Tavolo Editori Radio: l’ora della verità

Non trova pace il mondo radiofonico, non solo in generale ma in specifico ancor di più nel fondamentale campo delle indagini d’ascolto, che sono il ‘punto di riferimento’ per il settore specialmente per ciò che riguarda le vitali risorse pubblicitarie. Dopo le alterne vicende di Audiradio e poi la ‘devastante’ chiusura di questa indagine riconosciuta (come le altre ‘Audi’) dall’UPA proprio a causa dei contrasti interni al mondo radiofonico e la lunga (tutto sommato) ‘supplenza’ di Radiomonitor realizzata da Gfk-Eurisko, sembrava che un equilibrio e una ‘comunanza di opinioni’ e strategie nel settore delle ricerche d’ascolto fosse stata ritrovata con il varo di Tavolo Editori Radio, con una società ‘partecipata’ dall’intero settore, che quest’anno deve varare, secondo gli accordi faticosamente raggiunti fra gli tutti gli editori radiofonici nazionali e locali la nuova indagine d’ascolto, pur senza (almeno per ora) il ‘riconoscimento’ dell’UPA.

Poche però - è sembrato di capire - le novità a livello di metodologia, ancora con il metodo CATI (telefonico) in primissimo piano, mentre le società incaricate di effettuare l’indagine sono ancora Gfk-Eurisko e poi Ipsos, più (più ‘defilata’) Doxa.

Sembrano così essere riaffiorati, al momento di pubblicare i primi dati, i contrasti interni, o almeno così molti dicono (non c’è stata nessuna ufficialità), con conseguenti rinvii, soprattutto perché c’è un nuovo pesantissimo interlocutore nella Radiofonia italiana appena arrivato ma in grado di cambiare completamente i precedenti equilibri, vale a dire Radio Mediaset; le tensioni dopo questo clamoroso ‘esordio radiofonico’ del gruppo Tv privato già protagonista assoluto nel suo settore non potevano mancare e non sono infatti mancate. Un altro socio ‘forte’ di Tavolo Editori Radio è la Rai che si era anche ‘aggiudicata’ (è prevista però una rotazione delle cariche) la presidenza con Nicola Sinisi, senonchè poi quest’ultimo è stato sostituito al vertice della radiofonia pubblica, altra situazione, dunque, un po’ anomala.

In agosto il quotidiano ‘Italia Oggi’ ha poi dato conto delle possibili intenzioni dei competitors di Radio Mediaset di provare a contrastare sul piano legale l'importante acquisizione di Radio Subasio.

A corredo ci sarebbe poi la politica commerciale particolarmente aggressiva di Radio Mediaset, con una significativa crescita dei fatturati. Gli altri editori presenti in Fm (e non solo, perchè adesso sta emergendo anche il problema di come ‘pesare’ e conteggiare gli ascolti dei ‘paralleli’ canali Tv, entrando anche nel merito del tipo di ‘presenza sul video’ delle Radio italiane) non avrebbero avuto la stessa ‘fortuna’ in questo 2017, compreso il pur ultraintraprendente gruppo di Rtl 102.5.

Inevitabili infine, in assenza perdurante di dati ufficiali, le indiscrezioni sull’una o sull’altra tendenza rilevata negli ascolti dei vari editori.

 

Ora però siamo davvero al ‘dunque’ e lunedì 11 settembre il Cda della società deve decidere se finalmente a fine settembre ci saranno, o meno, i primi dati ‘targati TER’. L’una o l’altra scelta avranno conseguenze di grande rilievo per tutti gli editori radiofonici (e non solo per loro), naturalmente.

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