Telecom Italia fra Sky e Mediaset

Vediamo in merito l’interessante articolo di Claudio Tito (“Murdoch in Telecom incubo del Cavaliere”) apparso su “La Repubblica” di sabato 31 gennaio: «Rupert Murdoch… da qualche mese ha coltivato sempre più intensamente il rapporto con Cesar Alierta, presidente della spagnola Telefonica, socio forte del gruppo italiano (Telecom Italia; Ndr.). Da ottobre alla fine dell`anno, raccontano i bene informati, i due – attraverso il “facilitatone” Josè Maria Aznar hanno avuto almeno due incontri per d…

Vediamo in merito l'interessante articolo di Claudio Tito ("Murdoch in Telecom incubo del Cavaliere") apparso su "La Repubblica" di sabato 31 gennaio:

«Rupert Murdoch... da qualche mese ha coltivato sempre più intensamente il rapporto con Cesar Alierta, presidente della spagnola Telefonica, socio forte del gruppo italiano (Telecom Italia; Ndr.). Da ottobre alla fine dell`anno, raccontano i bene informati, i due - attraverso il "facilitatone" Josè Maria Aznar hanno avuto almeno due incontri per discutere l`affare. Uno a Madrid e uno a NewYork. E la base di discussione è sempre statala stessa: un ingresso graduale del magnate australiano nei telefoni italiani. Una jointventure con interessi convergenti. Per Alierta, infatti, significa porre le premesse per acquisire il controllo definitivo di Telecom e poter usufruire dei contenuti tv di Sky. Per Murdoch vuol dire entrare nel mercato televisivo spagnolo e contare sulla tecnologia del futuro: la banda larga.

Una trattativa tanto concreta da mettere in allarme il governo italiano e il presidente del consiglio.

Silvio Berlusconi ha sempre puntato sulla «italianità» del gruppo guidato da Bernabè. Sulla sua scrivania, però, il dossier Sky-Telecom è permanentemente spalancato. Il Cavaliere vuole essere informato quotidianamente su tutte le mosse compiute dal "socio" di Madrid e dal "nemico" di Melbourne. «Voglio sapere tutto», ha intimato ai suoi collaboratori. La guerra con "l'amico Rupert" è diventata sempre più aperta. Non riguarda solo l`aumento dell`Iva, il trasloco di Fiorello davanti alle telecamere di Sky o l`ingresso nella tedesca Premiere. Il rischio spagnolo di un putsch nell`azienda di Corso d`Italia hanno provocato un vero e proprio sussulto a Palazzo Chigi.

Al punto di mettere nel conto pure un`azione per sospingere Telefonica fuori dal gruppo dicomando di Telco. Telecom, del resto, non rappresenta solo telefoni e cellulari. Ma è il futuro della Televisione. Con la banda larga e non solo. L`idea, quindi, che Sky possa guadagnare una posizione privilegiata e magari di monopolio sulla rete Telecom, è per il Cavaliere come il fumo negli occhi: «una cosa inaccettabile».

Tra le contromosse allo studio, c`è in primo luogo lo scorporo della rete. Un passo che il governo vorrebbe compiere al più presto. Il pressing su Bernabè è senza sosta. La scorsa settimana, ad esempio, è stato avvistato proprio dalle parti di Palazzo Chigi.

Uno azione che, secondo gli uomini dell`esecutivo, dovrebbe prendere la forma di una nuova società composta da un soggetto "pubblico" come la Cassa depositi e prestiti e da tutti i "competitor" che utilizzano la rete: Telecom, Vodafone, Wind, Fastweb. Ma anche operatori televisivi: Rai e soprattutto la berlusconianissima Mediaset.

Questo strumento, spiega chi segue la vicenda per conto del premier, eviterebbe «monopoli» e renderebbe accessibile il cavo a tutte le parti interessate. Una condizione da assicurare subito, perché con le nuove tecnologie i contenuti Tv possono essere "compressi" e passare sulla linea telefonica con il cosiddetto "doppino". Il tutto in attesa della banda larga a 100 megabit che con la fibra ottica pian piano dovrebbe attraversare tutto il Paese.

Sta di fatto che Sky deve accelerare le sue mosse e per questo sta puntando su Telefonica. A partire dal 2011 l`antitrust europeo consentirà a Murdoch di "scendere" dal satellite. Un`opzione che il magnate australiano ha già deciso di attivare. Per una serie di motivi: considera quella satellitare una tecnologia `vecchia", satura e con una scarsa propensione all`interattività.

Senza contare che satelliti e parabole sono altamente deperibili e quindi costosi. L`accesso al digitale terrestre, invece, viene giudicato ormai tardivo (tant`è che l`ingresso in Telecom consentirebbe di compensare in parte questo ritardo attraverso il digitale terrestre di La7). L`unica scelta, dunque, al momento è il cavo.

Ma è una scelta che Berlusconi vuole contrastare ad ogni costo. Per difendere l`«italianità» di Telecom e mantenere l`attuale equilibrio televisivo. Basti pensare che tra gli argomenti del Cavaliere spicca la considerazione è che in nessun Paese europeo esiste un soggetto televisivo prevalente che non sia "nazionale" (come lo sono Rai e Mediaset) o perlomeno "comunitario". Una battaglia che rischia di investire gli attuali assetti di Telecom, una resa dei conti con Telefonica. Gli uomini del premier hanno iniziato a far di conto per capire con chi e come sostituire, in caso di necessità, la quota di Telefonica.

Tenendo presente che da tempo pure la famiglia Benetton ha fatto sapere di voler uscire dal business dei telefoni. I riflettori di Berlusconi sono allora puntati su Mediobanca e Generali. E c`è anche chi ipotizza un cambio della guardia ai vertici aziendali. I rapporti, ad esempio, tra Palazzo Chigi e Francesco Caio, il superconsulente del governo che si sta occupando proprio del dossier sulla banda larga, si stanno facendo sempre più stretti. Così come i contatti tra il premier e Stefano Parisi sono da sempre intensissimi.

Tant`è che l`ad di Fastweb (azienda che già conta su una rete in fibra ottica) viene indicato come il possibile amministratore della futura "rete scorporata"».

A margine di queste complesse vicende, da segnalare il rientro sulla scena di Angelo Rovati, già consigliere di Romano Prodi e coinvolto in un (irrituale) 'piano per Telecom' che gli costò a suo tempo la 'poltrona governativa'; Rovati ora in un'intervista al 'Sole 24 Ore' (anche questa molto contestata, al punto che Rovati si è dimesso da Rothschild) ripropone lo scorporo della rete di Telecom e arriva a ipotizzare una fusione di Telecom con Mediaset, che "creerebbe una delle più grandi media company del mondo".

È vero, peccato che si tratterebbe, Rovati permettendo, di un "terribile monopolio" che non lascerebbe più spazio a nessuno. Un particolare che evidentemente, per Rovati, è del tutto secondario... (Mauro Roffi).

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