Alla fine di una convulsa e lunga giornata di incertezza e di riunioni, c’è stata l’ufficializzazione delle dimissioni di Ferruccio De Bortoli e la nomina di Stefano Folli a suo successore.
Come previsto, la serata di oggi ha portato alle definitive dimissioni di Ferruccio De Bortoli dalla direzione del "Corriere della Sera" e alla contestale nomina del suo successore, che, come si era ipotizzato, è il notista politico dello stesso "Corriere" Stefano Folli. Il tutto è avvenuto al termine di un giornata convulsa e agitata, con le successive riunioni dei membri del patto di sindacato fra gli azionisti Rcs e poi dei Cda di Rcs Mediagroup e Rcs Quotidiani.
A quanto è stato comunicato, a De Bortoli sarebbe stato offerto di rimanere a capo del "Corriere" ma il diretto interessato avrebbe confermato le sue dimissioni, motivandole con la grande stanchezza derivante dal peso di dirigere per sei anni il primo quotidiano italiano. Di qui la successiva designazione di Folli, che appare sufficientemente equidistante dai vari schieramenti politici per tentare di mantenere il "Corriere" in una posizione "autonoma", non troppo legata a uno dei due Poli politici.
La posizione espressa da Maurizio Romiti, che parla di scelta "tranquilla" e di continuità, non è però condivisa, almeno per adesso, dai giornalisti del "Corriere", che si sono riuniti in assemblea e hanno minacciato scioperi.
Certo è che abbandona il timone del "Corriere" un ottimo direttore, che aveva saputo garantirne indipendenza, autorevolezza, sviluppo e capacità di iniziativa, resistendo alle critiche, provenienti soprattutto dalla Casa delle Libertà. E certo è che Berlusconi di De Bortoli non ne poteva proprio più...