Sopranos: fine della serie

Chiude su Hbo i “Sopranos” e in America si conclude un’epoca. Ideato da David Chase, il serial ha cancellato alcuni vecchi stereotipi della famiglia mafiosa italiana trapiantata in Usa, ma in Italia ha trovato solo pochi ‘esclusivi’ estimatori.

Con l'ultima puntata dei "Sopranos" su Hbo in America si è chiusa un'epoca. Ideato da David Chase (sceneggiatore ma anche produttore), il serial ha cancellato alcuni vecchi stereotipi della famiglia mafiosa italiana trapiantata in Usa, mostrandoli per quelli che sono. Uomini, per quanto cinici, crudeli e freddi, combattuti tra mafia e cuore, persone torturate e madri avide d'amore verso i figli, padri attaccati alla prole più per dovere che per istinto naturale, uomini tentati da amanti focose.

Relegato in Italia nella programmazione notturna di Mediaset, il serial ha suscitato le aspre proteste degli italo-americani che, negli uomini fatti sparire nel cemento e in qualche altro luogo comune sulla mafia italiana hanno visto il solito "Italiani-mafia", condannandolo a priori.

La serie ha fatto di James Gandolfini Tony Soprano, il mafioso con lo sguardo leggermente ebete che a causa di una eccessiva malinconia finisce dallo psichiatra.

La stagione dei 'Sopranos' è durata per sei serie richiedendo agli autori sempre nuove idee, personaggi e altri omicidi, come quello di Adriana, fidanzata di Tony che poi diventa una spia dell'Fbi e per questo paga con la vita.

Insomma, tra omicidi, vendette, sacralità della famiglia (associata ad un'intensa vita sessuale con amanti varie), i 'Sopranos' sono stati un vero e proprio fenomeno in America. Un po' meno in Italia, dove di storie di mafia, forse, se ne ha già abbastanza.

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