YouTuber, una ricerca sul tema

Lo studio "YouTube content creators", promosso dall’Osservatorio Focus in Media con il supporto di Sky Italia, ci dice qualcosa in più sul mondo, in divenire, dei "creator". I tratti salienti della ricerca, già presentata in occasione del Roma Web Fest a inizio ottobre

La ricerca "YouTube content creators", promossa dall’Osservatorio Focus in Media con il supporto di Sky Italia, è stata coordinata da Alberto Marinelli e Romana Andò (che hanno condotto anche lo studio di ricerca), docenti all’Università La Sapienza di Roma. Lo studio analizza 17 case studies di YouTubers italiani (molto spesso con nickname esotici stranieri...), passando in rassegna generi e forme espressive emergenti, processi creativi, rapporto con le audience, contaminazioni con altri media (dal Cinema, alla Televisione, ai libri), evoluzione dell’offerta e sue ricadute commerciali.

Romana Andò e Alberto Marinelli, docenti dell'Università La Sapienza di Roma

Romana Andò e Alberto Marinelli, docenti dell'Università La Sapienza di Roma

"YouTube content creators" era stata presentata al pubblico in occasione della quarta edizione del Roma Web Fest tenutosi al MAXXI - Museo Nazionale Arti del XXI secolo - di Roma dal 30 settembre al 2 ottobre e dedicato a prodotti originali per la Rete.

Antonio Visca di Sky Italia, che ha supportato la ricerca promossa dall'Osservatorio Focus in Media

Antonio Visca di Sky Italia, che ha supportato la ricerca promossa dall'Osservatorio Focus in Media

Dal gioco alla professione

Gli YouTubers sono in genere giovani creatori di contenuti che cercano ogni giorno visibilità e fama tramite la piattaforma di condivisione video di Google, alimentando un gigantesco serbatoio di Web-serie, cortometraggi, tutorial, video-diari e animazioni. Un fenomeno in continua crescita in quanto a volumi di offerta e di consumo, tanto da rappresentare un tassello molto rilevante nella produzione audiovisiva nazionale. Per esempio, AlicelikeAudrey nello studio di ricerca confessa di aver iniziato a caricare video su YouTube nel 2008, quando aveva 17 anni e mezzo: un modo creativo per impiegare il tempo, divertendosi e mettendosi alla prova con programmi di montaggio ed altre cose del genere che fino a quel momento non aveva mai fatto. Michael Righini ha iniziato invece l'attività di videomaker come passatempo insieme all'amico Luca. Il quale un giorno gli ha detto: «Ma lo sai che su YouTube ci sono tante "boiate" che secondo me fanno ridere? Se ti metti davanti alla telecamera può uscire qualcosa di molto simpatico». Marcello Ascani (che compare diverse volte nella ricerca, ed è stato uno degli ospiti intervenuti alla presentazione della stessa) ha detto di essere stato il primo in Italia a portare su YouTube il disegno, che gli piace moltissimo. Ancora Righini ha invece evidenziato come, diversamente da una produzione televisiva, dove ognuno ha una singola veste, sull'online bisogna avere più vesti: quella di operatore, di montatore, di sceneggiatore, di regista, di comico e magari anche di personaggio che tramite accorgimenti di dizione ha corretto un po' la propria cadenza dialettale. Per Mikeshowsha, infine,  "è davvero difficile spiegare alla nonna cosa sia esattamente il mestiere di YouTuber". Sempre nel rapporto di ricerca, Fraffrog descrive le caratteristiche salienti della propria abitazione-studio: 33 mq, zona relax per registrazioni video, acustica che può cambiare completamente ogni 5 passi.

Web e Tv, convergenti e paralleli

La nota dolente di quasi tutti gli intervistati è rappresentata dai guadagni, che per un inserzionista online sono davvero esigui. «Su YouTube», dicono i membri de La Buoncostume, «qualsiasi tentativo di fare una fiction online è destinato a costituire un salasso economico. Perché YouTube dà pochissime revenue e perché la fiction, per quanto tu possa avere delle grandissime idee e fare della roba molto divertente, resta comunque un prodotto lussuosissimo. È più sensato magari accendere la webcam e riprenderti mentre stai giocando ai videogame!». Le perplessità espresse da La Buoncostume e da altri sul mondo della fiction sono state confermate anche da Elisabetta Pieretto, responsabile comunicazione della casa di produzione Indigo Film. Infatti, nel 2013 l'azzardo di Indigo è stato quello di entrare nel mondo Web pensando un prodotto seriale ("Una mamma imperfetta", di circa 15 minuti a puntata) caratterizzato dai medesimi meccanismi costosi degni di un lungometraggio. Risultato: trasmesse sul portale editoriale Corriere.it le varie puntate della mini-fiction hanno fatto registrare mediamente più di 1 milione di follower, mentre mandati su Rai2 gli stessi racconti di finzione hanno collezionato appena il 4% di audience. Anche ViolettaRocks e il duo K4U, formato da Federica Favaro Scacco e Velia Bonaffini, specializzate in Vlog (chiacchiere on line in video), sono state protagoniste della ricerca e della sua presentazione. Emblematica la testimonianza di Violetta, che è una grande appassionata di cinema, ha lavorato come montatrice anche per la Rai e ha seguito un seminario al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e che si sente un po' come "un pesce fuor d'acqua" quando deve muoversi su Internet.

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