo di Murdoch di rilevare l'intero capitale di BSkyB, iniziativa che venne impedita dall'ondata di ostilità da parte della politica britannica alla luce dello scandalo delle intercettazioni dei vip comprate e pubblicate da alcuni giornalisti dei tabloid di famiglia. L'operazione, ancora in fase di valutazione, potrebbe fra l'altro rivoluzionare il mercato dei diritti televisivi sportivi europei che, secondo alcune tesi, potrebbero essere acquisiti da un unico soggetto per poi essere trasmessi nei paesi dell'Unione europea sfruttando il principio della libera circolazione dei beni e dei servizi.
Come stabilito da una sentenza della Corte di Giustizia europea del 2011, infatti, i cittadini comunitari possono abbonarsi alla pay-tv in qualunque Paese, per poi guardarla dove vogliono. Per quanto riguarda il nostro Paese, ad esempio, un abbonato a Sky Italia potrebbe in teoria vedere le gare della Champions 2015-2018 anche se le esclusive per l'Italia di quel triennio sono state acquistate da Mediaset.
In ogni caso, la creazione di un tale gigante televisivo dovrà superare le perplessità dei regolatori europei. “La Commissione europea che dovrà valutare questa operazione - chiarisce Claire Enders ceo Enders Analysis società che analizza le strategie e le dinamiche nel mondo dei media - imporrà probabilmente trattative separate su base nazionale per i diritti sportivi. In realtà questo possibile deal è cosa molto diversa da quello che si immaginava negli anni scorsi quando BSkyB avrebbe dovuto essere acquistata interamente da Murdoch e poi magari unita con le società italiana e tedesca in un unico gruppo che avrebbe compreso anche la stampa britannica”.
“Il punto critico - continua Claire Enders - è stabilire il valore di Sky Italia”. Se non altro perché opera in un mercato fortemente competitivo e perché deve rinnovare ancora i diritti per la Serie A. Chi ha cercato di individuare un prezzo per l'emittente italiana ha fino ad ora parlato di 5 miliardi di euro, secondo le ipotesi riportate da Bloomberg.
Ma per gli analisti di Sanford C. Bernstein Sky Italia è la parte debole della potenziale acquisizione infatti per gli esperti, ha il più alto numero di abbonati tra le pay-tv italiane, eppure le sue prospettive di crescita non sono chiare. L'idea di Bernstein è che la crisi finanziaria che ha colpito la Penisola ha ridotto la capacità di spesa degli italiani.
Sul progetto si sono espressi, con cautela, sia il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri (“È un progetto molto ambizioso, anche se parlare di pay-tv europea quando da una parte si cena alle 6 e dall'altra alle 9, è complesso”) sia il Cfo di Cologno Monzese Marco Giordani (“Ci sembra simile al nostro progetto di creare sinergie tra Paesi. È un accordo che genererà l'attenzione dell'antitrust europeo per quanto riguarda l'acquisizione dei diritti”)”.