Continuano i tentativi del direttore generale Rai di ‘controllare’ quel che quel che va in onda non sia troppo ‘sgradito’ all’“area di Governo”. Anche stavolta però le ‘direttive’ sembrano destinate a un sostanziale fallimento (e ‘Annozero’ sarà di nuovo in onda)…
La situazione è stata ben descritta dall'articolo di Leandro Palestini su 'Repubblica':
«Dopo una giornata di polemiche, il decalogo sui talk show Rai non è passato. Il consiglio d'amministrazione non ha avallato il "codice" che avrebbe dato al direttore generale Mauro Masi ampie possibilità di intervento sui programmi di approfondimento, con controllo delle "scalette" e degli ospiti. Su quest'idea il capo azienda è entrato in collisione con il presidente Paolo Garimerti: quest'ultimo, insieme ai consiglieri di opposizione, ha criticato l'impostazione del documento proposto dal dg, minacciando di non mettere ai voti la proposta di Masi, anche per vizi procedurali.
Dopo un lungo dibattito, il cda ha approvato all'unanimità (mancava solo il consigliere De Laurentiis, area Udc) una delibera più generica sul pluralismo dell'informazione Rai. A detta di alcuni consiglieri, il "codice Masi" sarebbe stato svuotato e la delibera approvata riduce le possibilità di manovra del direttore generale: dovrà limitarsi a far applicare le norme vigenti in fatto di pluralismo, completezza e contraddittorio nei programmi. Così, verrebbe tutelata l'autonomia dei direttori di rete e dei conduttori dei programmi di approfondimento.
"In verità non c'è stato mai un "codice Masi" e al direttore generale è stato dato mandato per applicare la normativa esistente: come il codice edito e la carta dei diritti", spiega il consigliere Antonio Verro, in quota Pdl.
Ma in consiglio la discussione è stata molto accesa. Il presidente Garimberti ha ribadito le critiche sulla gestione del Tg1 da parte di Augusto Minzolini, critiche peraltro già mosse in una lettera a Masi dopo l'editoriale del Tg1 che "avvertiva" il Quirinale del rischio di dar luogo a "ribaltoni" se in caso di crisi non si andasse subito a elezioni anticipate.
Bufera, ieri, dopo che Articolo 21 e Giuseppe Giulietti, esponente dell'Idv, avevano reso noto ampi stralci di un documento ribattezzato "circolare bavaglio", in cui Masi invita tra l'altro i direttori di rete e di testata a evitare che il pubblico degli studi tv si trasformi in parte attiva nei programmi. Il testo arriva a prospettare la sospensione d'ufficio dei programmi che non siano coerenti alle schede del format. Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazione del Pd, parla di "Masi campione mondiale di doppiopesismo, che da una parte difende Minzolini e il suo diritto di trasformare il Tg1 in testata militante, dall'altra pretende per le altre testate e trasmissioni giornalistiche il controllo preventivo su tutti i contenuti editoriali". Si associa Flavia Perina, deputata Fli: "Una Rai in cui solo Minzolini può fare ciò che vuole e gli altri, di diritto o di rovescio, devono fare ciò che vuole Masi, non mi para garantisca gli obiettivi di completezza, di pluralismo e libertà giornalistica"».