Approdata in Spagna, la telenovela colombiana “Sin tietas no hay paradiso” ha fatto gridare allo scandalo più di un’associazione di telespettatori.
L'emittente spagnola Telecinco ha acquistato i diritti della telenovela colombiana "Sin tietas no hay paradiso", che sta andando regolarmente in onda da poco meno di un mese. Ma già alla terza puntata nella cattolica (per quanto anche laicissima, adesso) Spagna si sono scatenate le polemiche.
Dopo la Giunta della Gran Canaria che ha chiesto il ritiro della serie, è insorta anche l'Associazione dei telespettatori della Catalogna (Tac), che ha denunciato il linguaggio e i contenuti politicamente poco corretti della serie, che veicolerebbe un modello di «donna oggetto». Un'altra associazione di telespettatori, la Auc, ha espresso critiche, ma senza chiedere il ritiro.
La serie, che ha avuto un enorme successo in Colombia trasmessa da Tv Caracol (pare che anche Italia, Russia e Stati Uniti stiano trattando per acquistarne i diritti), si rifà a fatti di cronaca legati al paesino colombiano di Pereira, noto per i narcotrafficanti e per le ragazze prosperose. "Sin tetas no hay paradiso" parla delle ragazze povere di Pereira che si rifanno il seno per entrare nel mondo ricco dei narcos, ed in particolare di Catalina, che non avendo denaro per l'intervento si prostituisce per accumularlo. Nella versione colombiana Catalina, dopo essersi rifatta il seno, 'realizza' però lo squallore della vita che sta conducendo e si suicida (non è certo che il finale in Spagna sia lo stesso).
Autore della telenovela è l'ex giornalista colombiano Fernando Gaitàn (lo stesso autore di 'Betty la Fea') che ha abbandonato il giornalismo dedicandosi esclusivamente alla sceneggiatura delle soap. Gaitàn ha stravolto il mondo delle telenovelas ribaltando completamente gli schemi: ha messo da parte le solite bellone per delle protagoniste brutte, un po' tristi, le "sfigate" per intenderci. In Colombia la storia di Catalina ha conquistato oltre 6 milioni di spettatori, 3,9 per adesso in Spagna.