Sul tema, più che mai spinoso, dei bandi per la riassegnazione delle frequenze soprattutto nel Nord Italia, ospitiamo l’opinione dell’avv. Marzia Amiconi dello Studio Legale Amiconi, Member of Carnelutti Group.
Ecco l'opinione di Marzia Amiconi:
“Per le emittenti televisive locali operanti nelle aree transitate al digitale prima dell'anno 2011, in attuazione della Delibera AGCOM 265/12/CONS, arrivano tempi duri.
Le frequenze recentemente assegnate alle Tv locali (operatore di rete) in Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino AA, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio e Campania, diverranno oggetto di revisione e di riassegnazione nel corso dei prossimi mesi.
Con l'avvento del digitale terrestre, infatti, le imprese televisive, hanno dovuto procedere ad una separazione delle proprie attività, distinguendo l'attività di carrier (operatore di rete) da quella della creazione e confezionamento dei contenuti (fornitore di servizi di media).
L'impresa di settore, quindi, per partecipare all'assegnazione dei diritti d'uso delle frequenze in digitale, ha dovuto effettuare cospicui investimenti, creando una struttura tecnica a sé, titolare del diritto di installazione, esercizio e fornitura di reti di comunicazioni elettroniche e della relativa autorizzazione generale.
A seguito della pubblicazione, lo scorso 5 settembre, dei nuovi Bandi, gli operatori di rete già titolari di diritti d'uso in tecnica DTT, dovranno presentare nuove domande, ai fini dell'inserimento utile nelle nuove graduatorie per la procedura di revisione del Piano di assegnazione per le frequenze televisive in ambito locale.
Se pensiamo che la completa transizione al sistema televisivo digitale si è compiuta appena lo scorso 4 luglio, la prospettiva di ricominciare daccapo appare insostenibile.
Non si tratta, infatti, di semplici incombenze e adempimenti burocratici, dal momento che gli editori, per partecipare ai nuovi Bandi, dovranno sottostare a nuove regole e condizioni, rischiando di vanificare gli ingenti investimenti effettuati nei due anni precedenti, laddove dovessero risultare esclusi dalla graduatoria a causa della mancanza dei requisiti richiesti.
Un esempio per tutti, riguarda il nuovo obbligo di contabilità separata tra le attività di operatore di rete e fornitore di servizi di media nell'ambito dell'impresa televisiva, requisito richiesto a pena di esclusione dalla gara.
Con l'ulteriore perplessità che la prova dell'avvenuta instaurazione della contabilità separata debba essere fornita a mezzo di copia del verbale di approvazione dell'ultimo bilancio.
Dunque la modifica, seppure prevista quale nuova condizione, dovrebbe invece essere stata definita nel corso dell'anno 2011.
Altri profili di illegittimità dei bandi riguardano poi la prova sul numero dei dipendenti applicati all'attività di operatore di rete, ovvero l'indicazione del patrimonio al netto delle perdite, dato riferito esclusivamente a quest'ultima attività, nonché altre modifiche di natura prettamente tecnica.
Molte quindi le differenze, fortemente discriminatorie tra i Bandi che hanno riguardato la digitalizzazione di Liguria, Toscana, Umbria ed Italia peninsulare, rispetto a quelli recentemente pubblicati.
L'elemento di maggiore contestazione da parte degli editori locali riguarda, infine, l'eliminazione dai Bandi della possibilità di costituire intese tra operatori, ai fini del conseguimento di un maggiore punteggio.
La condivisione di un multiplex, non solo non rappresenta più un plus, ma non è più neanche contemplata.
Con grande sconcerto delle associazioni di categoria, queste ultime sono state completamente escluse dalla condivisione dei criteri dei Bandi, nonostante le disposizioni emanate siano destinate a produrre effetti dirompenti nel settore televisivo”.