Ma davvero Sky sta varando un sistema di rilevazioni d’ascolto alternativo ad Auditel? Non sembra che sia proprio così, semmai si tratta di integrare le informazioni della ricerca con altre più dettagliate, anche e soprattutto ad uso interno. Le puntualizzazioni di Pancini.
«Il punto è che noi abbiamo bisogno di capire quali sono i comportamenti dei nostri abbonati e purtroppo gli attuali schemi di rilevazione sono un po' vecchiotti, abbiamo più volte sollecitato Auditel ad essere più innovativi ma la risposta ci sembra un po' lenta, quindi ci muoviamo noi, con uno strumento non alternativo ma integrativo rispetto all'Auditel».
Eric Gerritsen, vice presidente esecutivo di Sky Italia per la Comunicazione e gli affari istituzionali, ha spiegato così all'agenzia Adnkronos la scelta della pay-tv di Rupert Murdoch di dotarsi di un proprio strumento di rilevazione degli ascolti da parte dei propri abbonati, che ha battezzato 'Smart Panel', in sostanza un sistema di ritorno dati attraverso il decoder Sky, con adesione ovviamente volontaria delle famiglie coinvolte.
«Oggi tra digitale terrestre e satellitare ci sono parecchie centinaia di canali e se il campione non è in grado leggere quello che succede su questi canali per noi è un problema - sottolinea Gerritsen - . Le abitudini di consumo della Tv sono cambiate, basti pensare che nei fine settimana la Formula Uno, come il calcio, viene seguita da circa 600mila persone sui tablet. Noi dobbiamo misurare gli effetti del cambiamento, nel dettaglio. Non miriamo ad una sorta di autonomia dall'Auditel ma abbiamo bisogno di capire puntualmente quali sono i comportamenti degli spettatori: all'interno del panel Auditel ci sono circa 1.000 famiglie Sky. Non ci basta, dobbiamo essere più 'granulari' puntiamo ad un panel di almeno diecimila famiglie e contiamo di raggiungerlo, di andare a regime, per la fine dell'estate».
Sky mira dunque a dati dettagliati sulle scelte dei suoi abbonati, anche e soprattutto per quanto riguarda la fruizione dei contenuti non attraverso il televisore; l'obiettivo non è la quantificazione del ritorno degli investimenti pubblicitari ma la modulazione dell'offerta agli spettatori, per il semplice fatto che Sky è una pay-tv: «Il problema non è sul fronte pubblicitario, visto che come pay-tv il novanta per cento e passa dai ricavi vengono dagli abbonamenti, lo scopo è cercare di intercettare e soddisfare al meglio le esigenze dei clienti».
I dati raccolti quando il sistema sarà a punto, e che verranno certificati da Deloitte, per ora non è previsto che siano resi disponibili all'esterno.
«È più che legittimo che Sky vari un suo strumento interno di rilevazione a fini editoriali, ricavando dai propri abbonati quanto gli può servire per una più precisa visione degli esiti della propria offerta, ma tutto questo non è in competizione con Auditel».
Walter Pancini, direttore generale dell'Auditel, commenta così la notizia che Sky sta varando in Italia un suo meccanismo di rilevazione degli ascolti fra i propri abbonati.
«Qualsiasi dato sugli abbonati Sky, pari al 20% della popolazione italiana, non può certo sostituire quanto fornisce l'Auditel, non può consentire di rappresentare il comportamento complessivo degli utenti televisivi in Italia. A dimostrarlo, banalmente, c'è il fatto che la stessa Sky continua a essere in Auditel, continua a sedere all'interno del Comitato tecnico di Auditel ed a portare il suo contributo all'evoluzione del nostro sistema di rilevazione» - aggiunge Pancini, sottolineando poi che la via intrapresa da Sky in Italia non è nuova per la pay-tv di Rupert Murdoch, visto che «in Inghilterra Sky ha già un analogo strumento e non per questo è uscita dal corrispettivo inglese dell'Auditel, a dimostrazione che queste due cose non sono alternative fra loro».
Quanto al peculiare interesse di Sky per le scelte degli spettatori 'fuori' dal grande schermo, su smartphone o tablet, oggetto anch'esse della rilevazione made in Sky, Pancini ricorda che anche
«Auditel punta in questo senso, con un lavoro molto forte rivolto al futuro. Un futuro sul quale non può esserci scontro con singoli soggetti come Sky. Le informazioni che loro ricaveranno dai decoder degli abbonati, anche in questo caso, possono essere integrative, non alternative».
Pancini rivendica poi che «i dati dell'Auditel hanno una credibilità che non viene messa in discussione, frutto di una storia che ha circa 30 anni di vita e che li rende 'moneta forte'. Il nostro sistema è lo stesso usato nei Paesi più avanzati del mondo e si muove per seguire i contenuti oltre lo schermo televisivo: in Italia come in tutta Europa sono partite le sperimentazioni in questo senso».