Su Sky Cinema la ‘grande serie Tv’ di Scorsese

L 'evento' di stasera –

Sky Cinema trasmette da stasera ‘Boardwalk Empire – L’impero del crimine’, la ormai nota e ‘sontuosa serie Tv’ di Martin Scorsese sui primi anni del ‘proibizionismo’. Un’opera di grande impatto, degna del miglior cinema.

L'ha fatto di nuovo: Martin Scorsese, regista, premio Oscar nel 2007, ha realizzato un altro capolavoro. Questa volta, la sfida era pericolosa, perché misurarsi con la fiction è tutt'altro che facile, anche - e forse soprattutto - per chi ha saputo ideare kolossal come 'Gangs of New York' e 'The Departed - Il bene e il male'.
E invece 'Boardwalk Empire - L'impero del crimine' (che debuttato in Italia stasera su Sky Cinema con le prime due puntate) è di alto livello, per intenditori. Per tre motivi, principalmente: la produzione e il cast (Steve Buscemi e Michael Pitt sopra tutti) hollywoodiani, i costi stratosferici, più da cinema che da serie Tv, e la cura maniacale per il dettaglio, anche questa una prerogativa propria dei grandi film. Quelli da Oscar, per intenderci.

'Boardwalk Empire', trasmessa in Usa dal canale via cavo HBO, è stata ideata da Terence Winter (già sceneggiatore de 'I Sopranos') e vanta la firma di Mark Whalberg e Scorsese (che è anche regista). Nomi di alto livello, quindi, tanto che già l'episodio pilota - presentato in Italia fuori concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2010 - non ha tradito le aspettative.

A dispetto di chi crede che le fiction siano il passatempo per casalinghe disperate, oggi la differenza tra serie Tv e film sta scomparendo. Non è un caso che la prima puntata delle dodici di di 'Boardwalk Empire', in America, sia costata oltre 20 milioni di dollari, un budget da film medio americano o da kolossal europeo, e ne sono stati spesi altri 10 milioni solo in promozione. Ne è valsa la pena, dato che poi ha raccolto 5 milioni di spettatori, il miglior debutto per una serie HBO negli ultimi 6 anni.
Insomma, 'Boardwalk Empire' non ha niente da invidiare ai più famosi film sui gangster. Merito, soprattutto, di una produzione eccellente, che ha curato nel dettaglio la fotografia d'epoca, la ricostruzione del paesaggio, ma anche la colonna sonora (la sigla iniziale, 'Straight up and down', è composta da Brian Jonestown Massacre).

Anche la trama si ispira ai film, con un mix di thrilling, noir, ironia e riflessione sociale propri del grande cinema. La serie è ambientata ad Atlantic City, nel 1920, quando la legge che vietava gli alcolici causò l'esplosione della mafia in Usa. Un periodo critico nell'ascesa degli Stati Uniti, ma poco narrato, quando Al Capone era ancora un giovane autista di un boss di Chicago. Scorsese vuole raccontare le origini degli Stati Uniti, con una serie che idealmente è il proseguimento di 'Gangs of New York': secondo la visione del regista, infatti, l'America è nata nelle strade, con la violenza e la legge del più forte, ma in questo caso assistiamo a un'innovazione nella tecnica narrativa di Scorsese, i cui film parlano di colpa, peccato, religione. Invece, almeno all'inizio, 'Boardwalk Empire' si presenta come una ricostruzione piuttosto distaccata del proibizionismo, e solo successivamente rivela la sua natura di 'morality tale', una sorta di apologo morale, tipicamente scorsesiana.

Insomma, con 'Boardwalk Empire' è evidente che le serie Tv non sono figlie di un “dio minore”, non devono scimmiottare i film per essere di qualità. Anche per questo è un peccato che in Italia un simile capolavoro non possa avere un pubblico vasto come meriterebbe e come sarebbe possibile se fosse trasmessa dalla Tv pubblica.

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