Come avevamo previsto, il regolamento per l’informazione delle Tv private è stato ‘cancellato’ dal Tar (e non è colpa dell’Authority) e ora ‘nelle pesti’ è la Rai. Intanto monta un caso ‘Berlusconi-Minzolini-Innocenzi’ a Trani…
Ecco l'articolo di cronaca di www.repubblica.it:
«Stop al regolamento dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nella parte che blocca i talk show in periodo elettorale. Il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di Sky e Telecom Italia Media che chiedeva la sospensione del regolamento varato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che disciplina la par condicio in vista delle Regionali. Una regolamentazione così stringente per i talk show, da portare al loro stop nell'ultimo mese di campagna elettorale.
A questo punto si va verso una convocazione d'urgenza del consiglio di amministrazione di Viale Mazzini. Era stato il Cda infatti a decidere la sospensione dei talk show in applicazione delle regole della Vigilanza. Il consiglio, a quanto si apprende, dovrebbe essere convocato dal presidente Paolo Garimberti per lunedì.
Nella loro richiesta di sospensiva, Sky e Telecom italia aveva ricorso al Tar contro la delibera che limitava l'informazione politica durante la campagna elettorale. In questo Agcom si era mossa in analogia con quanto previsto dal regolamento per la Rai, che sottoponeva tutti i programmi di informazione alle regole della comunicazione politica e prevedeva che i talk show dovessero ospitare o anche essere sostituiti dalle tribune politiche. Ed è su questa interpretazione che si era mosso il cda rai decidendo, a maggioranza, di sospendere trasmssioni come Annozero, Ballarò e Porta a Porta.
Con la decisione di oggi il Tar, invece, dà ragione alle emittenti private. Con questo esito, aveva detto il presidente della Rai Paolo Garimberti, "si riapre il cda" sul regolamento. A questo punto il consiglio dovrebbe riammettere i talk show anche per non creare una disparità con le private. Anche l'Agcom dovrà ora decidere il da farsi, e il consiglio dell'authority dovrebbe riunirsi all'inizio della prossima settimana.
I giudici hanno invece respinto la richiesta di Federconsumatori che voleva lo stop al regolamento della Vigilanza perchè ha ritenuto che, trattandosi di organismo parlamentare, "sussistono profili di inammissibilità del gravame per la parte in cui è impugnato il regolamento", in quanto appunto "approvato dalla Commissione parlamentare di Vigilanza nella seduta del 9 febbraio 2010, in relazione alla natura parlamentare dell'organo che ha adottato l'atto impugnato in assolvimento della funzione precipuamente politica di indirizzo e vigilanza".
Le reazioni - "La sospensione del regolamento Agcom è una chiara bocciatura della norma-bavaglio imposta dalla destra in commissione di vigilanza Rai" sottolinea Paolo Gentiloni del Pd. "Cade il primo pezzo di un castello di illegalità costruito apposta per mettere mordacchia a programmi di approfondimento - dice Michele Santoro a RepubblicaTv - la Rai dovrebbe mandare in onda le trasmissioni con le vecchie regole come si è sempre fatto. Ma avranno coraggio politico? Servirebbe un atto di coraggio, un'autonomia aziendale che ora non c'è".
Dal Tar stanno dipendendo "tutte le cose importanti per l'Italia" dice Lucia Annunziata, conduttrice del programma "in 1/2 ora'. Mentre per il segretario del Pd, Pierluigi Bersani "il rischio è che il solo servizio pubblico rimanga ostaggio di norme che limitano libertà e discussione, serve riportare il buon senso e riaprire subito gli approfondimenti informativi che sono stati sospesi nei giorni scorsi". E se il cda non dovessere tornare sui proprio passi? "Vediamo che succede e poi si vede i gesti di rottura si fanno, non si annunciano" dice il consigliere Rai Nino Rizzo Nervo. Per il radicale Marco Beltrandi, relatore della par condicio nella commissione di Vigilanza sulla Rai, però, la decisione del Tar "non muta le regole"».
Ma ecco l'altro 'grande fatto della giornata:
«Il premier voleva mettere il bavaglio ad Annozero. Lo scrive oggi in prima pagina "il Fatto quotidiano", citando un'inchiesta a Trani durante la quale - in maniera del tutto casuale - sarebbero state intercettate le telefonate che dimostrerebbero le pressioni e gli interventi del Cavaliere contro la trasmissione di Santoro.
Nelle intercettazioni che risalirebbero a circa tre mesi fa, legate a un'inchiesta che si occupava di carte di credito e tassi di usura, si leggerebbero, a margine del fascicolo, i nomi di Berlusconi, Innocenzi (membro dell'Agcom) e Minzolini. Tutti, secondo il Fatto, discutono della tv pubblica e delle sue trasmissioni.
"La procura, scrive il giornale, ascolta in diretta le pressioni e le lamentele del premier per Annozero. Rivolte al membro dellAgcom Giancarlo Innocenzi". Con inviti molto espliciti a chiudere la tramissione. In un'altra di queste telefonate il presidente del Consiglio si sarebbe lamentato della presenza del direttore di Repubblica Ezio Mauro e di Eugenio Scalfari a un'altra trasmissione da lui odiata, 'Parla con me', condotta da Serena Dandini.
Sempre secondo il Fatto, Innocenzi avrebbe rassicurato il premier sulla "soluzione" del problema. E visto che per agire contro Annozero l'Agcom deve ricevere degli esposti, lo stesso Innocenzi si sarebbe detto disponibile a mobilitare alcuni suoi funzionari come consulenti sulla materia. Altrettanto clamorose le telefonate di Innocenzi al dg della Rai, Mauro Masi, in cui lamenta le continue pressioni del premier: "Nemmeno nello Zimbabwe", è il commento di Masi.
Disponibilissimo a venire incontro alle esigenze del capo del governo, sulla base delle rivelazioni del Fatto, è il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, che si sarebbe detto pronto a intervenire, ad esempio, sul caso Spatuzza: e infatti il giorno dopo in tv arriva il suo editoriale, in cui definisce "bugie" le parole del pentito di mafia».
Come si ricorderà, Innocenzi era già stato oggetto di una procedura interna all'Authority per via di precedenti intercettazioni ai tempi delle inchieste su Saccà ma alla fine era stato 'assolto'.
Fra i commenti ala sentenza del Tar, abbiamo ricevuto quello di Sky:
«Sky Italia accoglie con grande soddisfazione la decisione del TAR del Lazio che sospende il provvedimento dell'Agcom con cui veniva esteso ai media privati il regolamento sulla Par Condicio predisposto per la Rai dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza.
Sky Italia ha da subito contestato la legittimità di questo provvedimento e, come dimostra il dibattito andato in onda il 9 marzo scorso su SKY TG 24 che ha coinvolto tutti i candidati alla Presidenza della regione Puglia, ha scelto da subito di prescindere dalle regole irragionevoli e inapplicabili previste dal regolamento della Par Condicio.
Certa che i “faccia a faccia” rappresentino una componente fondamentale dell'informazione del cittadino, SKY TG24 continuerà a proporre nei prossimi giorni appuntamenti tra i candidati alla presidenza delle altre regioni chiamate alla consultazione elettorale.
La decisione del TAR di oggi ristabilisce il principio della libertà di espressione e tutela anche quello del libero mercato, previsti entrambi dalla Costituzione Italiana. Presupposti necessari per poter garantire ai cittadini di questo paese il loro diritto ad un'informazione libera ed indipendente».