Stefano Rulli presidente del movimento dei Centoautori

Il neopresidente dell’associazione vuol dare maggiore peso agli autori e più scelta agli spettatori. “Gli incentivi fiscali non devono privilegiare i finanziatori più forti”. “Per la Tv fare rispettare le leggi esistenti”.

Vediamo quanto riportato da 'Notizie di Spettacolo', agenzia settimanale dell'Agis:

«"Centoautori intende essere un'associazione che tutela i diritti non soltanto degli autori, ma anche degli spettatori, considerati ormai, da parte delle televisioni generaliste, un pubblico passivo al quale propinare un unico tipo di prodotto. Noi, invece, vorremmo che lo spettatore avesse maggiori possibilità di scelta fra prodotti alternativi".

È ciò che dichiara, al 'Giornale dello Spettacolo', Stefano Rulli, sceneggiatore di numerosi film di prestigio (tra i più recenti "Mio fratello è figlio unico", "Romanzo Criminale", "La meglio gioventù") e neopresidente del movimento dei Centoautori, che proprio nei giorni scorsi ha deciso di darsi una struttura stabile.

"L'esigenza di strutturarci in associazione - spiega Rulli - è nata dalla necessità di acquistare maggior peso nei confronti delle istituzioni e di essere coinvolti negli incontri in cui si discute di leggi, ordinamenti e progetti di settore". Stesso discorso vale per la tv: "È significativo che di recente la Rai, per comunicare drastici tagli nella produzione, abbia convocato i produttori e gli agenti degli attori e degli autori, ma non le associazioni di riferimento di queste ultime categorie".

Comunque, anche se diventati associazione "identità e obiettivi di Centoautori restano gli stessi". Per il cinema "l'obiettivo è quello di arrivare alla creazione di un Centro nazionale sul modello del CNC francese, che, in maniera autonoma rispetto ai partiti, e guidato da manager competenti e rappresentanti delle categorie, gestisca le risorse pubbliche per il settore". Inoltre, tutti i soggetti che utilizzano i film, dunque le televisioni, i cellulari, i new media, dovrebbero contribuire, come negli altri paesi, alla produzione.

Rulli si dichiara preoccupato dai tagli dei finanziamenti pubblici, e aggiunge che "anche su norme che noi riteniamo di grande utilità come tax credit e tax shelter c'è da discutere perché, se ci convince il principio, nutriamo dei dubbi sulla sua applicazione. Non vorremmo, cioè, che queste norme finissero per privilegiare esclusivamente i finanziatori più forti".

Infine, il discorso torna alla televisione, sulla quale si dovrebbe intervenire "innanzi tutto facendo rispettare le leggi esistenti. La verità - continua il presidente di Centoautori - è che nel settore domina un autentico far west. Le televisioni free sono obbligate a quote di investimento nel cinema che spesso non raggiungono, così come in prima serata dovrebbero dedicare al cinema italiano adeguati spazi di programmazione. Senza dimenticare che la legge prevede anche la produzione e la messa in onda dei documentari, un tipo di prodotto però completamente trascurato dalla tv pubblica e privata"».

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