Vediamo intanto la notizia della chiusura di un’intesa con la CGIL sulla parte tecnica per ciò che riguarda l’occupazione a Telecittà. Secondo il comunicato emanato, «come previsto, si è svolto l’incontro tra i rappresentanti di SLC Cgil Genova e il nuovo proprietario di Telecittà. Durante l’incontro sono stati confermati i livelli occupazionali concordati in precedenza. Il nuovo piano industriale permette la riqualificazione del personale e l’orientamento verso le nuove tecnologie del settore….
Vediamo intanto la notizia della chiusura di un'intesa con la CGIL sulla parte tecnica per ciò che riguarda l'occupazione a Telecittà. Secondo il comunicato emanato, «come previsto, si è svolto l'incontro tra i rappresentanti di SLC Cgil Genova e il nuovo proprietario di Telecittà. Durante l'incontro sono stati confermati i livelli occupazionali concordati in precedenza. Il nuovo piano industriale permette la riqualificazione del personale e l'orientamento verso le nuove tecnologie del settore.
La trattativa, inoltre, prevede incontri di verifica a febbraio e ad aprile prossimi, in concomitanza con la programmazione per il 2009, sia per il palinsesto sia per l'adattamento alle nuove tecnologie. Nonostante la grave crisi che coinvolge anche il settore della comunicazione, il nuovo piano industriale contiene importanti investimenti e possibili prospettive occupazionali».
Sono poi intervenuti con una loro nota i giornalisti di Primocanale:
«I giornalisti di Primocanale, di fronte ai comunicati sulla vicenda Telecittà diffusi in questi giorni dall'Associazione ligure giornalisti, dall'Unione cronisti italiani e dal Cdr del "Secolo XIX", considerano gravi, pretestuose e non inerenti al caso in questione le richieste, avanzate dai medesimi, di un intervento da parte di organi istituzionali per verificare la legittimità dei contributi previsti dalla legge sull'emittenza radio-televisiva.
Altresì precisano che, pur esprimendo vicinanza professionale e umana ai colleghi di Telecittà per la delicata situazione in atto, la vertenza riguarda una società esterna alla redazione di Primocanale, contrariamente a quanto si evince dagli articoli pubblicati da "Il Secolo XIX" e da "la Repubblica".
Infine ricordano che Primocanale negli anni si è affermata come Televisione leader in Liguria e quindi confidano che l'editore possa rilanciare anche una storica emittente cittadina come Telecittà, che versava in gravissime difficoltà economiche».
Ed ecco l'amara 'Lettera al mio sindacato' di Mario Paternostro direttore di Primocanale:
«Dopo trentadue anni di iscrizione all'Associazione ligure dei giornalisti, come ho preannunciato all'amico Marcello Zinola, ho deciso, con grande rammarico, di dimettermi. Lo faccio in seguito alla nota di alcuni giorni fa, firmata dai responsabili del sindacato, sulla vicenda di Telecittà. Non voglio assolutamente entrare nel merito di questa, ma come direttore del Tg e dei programmi giornalistici di Primocanale e socio dell'Editrice dell'emittente, mi auguro che il futuro di Telecittà sia positivo e dia serenità professionale al maggior numero possibile di dipendenti, tecnici e giornalisti. Mi auguro, soprattutto, che questa storica voce locale possa finalmente camminare sulle sue gambe e continuare a fare buona informazione.
Quello che mi ha profondamente deluso e offeso è la tenace volontà del sindacato di tirare in ballo Primocanale, quasi ci fosse l'inspiegabile intenzione di colpirla, danneggiarla, indebolirla, come se Primocanale desse fastidio a qualcuno. Al di là degli insulti riservati all'Editore, uno dei rarissimi casi nel panorama dell'informazione italiana e in particolare in quello dell'emittenza privata regionale, che continua a investire, innovare e progettare nonostante la politica punitiva dei governi che si sono succeduti, avete scritto che nella nostra azienda sarebbero sostanzialmente calpestati i più elementari diritti dei giornalisti.
E questa è un'offesa che mi riguarda direttamente. Se difendere i diritti vuol dire difendere privilegi di casta, ebbene, allora vi assicuro che a Primocanale non ci sono né caste, né fannulloni. C'è una redazione di ottimi professionisti, tutti giovani, che credono nel lavoro che fanno. È davvero incredibile il vostro invito a ispezioni punitive di prefetti e altri controllori nei confronti di Primocanale, reo di godere come tutte le Tv locali, di miseri contributi statali, dati come corrispettivo di un'informazione capillare, continua, ampia, pluralista, laddove la Tv di Stato non è, per legge, in condizione di farlo.
Qual è il vero vostro obiettivoO Dare un futuro serio, ripeto serio, a Telecittà in un momento di crisi economica epocale che avrà presto e purtroppo, pesanti ripercussioni anche sul mondo dell'informazione, oppure cercare di ferire Primocanale, minacciare la salute dei suoi bilanci e quindi la sicurezza dei suoi dipendenti, tecnici e giornalistiO
Primocanale non usufruisce di canoni obbligatori e non si vende in edicola. Quindi vive di pubblicità, ma soprattutto e per nostra fortuna, di progetti che al nostro interno vengono elaborati in continuazione. Primocanale negli ultimi sette anni, dai giorni del G8, ha aperto nuove sedi di produzione in provincia, ha assunto giovani, ha un palinsesto con undici ore di programmazione in diretta, ha cancellato le televendite, ha rifiutato spot di fattucchiere o numeri erotici, ha creato soprattutto nuovo lavoro, sforzandosi di mantenere intatta l'onestà della sua informazione, ben separata dalla necessità che ha un'azienda privata sana di far quadrare i conti economici. Questo perché siamo convinti che un'azienda che sta economicamente in piedi potrà cercare di essere (la perfezione è impossibile) più libera e indipendente.
Ecco, per tutto questo non ritengo giuste certe vostre affermazioni e certe sollecitazioni a colpirci in una maniera o nell'altra pur di indebolire la nostra Tv».