L’Authority conferma, per una volta con tempestività: dedicare 51 minuti di “Excalibur” senza contraddittorio a un sostanziale monologo del Presidente del Consiglio vuol dire non applicare criteri di pluralismo e imparzialità.
Mentre Lucia Annunziata e Flavio Cattaneo hanno siglato, con dichiarazioni analoghe - ma affatto coincidenti, a ben vedere - relative al necessario distacco della Rai dalla politica (che è come chiedere la luna...), una tregua nella lotta in corso da tempo per stabilire chi comanda a Viale Mazzini, per la puntata di "Excalibur" di venerdì 9 maggio - che poi si è scoperto essere l'ultima della serie, per quest'"anno televisivo" - è arrivata a tambur battente una sentenza di sostanziale condanna da parte dell'Authority.
La lunghissima intervista a Berlusconi realizzata presso la società Euroscena (altra stranezza che è venuta fuori) da un Antonio Socci molto deferente ha dunque violato la par condicio in campagna elettorale, come volevasi dimostrare. Socci, secondo l'Authority - che peraltro può ben poco sul piano pratico, come ha ammesso direttamente proprio sanzionando "Excalibur" - non ha assicurato "le condizioni di pluralismo, obiettività, completezza e imparzialità".
L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha richiamato anche il Tg4 e "Sciuscià-Edizione straordinaria" (Santoro) in riferimento a programmi del 2001 e 2002 per "non aver assicurato le condizioni di pluralismo, obiettività, completezza e imparzialità", nei periodi presi in esame dopo i relativi ed opposti esposti di alcune forze politiche.
Tornando a Socci, l'ideale - sembra di capire - sarebbe stato che venerdì scorso fosse andata in onda una nuova puntata di "Excalibur" con un analogo minutaggio per l'opposizione. Invece il programma non c'è più...