In uno studio fatto dall’Open Society Institute, l’organizzazione di Soros boccia il sistema televisivo italiano e segnala le Tv locali come possibile esempio di pluralismo dell’informazione.
L'Open Society Institute, fondazione creata dall'uomo d'affari ungherese George Soros, ha fatto uno studio comparato sullo stato della televisione in Europa (di circa 1700 pagine) che bacchetta e condanna il sistema televisivo italiano. Lo studio analizza i sistemi televisvi degli stati europei e la parte dedicata all'Italia è stata curata dai docenti dell'Università Statale di Milano Giampiero Mazzoleni e della Bicocca, sempre di Milano, Giulio Enea Vigevani.
Il primo grosso problema della tv italiana è, secondo l'OSI (Open Society Institute) di carattere politico: la Tv pubblica è troppo sensibile alle pressioni politiche, mentre Mediaset è "ancor più predisposta della Rai a soddisfare i bisogni e le ambizioni politiche del suo padrone", che gli esperti dell'OSI definiscono "l'azionista controllante". La legge sul conflitto d'interessi non ha affatto risolto il problema ma avrebbe reso la situazione ancora più complicata.
A questo proposito gli esperti di Soros chiedono un intervento legislativo che dichiari l'incompatibilità tra la proprietà di media e l'assunzione di una carica elettiva o di Governo, ma sostengono soprattutto che "il monopolio di Mediaset sull'emittenza privata deve essere spezzato prima del passaggio al digitale".
Ma ce n'è anche per la Legge Gasparri. Il passaggio dall'analogico al digitale non può avvenire che nei prossimi 5 o 6 anni ma, questo è il passaggio fondamentale dello studio, con un governo neutrale (sotto accusa l'incentivo all'acquisto dei decoder per il DTT); il Sic andrebbe poi ridiscusso in Parlamento. Per ciò che riguarda la privatizzazione della Rai, prevista dalla legge dell'ex Ministro di AN, sarebbe "irrealistica dal punto di vista economico", in quanto prevede anche la privatizzazione di un servizio pubblico, un fatto "incostituzionale".
Anche le frequenze sono sotto accusa. Prendendo in esame la controversia tra Europa 7 e Rete 4 sulle frequenze, l'OSI chiede un intervento del Parlamento che modifichi la normativa attuale, evitando di legalizzare quelle emittenti "che occupano frequenze illegalmente".
Un'altra critica riguarda la mancata indipendenza dei vertici della Tv pubblica italiana. Il direttore generale dovrebbe essere scelto dal Cda, senza alcuna consultazione del Governo, mentre il Cda dovrebbe essere eletto con "maggioranze qualificate" e rispettando alcuni principi di incompatibilità: "Chi è stato membro del Parlamento o di partiti politici, o ha avuto interessi in imprese di comunicazione" dovrebbe essere escluso dal consiglio d'amministrazione della Rai.
Infine gli esperti dell'OSI spezzano una lancia a favore delle Tv locali, per le quali auspicano altri incentivi economici, in modo da incentivare il pluralismo dell'informazione.