Sembrava detta la parola fine per Tele 1 di Faenza, che l’editore non poteva o voleva più sostenere ma l’intervento di Di Tv ha salvato per ora la situazione. Ma anche in Romagna per le Tv locali sono davvero tempi molto grami…
Continua la crisi delle Tv locali e si riteneva ormai inevitabile l'imminente chiusura di un'emittente che da quasi 40 anni era presente sul territorio faentino. Tele 1 era nata nel 1976, agli albori delle Tv private, dalla costola di un'emittente radiofonica, inizialmente irradiava programmi sperimentali dal canale UHF 63 dalle 21 alle 23, durante la giornata compariva il monoscopio e in sottofondo c'erano la musica e i programmi della Radio.
Già nel 1977 Tele 1 proponeva un palinsesto ben strutturato con informazione locale, programmi sportivi, quiz e programmi di intrattenimento. Nel corso degli anni Tele 1 ha poi cambiato diverse sedi ed editori: dall'originaria e spartana prima sede ubicata in via Agro Pontino si era trasferita in via Malta, quindi in corso Mazzini, sempre a Faenza. Negli anni '80 l'emittente venne rilevata dalla Banca Popolare di Faenza, i direttori sono stati prima Marco Poggi, quindi Stefano Casadio (poi dirigente della Errani Team di Faenza), Giordano Gonnesi e poi il professor Enrico Ducci. Con i suoi programmi Tele 1 ha diffuso la storia, le tradizioni, la cronaca del vivere quotidiano della provincia di Ravenna.
Punto forte della programmazione è stato il tg locale, ma sono state proposte anche, già negli anni '80, rubriche di approfondimento, rubriche di servizio (ad esempio 'Pronto Pensionati'), film e programmi musicali. Molto curato anche lo sport.
Con gli anni '90 sono partite diverse rubriche istituzionali, e altri programmi di successo: 'Romagna poeti canti e poesie', programma condotto da Claudio Tura, 'Lunario' (programma di varia umanità), il programma sportivo 'Corner', il settimanale di attualità 'Cose di Casa nostra'.
All'inizio del nuovo millennio direttore dell'emittente è Gianni Siroli, che conduce anche il programma pomeridiano
'Tele 1 con voi'. Nel 2001 Tele 1 venne rilevata dall'imprenditore della moda Germano Zama. C'erano informazione, sport, approfondimento, il tg Tele 1 News in tre edizioni, Tele1 Sport, le rubriche 'Zoom notizie in primo piano', 'Il grande basket', 'Il bersaglio, 'Incontro con il Presidente della Provincia di Ravenna', 'Il sindaco di Faenza risponde', 'Il Sindaco di Ravenna risponde': sono alcuni dei programmi andati in onda negli ultimi anni. E, ancora, 'Bacio della notte', 'Esculapio' (rubrica medica), 'Compagni di viaggio', 'Viaggi & Miraggi', 'Ci manca lunedì', 'Overtime', 'Pianeta dilettanti', 'Quelli del gabbiano'. Vi sono poi 'A ruota libera', programma dedicato al mondo del ciclismo condotto da Nicola Zama e Gianluca Gardini, 'Viaggi & Miraggi', la rubrica religiosa 'Compagni di viaggi', la rubrica di cucina 'A tavola al San Domenico', il contenitore domenicale 'Drogheria Solferino', con interviste, sport e spettacolo.
Con l'avvento del digitale terrestre è iniziata la crisi delle Tv locali italiane e anche di Tele 1; gli imprenditori hanno dovuto effettuare grossi investimenti tecnologici per essere pronti alla sfida del digitale terrestre ma la crisi economica sopraggiunta, la spietata concorrenza delle reti nazionali e la difficoltà delle persone anziane a sintonizzarsi con il digitale hanno gradualmente spinto l'editore Germano Zama a gettare la spugna, dopo anni di difficoltà economiche.
Il programma era questo: ancora un mese ancora di repliche, fino a fine settembre, poi si doveva fermare tutto, compresi gli ultimi tre dipendenti rimasti, due giornalisti (fra cui suo figlio Nicola Zama oltre a Maurizio Marchesi) ed un tecnico.
Di ieri la buona notizia che per adesso scongiura questo esito, come pubblicato da www.newslinet.it: “Scongiurata la chiusura della storica emittente locale Tele1 di Faenza. Il network e content provider Di Tv comunica infatti che "i migliori contenuti trasmessi sul canale 90 del digitale terrestre, sono da oggi visibili anche sul canale 17 e 71 con l'accostamento al logo di Tele 1. Con il subentro della nuova gestione proprietaria dei canali Di Tv sfuma l'annunciata chiusura dell'emittente con sede a Faenza di proprietà dell'imprenditore Germano Zama" - spiega il player locale. Di Tv, l'emittente emiliano-romagnola visibile non solo a livello regionale ma anche in parte della Lombardia e delle Marche, “continuerà ad essere punto di riferimento commerciale e d'informazione per tutto il bacino interessato".
Nessuno stop dunque per le trasmissioni di nicchia che servivano e continueranno a farlo il pubblico, con i format “Il Sindaco Risponde” e “Speciale Gruppi Consiliari” in onda ogni mercoledì a settimane alterne a partire dalle 20, oltre ai numerosi speciali di approfondimento dedicati al ricco patrimonio culturale ed artistico della capitale delle ceramiche“.
Ma c'è poco da stare anche fra le altre Tv romagnole. A Videoregione, per dire, l'estate ha visto metà redazione licenziata. Il gruppo dopo 10 mesi di applicazione del contratto di solidarietà al 50% per i lavoratori del comparto giornalistico, ha preso la decisione di inviare le lettere di licenziamento, mentre i lavoratori attendono ancora l'erogazione dello stipendio di giugno.La redazione dei giornalisti della Tv di Forlì, già ridotta del 40% rispetto a un anno fa, sarà ulteriormente dimezzata. Si tratta complessivamente di una riduzione del 70% del personale addetto all'informazione in poco più di 12 mesi.
Il provvedimento è stato annunciato al termine di un tavolo istituzionale di mediazione e confronto tra le parti attivato presso l'assessorato al lavoro della Provincia di Forlì Cesena. La richiesta di prorogare la solidarietà, avanzata dal Fiduciario di redazione, dall'Aser, l'Associazione Stampa dell'Emilia Romagna e dalla Fnsi, è rimasta inascoltata.
La notizia è stata accolta con grande amarezza dai giornalisti del gruppo che respingono e non condividono le scelte della proprietà, non comprendendo perché, in presenza di un forte ammortizzatore sociale, l'editore non voglia tutelare i posti di lavoro sfruttando i benefici previsti dagli strumenti di legge e ponendo i dipendenti in una condizione di svantaggio, anche rispetto alle normative emanate a loro tutela.