Lo switch off arriva a Roma ma in una situazione piuttosto convulsa. Il masterplan definitivo è arrivato all’ultimissimo momento e quello precedente suscitava già non poche perplessità. C’è anche un “rischio caos”…
Questo l'articolo del nostro Oliviero Dellerba di venerdì scorso:
«Lunedì si fa sul serio a Roma e nel Lazio. Forse…
Qualche grossa perplessità ce l'abbiamo mentre (sono le 13 di venerdì 13 novembre) vi scriviamo queste poche righe. Mancano poco più di sessanta ore allo switch off degli impianti sulla Capitale (devono essere spenti nella mattinata di lunedì 16) e neanche un vero e proprio masterplan è pronto per le emittenti.
In giro c'è ancora quello edito il 7 novembre scorso, troppo zeppo di errori per sembrare vero. Peccato che il documento definitivo sia decisivo, visto che contiene i codici degli impianti da convertire (oltre ad altre informazioni) che i tecnici delle emittenti devono spedire via sms durante le operazioni.
Ritornando al masterplan su cui abbiamo lavorato in questi giorni c'è di che sbizzarrirsi. Nessuno ha riletto il foglio di Excel prima di averlo spedito alle emittenti e i modi di accorgersene sono molteplici. Innanzitutto la clamorosa sovrapposizione di impianti a Monte Cavo sul canale 6, assegnato sia a Canale 10 di Ostia che alla Rai… Quest'ultimo è finito invece sul canale 11.
Tra le novità di rilievo c'è che a Roma è stato assegnato anche il canale 69 e che il solo 45 è stato lasciato libero per un'eventuale Tv del Vaticano. Non mancano alcune scelte curiose: per esempio, Telesabina 2000 veniva nel masterplan di fatto depennata, così come forti limitazioni venivano imposte alle coperture di Itr Sora e di Napoli Tv.
Al Ministero qualche problema a capire i contenuti dell'articolo 388 del Codice Penale, evidentemente, ce l'hanno: la legge impone a tutti di rispettare le sentenze della Magistratura, ma nel masterplan alcuni impianti legittimati dai Tribunali sono spariti. E stiamo parlando di un congruo numero di ripetitori un po' in tutte le provincie.
Nel dettaglio, è andata bene a Super 3 (che è l'unica emittente che ha avuto due mux) e malissimo al gruppo Amici Tv (Europa Tv, Canale Zero, Supernova, Teletuscolo, Telepontina, Telecentrolazio e Gari Tv): tre canali su Roma e tanti obblighi di copertura abbastanza severi.
Che dire poi di Europa Tv, operativa sul 70 di Monte Cavo Vetta (anche grazie a una continua difesa legale) da una vita, che viene relegata alla semplice copertura di Cassino e Latina?
Moltissimi i canali che vengono suddivisi tra più emittenti ovviamente su aree di servizio diverse. È stato assegnato anche il canale 69, per cercare di salvaguardare più emittenti possibili. Ma i rischi di ricorsi al Tar sono ancora molti: se dovessero essere presi in considerazione, i tempi dello switch off “reale” diventeranno molto, molto lunghi…».
A switch off iniziato, le cose non vanno molto meglio e le polemiche fioriscono. A parte le questioni sulla reale ricezione dei nuovi canali digitali, ci sono perplessità anche sul masterplan definitivo, che accompagnano quelle sul recentissimo accordo per la numerazione LCN (di cui ci occuperemo a parte). Ecco cosa scrive la FRT sul suo 'bollettino':
«Dalle 10,00 di oggi (lunedì; Ndr.) con il segnale analogico completamente spento, Roma è la prima capitale europea a trasmettere i programmi televisivi solo in digitale terrestre. Il cambiamento ha interessato quasi 4 milioni di abitanti. Il Viceministro Paolo Romani ha dichiarato che “I decoder e i televisori integrati sono ormai diffusi nel 90% delle famiglie”. Intanto, però, con lo switch-off emergono anche i problemi connessi alla scarsità delle risorse frequenziali. Da tempo si sapeva della carenza di frequenze e della relativa difficoltà di pianificazione dell'area 12 (Lazio) in considerazione dell'elevato numero di emittenti e delle note questioni di coordinamento internazionale con Francia e Vaticano. L'assegnazione di 9 frequenze alla RAI (4 frequenze in più rispetto a quelle dei 5 mux) a conti fatti, e come temuto, ha avuto l'effetto di sottrarre spazio frequenziale alle tv locali. In più, nell'area sono state riservate al dividendo digitale 6 frequenze invece di 5 Dvb-t, più una eventuale in Dvb-h, come previsto dalla Delibera 181/09/CONS. Il Masterplan definitivo, consegnato del Ministero alle emittenti solo poche ore prima dello spegnimento dell'analogico, ha riservato alcune sgradite sorprese che quasi certamente apriranno contenziosi giudiziari. Infatti, in base al citato masterplan, alcune tv locali si trovano di fatto impossibilitate a trasmettere in quanto costrette a condividere lo stesso canale nella stessa area di copertura. Il Presidente dell'Associazione Tv Locali FRT, Maurizio Giunco, ha esposto al Ministero le problematiche che interessano alcune emittenti locali associate ricevendo rassicurazioni sulla soluzione in brevissimo tempo delle stesse».
E, a rafforzare la tesi dei problemi seri per le locali, ecco il 'bollettino' di Aeranti-Corallo:
«A solo poche ore dallo switch off della tv analogica nell'area tecnica n. 12 (Lazio esclusa la provin-cia di Viterbo), il Ministero dello Sviluppo economico ha finalmente ultimato le procedure di assegnazione dei diritti d'uso temporaneo delle frequenze e ha inviato a tutte le emittenti la versione definitiva del master plan contenente le indicazioni degli impianti e delle tempistiche previste per lo switch off stesso. La maggior parte delle emittenti ha ricevuto una assegnazione frequenziale adeguata (in termini di area servita e/o di problematiche interferenziali) per le trasmissioni televisive digitali nell'area; una serie di emittenti, tuttavia, ha ricevuto una assegnazione frequenziale inadeguata (in termini di area servita e/o di problematiche interferenziali). Tale situazione è conseguente alla circostanza che il numero delle frequenze previste per le tv locali si è rivelato insufficiente in relazione al numero delle stesse emittenti e alle relative coperture. In particolare, non è condivisibile l'assegnazione alla Rai di ben 9 frequenze per la realizzazione dei propri 5 mux (tali assegnazioni appaiono infatti incoerenti con una pianificazione che, salvo particolari limitate situazioni, deve es-sere in modalità Sfn). Inoltre, le frequenze riservate al dividendo sono state 6, mentre la delibera 181/09/CONS prevede che il dividendo Dvb-t sia di sole 5 frequenze (e che il dividendo Dvb-h sia solo eventuale). Infine, l'interpretazione data all'art. 2 della delibera 426/09/CONS dell'Agcom in materia di assegnazione dei cosidedetti “secondi multiplex” non pare condivisibile.
Tali scelte, a parere di AERANTI-CORALLO, hanno penalizzato una parte delle emittenti locali operanti nell'area, creando le condizioni per lo sviluppo di molti contenziosi giudiziari e quindi il rischio di instabilità del processo di transizione in caso di accoglimento dei ricorsi che verranno proposti. Per dare soluzione alla problematica, AERANTI-CORALLO ritiene che debbano essere revocate le assegnazioni frequenziali alla Rai che non sono strettamente connesse all'adempimento degli obblighi di servizio pubblico, nonché ritiene necessaria la soppressione del dividendo Dvb-h che, come si è detto, è solo eventuale».