Smentendo tutti i pronostici di rinvio, anche l’ultimo switch off al digitale del 2009, quello della Campania, è partito questa mattina, ormai a ridosso di Natale. E dietro un’apparente tranquillità c’è il solito ‘gran movimento’…
Un tranquillo martedì in digitale per Napoli. Rispetto a Roma, l'inizio delle operazioni di switch off è avvenuto in modo decisamente meno fastidioso e con qualche certezza in più. L'area metropolitana, del resto, è servita da Faito e Camaldoli e alcune emittenti erano in isofrequenza già nell'analogico.
Parecchie le novità nell'etere: salgono a Faito (grazie all'accorpamento di alcune postazioni con quella di Vesuvio) 7 Gold Campania e pure Tv Capital, terza rete del gruppo Tele A (tre mux ha avuto anche Telecapri).
Tutte le Tv più importanti hanno avuto una frequenza “quasi in esclusiva” sul territorio regionale, ma non mancano eccezioni e interferenze in arrivo per gli operatori. Stupendo rispetto a quanto affermato sul proprio sito, la Rai ha acceso su Napoli i quattro bouquet principali: curioso invece che la concessionaria pubblica abbia deciso di ritornare sui propri passi ripristinando la copertura da Camaldoli e relegando per il momento al solo mux 1 la postazione di Poggio Bellavista.
Come è noto su Napoli la Rai utilizza anche il canale 23, giacché dal Faito operava in banda I. Spostamenti anche per D-Free, che da Camaldoli va a Camaldolilli sul traliccio di Elettronica Industriale, mentre numerose sono le Tv minori… perse per strada. Ma mentre per Teleambiente Campania pare che serva solo un supplemento di verifiche su alcuni documenti (al punto che il canale 68 inizialmente attribuito è rimasto congelato), altre pare proprio siano destinate a chiudere i battenti, almeno come titolari di un multiplexer.
Questa sorte è toccata Rtv Baiano, New Antenna Sud, Teleradiodiocesi di Caiazzo, Metropolis Tv (che prosegue sul satellite e sul digitale nei mux di Canale Otto e New Media), Papele Tv, Campania Tv, Teleangri e Telelibera Battipaglia. Alcune di queste proseguiranno l'attività in digitale come ospiti.
Alle 18 di martedì 1° dicembre non avevano ancora 'switchato' Tlc e Antenna Tre Campania e qualche segnale in analogico era ancora disponibile sull'etere partenopeo. Difficile capire quanti problemi legali ci saranno ora per gli inadempienti e per il Ministero.
Più tranquilla la situazione a Caserta, dove però sono andati persi i canali che erano stati accesi per tramite degli enti locali. Nei prossimi giorni il resto della regione verrà digitalizzato, con la conclusione degli interventi prevista per il 16 dicembre.
Tutto a posto? No, ovviamente. Chi ha avuto problemi a gestire l'SFN (come il gruppo Telecom) anche in Campania ha avuto fastidi, mentre la variazione di intensità dei segnali nel corso della giornata ha causato qualche problema. Sull'LCN meglio stendere un velo pietoso: c'è chi si è autoregolamentato (contenti loro…) e chi si è piazzato su tutte le posizioni migliori. In ogni caso a Napoli ci si avvicinerà ai trecento segnali digitali.
Fin qui l'articolo (preciso e puntale, come sempre) di Oliviero Dellerba. In aggiunta riportiamo per completezza di informazione e per l'interesse dei contenuti quanto è comparso sull'ultimo 'bollettino' di Aeranti-Corallo 'TeleRadioFax' sul tema. Ecco l'articolo:
«Giovedì 26 novembre si è tenuto, presso la sede di v.le America, a Roma, del Ministero dello sviluppo economico, Dipartimento per le Comunicazioni, un incontro con i referenti tecnici delle emittenti televisive aventi impianti nella regione Campania, finalizzato a illustrare le modalità di spegnimento degli impianti analogici e delle comunicazioni che le emittenti stesse devono effettuare al Ministero per confermare gli avvenuti spegnimenti. Nel corso della riunione, dove per il Ministero erano presenti, tra gli altri, il direttore generale della DGPGSR, Francesco Troisi e il dirigente responsabile delle task force regionali Eva Spina, è stata consegnata una prima bozza del master plan degli impianti.
Lo stesso giorno, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha pubblicato la delibera n. 615/09/CONS, recante il piano di assegnazione delle frequenze per la Regione Campania. In tale delibera, sono state pianificate n. 56 frequenze destinate alla radiodiffusione televisiva in tecnica digitale (di cui 7 in banda III-Vhf e 49 nelle bande IV e V-Uhf). Successivamente alla pubblicazione della suddetta delibera, la DGSCER del Ministero dello sviluppo economico, Dipartimento per le Comunicazioni, ha cominciato, nel pomeriggio di venerdì 27 novembre, a inviare alle emittenti interessate le comunicazioni di avvio del relativo procedimento, nelle quali è indicata la frequenza assegnata a ogni emittente per lo svolgimento dell'attività di operatore di rete televisiva in tecnica digitale.
Lo switch off prende il via il giorno martedì 1 dicembre, interessando la provincia di Napoli e parte di quella di Caserta, e terminerà il giorno 16 dicembre, con lo spegnimento degli impianti televisivi analogici dell'area del Cilento. Sono oltre quaranta le imprese televisive locali AERANTI-CORALLO interessate allo switch off e assistite, in tutte le fasi del procedimento, dall'Associazione.
Come era già emerso nel corso del procedimento relativo al passaggio al digitale nell'area tecnica n. 12 (Lazio, esclusa la provincia di Viterbo), anche in Campania si è constatato che l'elevato numero di tv locali ivi operanti, non è compatibile, in relazione alle scarse risorse radioelettriche disponibili, con una assegnazione dei diritti d'uso adeguata (in termini di copertura e/o di servizio in assenza di interferenze) per tutte le reti locali esistenti.
AERANTI-CORALLO ha più volte evidenziato l'esigenza di aumentare il numero di risorse frequenziali a disposizione dell'emittenza locale e, a tal fine, ha proposto l'impiego del canale 69 Uhf,la soppressione del cosiddetto “dividendo” per il Dvb-h e la riduzione delle frequenze assegnate alla Rai per l'esercizio della rete multifrequenziale Mux-1.
La richiesta di AERANTI-CORALLO di assegnare anche il canale 69 Uhf è stata accolta già relativamente all'area tecnica del Lazio; per quanto riguarda la Regione Campania, la stessa Agcom, nella propria delibera di pianificazione delle frequenze, ha previsto la possibilità di impiego di tale risorsa, sebbene nei limiti della nota 110 del piano di ripartizione delle frequenze (le freqeunze in Campania sono dunque in totale 57 e non più 56; Ndr.). Anche la richiesta di AERANTI-CORALLO di soppressione del dividendo per il Dvb-h (la delibera 181/09/CONS dell'Agcom stabilisce che il dividendo Dvb-h, previsto oltre quello di cinque reti nazionali Dvb-t, sia solo “eventuale”), è stata sostanzialmente accolta, in quanto sia nel Lazio che nella Campania le risorse radioelettriche originariamente assegnate al dividendo sono state ridotte, in molte zone, da sei a cinque. Non ha trovato invece ancora soluzione la richiesta di AERANTI-CORALLO di limitare a due le frequenze previste per l'esercizio della rete multifrequenziale Rai (Mux-1) destinata a veicolare i programmi del servizio pubblico radiotelevisivo. Come noto, infatti, la Rai ha diritto all'assegnazione di 5 mux (di cui 4 Dvb-t e uno Dvb-h).
L'esercizio di tali mux, in base alle previsioni delle delibere 181/09/CONS, 426/09/CONS e 615/09/CONS dell'Agcom, dovrebbe avvenire in tecnica isofrequenziale (Sfn). Le trasmissioni in modalità k-Sfn o Mfn dovrebbero essere consentite esclusivamente in presenza di particolari e limitate situazioni. È avvenuto tuttavia che, relativamente all'area tecnica 12 (Lazio esclusa provincia di Viterbo) la Rai abbia ricevuto in assegnazione 9 frequenze a fronte dei suddetti 5 mux; in particolare, cinque frequenze (canali 5, 6, 9, 11 e 23) sono state destinate all'esercizio del Mux-1. Inoltre, in Campania, la Rai ha ricevuto in assegnazione n. 10 frequenze a fronte dei suddetti 5 mux. In particolare, come risulta dal master plan, vengono esercite per il Mux-1 n. 6 frequenze (canali 5, 6, 9, 11, 23, 28), oltre al canale 25, destinato al Dvb-h. AERANTI-CORALLO chiede che la rete multifrequenziale della Rai venga contenuta a due frequenze. A parere di AERANTI-CORALLO ciò sarebbe tecnicamente possibile eliminando i collegamenti cosiddetti “a rimbalzo” (tecnica ormai desueta). Solo in questo modo sarà possibile affrontare nel 2010 la pianificazione del Nord Italia con un numero di risorse frequenziali adeguato per le tv locali».