Non va dimenticato che nell’etere digitale, già da qualche tempo, c’è un ulteriore ‘operatore di rete’ (nella sostanza nazionale) che intende farsi valere: è Tivuitalia di Screen Service, che fa un primo ‘bel colpo’…
Tivuitalia S.p.A. società integralmente controllata da Screen Service Broadcasting Technologies, si è aggiudicata il contratto per la trasmissione, sul proprio multiplex digitale terrestre, dei tre canali nazionali di Sportitalia: Sportitalia, Sportitalia 2 e Sportitalia 24.
Il contratto avrà la durata di quattro anni (due più due), con un valore complessivo annuo pari a circa 8 milioni di euro, comprendente un minimo garantito di 4,5 milioni e una parte variabile, relativa alla copertura man mano raggiunta durante l'esecuzione del contratto.
I tre canali di Sportitalia continueranno ad essere visibili rispettivamente sui canali 60, 61 e 62, opportunamente risintonizzati.
''Si tratta del primo contratto di affitto di capacità trasmissiva siglato da Tivuitalia che, a pochi mesi dal raggiungimento dello status di operatore di rete nazionale in tecnica digitale (mux), può già valorizzare il proprio asset, a conferma della qualità della strategia intrapresa - si legge in una nota - . La definizione di questo contratto posiziona a tutti gli effetti Tivuitalia come un operatore di rete in grado di mettere a disposizione capacità trasmissiva digitale a fornitori di contenuti nazionali e internazionali interessati a penetrare il mercato televisivo italiano. Tale traguardo assume una particolare rilevanza in uno scenario competitivo in cui la disponibilità di capacità trasmissiva rappresenterà una risorsa sempre più scarsa, per via della forte diffusione di contenuti in alta definizione (HD) e di standard qualitativi sempre maggiori''.
''Siamo lieti che Sportitalia abbia scelto il nostro progetto e dato fiducia a Tivuitalia - ha commentato Antonio Mazzara, Presidente di Tivuitalia e CEO della controllante Screen Service -. Con questo contratto Tivuitalia entra a pieno titolo nel novero dei network operators, al pari delle relative business unit di Gruppo Editoriale L'Espresso e Telecom Italia Media, proprietari di asset trasmissivi comparabili al nostro, di cui il mercato ha imparato da tempo a comprendere il valore''.