Sky: via libera al digitale terrestre

Alla fine il via libera tanto atteso (e per altri versi temuto) è arrivato: la Commissione Europea ha approvato la richiesta di Sky Italia e approvato l’ingresso ‘condizionato’ nel digitale terrestre, con l’obbligo di operare in chiaro per cinque anni e di una sola freqeunza. Duro il viceministro Ro

Ecco prima di tutto la notizia da www.repubblica.it:

«La Commissione europea ha dato il via libera "condizionato" all'ingresso anticipato di Sky Italia nel mercato del digitale terrestre. Lo ha annunciato Jonathan Todd, un portavoce della Commissione europea. Alla notizia Mediaset è rimasta "assolutamente sconcertata" e ha annunciato ricorso alla Corte di Giustizia Europea.
"Riteniamo che le condizioni fissate dalla commissione nel 2003 che impedivano a Sky di entrare nella tv digitale terrestre sino al 2012 in virtù della sua posizione dominante sul mercato pay - spiega Cologno Monzese - siano ancora valide come del resto il market test svolto tra tutti gli operatori italiani ha sostenuto. Con questa decisione si autorizza il monopolista della televisione satellitare e pay, non dimentichiamo che Sky detiene il 99,8% della pay tv satellitare e l'86% della tv a pagamento, a operare nel mercato free e lo si autorizza a entrare in possesso degli asset frequenziali già insufficienti per gli operatori attuali". "Per questo Mediaset - conclude la nota - ricorrerà contro tale decisione alla Corte di Giustizia Europea".
Nel 2003, quando Newscorp fuse insieme i due marchi italiani della tv satellitare, Stream e Telepiù, l'impegno preso era quello di non partecipare al Dtt prima del 31 dicembre del 2011. La Commissione però "viste le condizioni cambiate sul mercato televisivo italiano" ha sollevato l'azienda dal rispettare questa condizione". Come ha spiegato il portavoce "Sky Italia può partecipare a questa opzione, a condizione che le frequenze siano utilizzate per trasmettere in chiaro". Quindi senza offrire servizi a pagamento per almeno cinque anni e con la limitazione di una sola frequenza.

Il mercato televisivo italiano della pay tv è cambiato dal 2003 con l'ingresso di operatori alternativi (Mediaset, Telecom Italia/Dahlia), anche se Sky Italia ha mantenuto la propria posizione forte sul satellite. Questi nuovi operatori utilizzano sia le proprie frequenze e infrastrutture di rete che quelle dei loro partner per fornire contenuti (in chiaro e a pagamento) sulla piattaforma Dtt che copre già una serie di regioni.
La decisione della Ue "è stata "collegiale e unanime", ha detto inizialmente la portavoce dell'esecutivo Ue, Pia Ahrenkilde. Per poi parlare di "consenso" e di un dibattito molto acceso e lungo quasi un'ora. Contro la proposta del commissario per la concorrenza Joaquin Almunia si sono infatti espressi, oltre al vicepresidente Antonio Tajani, anche il maltese John Dalli (politiche per i consumatori), il francese Michel Barnier (mercato unico) e la greca Maria Damanaki (pesca). In favore dell'ingresso di Sky sul Dtt sarebbero intervenute l'olandese, Neelie Kroes (agenda digitale) e la lussemburghese Viviane Reding (giustizia e diritti umani).
Alla fine del dibattito, la proposta di Alminia è stata comunque adottata per consenso - da quando è guidata da Josè Manuel Barroso la Commissione non è mai arrivata alla conta dei voti - ma alcuni commissari hanno chiesto la messa a verbale della loro posizione contraria.
Smentite anche le voci di presunte pressioni da parte del proprietario di Sky, Rupert Murdoch, e da parte di Silvio Berlusconi per arrivare alla decisione di oggi. "Non sono al corrente di alcuna azione di lobby di Murdoch, e non c'è nessuna prova al riguardo. Le insinuazioni di pressioni di alto livello all'ultimo minuto sono assolutamente non confermate", ha affermato Pia Ahrenkilde aggiungendo che "in ogni caso fa parte delle regole del gioco il fatto che ci possano essere lettere, telefonate, comunicazioni anche al massimo livello politico su singole questioni sulle quali la Commissione deve prendere decisioni. La discussione sul caso Sky Italia è stata piuttosto lunga. A quanto risulta è cominciata poco prima di mezzogiorno".
La Commissione europea, ha detto la portavoce "continuerà sempre a controllare che quanto viene fatto sia pienamente compatibile con le norme europee sulla libertà di stabilimento, sulla discriminazione e nell'ambito della concorrenza".

Per operatori come Sky Italia la prossima gara è un'opportunità unica - e anche l'ultima per parecchi anni a venire - per entrare nella piattaforma Dtt in concorrenza con le emittenti già esistenti. Attualmente lo spettro delle frequenze è detenuto da operatori già presenti sul mercato. Su 21 multiplex riservati per la trasmissione televisiva digitale, 16 sono infatti già attribuiti o ne è prevista l'attribuzione; Mediaset, Rai e Telecom Italia hanno nel complesso 11 multiplex. La Dtt sta diventando rapidamente la piattaforma principale per il consumo di televisione digitale in Italia ed è probabile che mantenga tale posizione per parecchi anni dopo il cosiddetto switch-off delle trasmissioni analogiche (entro il 2012). Infine, a partire dal settembre 2008, è stata creata una nuova piattaforma digitale satellitare (Tivu Sat), realizzata da Rai, Rti di Mediaset e Telecom Italia, ora disponibile per i consumatori italiani.

Per il senatore Vincenzo Vita, della commissione di vigilanza Rai il via libera di Bruxelles per l'ingresso di Sky nella tv digitale terrestre "è una piccola boccata d'ossigeno al pluralismo televisivo in Italia, compresso e soffocato dalla concentrazione Rai/Mediaset e dal conflitto d'interessi". "Certo Rupert Murdoch non è un rivoluzionario e forse neppure un riformista - spiega Vita -. Tuttavia, l'entrata in scena di un nuovo soggetto è obiettivamente un fatto progressivo e utile al sistema radio televisivo italiano. Ora, però, si dica quando si metteranno a gara le frequenze del dividendo digitale".


Ora la nota di commento di Sky Italia:

«Sky Italia, la pay-tv satellitare di News Corporation, accoglie favorevolmente la decisione odierna della Commissione Europea che approva la richiesta dell'azienda in merito alla partecipazione al prossimo “beauty contest” indetto dall'Autorità Garante per le Comunicazioni (AGCom) per assegnare una porzione del dividendo digitale.
Concedendo il via libera, la Commissione ha accettato di derogare alla sezione degli obblighi sottoscritti tra News Corporation e Bruxelles nel 2003 che impedivano a Sky Italia di possedere infrastrutture sul digitale terrestre fino al 2012.
Tom Mockridge, Amministratore Delegato di Sky Italia, ha commentato: “Siamo estremamente soddisfatti della decisione odierna. La Commissione europea ha confermato oggi che il mercato televisivo italiano ha vissuto grandi cambiamenti negli ultimi anni, cambiamenti avvenuti anche grazie al costante impegno di Sky Italia nell'introdurre più concorrenza, più innovazione e più scelta in un mercato storicamente dominato da due incumbent. Qualora Sky Italia avesse successo nella gara di assegnazione delle frequenze digitali, saranno ancora una volta i consumatori italiani a trarne benefici, così come i potenziali inserzionisti pubblicitari”».

Molto duro, come riporta l'agenzia Asca, il commento del viceministro Paolo Romani:

«Una decisione ''ingiustificata e grave''. Il viceministro allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani, commenta così in una nota il via libera della Commissione Europea all'accesso di Sky al digitale terrestre.
''Sono sorpreso della scelta della Commissione Europea - dice - di consentire a Sky di partecipare ad una gara non economica, concordata con la stessa Commissione per chiudere una procedura d'infrazione al fine di favorire l'ingresso di nuovi entranti e degli operatori minori già presenti sul mercato, mentre il Governo italiano ha sempre eccepito che, in realtà, Sky rappresenta un gruppo statunitense monopolista del mercato satellitare e, di fatto, del mercato della Pay Tv''.
''E' bene tenere presente - prosegue - che per riservare 5 frequenze da destinare al dividendo digitale il nostro Paese ha, infatti, sottratto risorse frequenziali a ciascuno dei principali operatori nazionali (Rai, Mediaset e Telecom Italia media) e ha rinunciato (nelle aree già digitalizzate) e dovrà rinunciare ad assegnarle (nelle aree ancora da digitalizzare) agli altri operatori e a oltre 500 Tv locali''.
Secondo Romani, ''è assurdo che di questo sacrificio imposto all'intero sistema televisivo del nostro Paese a trarne beneficio sia, gratuitamente - la gara è un beauty contest basato su parametri di solidità di impresa, capacità tecnica, programmazione e presenza sul mercato - , non un vero nuovo entrante ma un soggetto già ben radicato nel nostro Paese''.
''Un problema - conclude - che evidentemente la stessa Commissione si è posta nel momento in cui ha ritenuto di non eliminare tout court i vincoli contenuti negli impegni sottoscritti nel 2003 da News Corp, imponendo una serie di condizioni per la partecipazione alla gara e l'utilizzo free on air per cinque anni del mux eventualmente acquisito a seguito della gara stessa''.

Ci è giunta anche una nota di Adiconsum:

«Ad Agcom, Adiconsum chiede maggiore libertà di determinazione nelle scelte dei consumatori. La Commissione UE ha deciso lo sbarco condizionato di SKY sul digitale terrestre. Ora che in Italia si sta passando al digitale terrestre, è necessario che la maggiore pay tv satellitare rispetti i diritti dei consumatori.
Fino ad oggi SKY ha vissuto su un'isola felice - dichiara Pietro Giordano, Segretario Nazionale Adiconsum. È ora di cambiare sistema.
Adiconsum chiede a SKY:
· Libertà di posizionare sul telecomando i canali a piacimento del consumatore e di scegliere quali canali vedere dal satellite
· Libertà di vedere i programmi nazionali gratuiti (piattaforma TivùSat), eliminando posizioni dominanti, garantendo l'accesso sulla sua piattaforma di broadcaster concorrenti, così come si è impegnata con l'Antitrust
· Libertà di accesso all'assistenza (call center) con modalità gratuita
· Eliminazione dai propri contratti di clausole vessatorie
· Attività di risoluzione dei contenziosi in modalità extragiudiziale (conciliazioni paritetiche).
Adiconsum - continua Giordano - riconosce la qualità dei servizi offerti da SKY e se questi servizi saranno disponibili anche sulla piattaforma terrestre gratuitamente sarà un vantaggio per i consumatori. Adiconsum però chiede che Sky sia in linea con tutti gli altri broadcaster che operano in Italia, che apra subito un tavolo di confronto con le Associazioni dei Consumatori, in una logica concertativa che assicuri un corretto passaggio alla tv digitale, ponendo fine a tutti gli atteggiamenti non rispettosi dei diritti dei consumatori.
Adiconsum chiede ad Agcom un controllo più stringente e l'impegno a deliberare in merito ai decoder che dovranno garantire a tutti i consumatori il libero accesso a tutte le piattaforme televisive.
Adiconsum chiede, inoltre, a tutti gli operatori il pieno rispetto del testo unico sulla televisione con particolare riferimento alla garanzia della libera scelta dei consumatori anche nella numerazione dei canali in ogni tipo di decoder».

Pubblica i tuoi commenti