Preoccupazione in Puglia e nelle regioni limitrofe per la comunicazione dell’importante Tv della famiglia Montrone che dichiara ben 74 ulteriori ‘esuberi’ di personale, dovuti al perdurare della crisi economica. Le posizioni dell’Assostampa e di un gruppo di dipendenti di Lecce.
L'Assostampa di Puglia ''esprime preoccupazione per il piano di ristrutturazione aziendale presentato da Telenorba, nel quale è previsto l'esubero di 14 giornalisti su un totale di 74 esuberi''. ''Il sindacato dei giornalisti - prosegue l'Assostampa - è pronto al confronto con l'azienda ragionando di sacrifici nella sola prospettiva della salvaguardia dei livelli occupazionali, dichiarandosi fin d'ora indisponibile a qualsiasi intesa che implichi l'esodo anche di un solo giornalista''.
Lo afferma in una nota il presidente dell'Assostampa di Puglia, Raffaele Lorusso. «La crisi economica generale, e del settore dell'emittenza radiotelevisiva privata locale in particolare, non può giustificare - rileva Lorusso - il ricorso alla messa in mobilità di un numero così elevato di giornalisti.
I colleghi della redazione giornalistica, in particolare quelli delle sedi periferiche, sono reduci da quasi due anni di pesanti sacrifici, con il ricorso alla Cig in deroga. La prima emittente locale d'Italia per indici d'ascolto ed entità di contributi pubblici ricevuti ha il dovere di affrontare le criticità di bilancio in modo non traumatico».
I sacrifici maggiori, a quanto si è capito, graverebbero di nuovo sulle redazioni e sedi 'periferiche' dell'azienda rispetto a quella centrale di Conversano.
On line (pubblicato dal sito www.newslinet.it) è circolato anche un documento elaborato da un gruppo di dipendenti (o almeno così si dichiarano, firmandosi 'Gruppo spontaneo CIGD Telenorba Lecce'), dai toni davvero molto duri verso l'azienda. Ne pubblichiamo una parte:
«Siamo i lavoratori dell'emittente televisiva Telenorba (tecnici e operatori di ripresa) e chiediamo all'azienda il rispetto dovuto. È giunta l'ora, infatti, di fare luce su situazioni poco chiare che vivono di silenzi e complicità…
Il fatto che Telenorba abbia assunto, negli anni, un ruolo da 'prima della classe' nel panorama dell'emittenza locale non può e non deve legittimare comportamenti arroganti o violazioni di accordi e norme. Vogliamo sia ristabilita la legalità e il principio in base al quale la legge è uguale per tutti: non si può giocare con la vita delle persone…
Esigiamo risposte da chi si erige pubblicamente a paladino dei diritti dei lavoratori e sottovaluta i diritti del proprio personale; da chi continua a ricevere cospicui finanziamenti (11 milioni e 400 mila euro secondo i dati del Corecom) e registra dati Auditel in crescita. Esprimiamo anche forti perplessità rispetto alla presunta crisi del gruppo Norba: a giudicare dagli investimenti per Radionorba Tv (approdo sulla piattaforma Sky in collaborazione con Tgcom24), sbandierati ad alta voce, infatti, si direbbe il contrario…
Ricordiamo che, da mesi, molti lavoratori sono rimasti a casa, senza percepire neppure un euro. In più saltano agli occhi alcune disparità tra i dipendenti: un gruppo di 'fortunati' continua ad essere retribuito con stipendi che arrivano fino a 4mila euro al mese, molti altri, invece, se la passano decisamente peggio…
All'interno del gruppo Norba vi è un clima di assuefazione disarmante, determinato dall'incertezza sul futuro cui si lega lo spettro del licenziamento alle porte per 50 dipendenti: il 30 giugno 2014 scadranno, infatti, i due anni di cassa concessi e con il rinnovo ottenuto solo fino a marzo. Per queste ragioni chiediamo alle autorità competenti e agli organismi di controllo, l'istituzione di una commissione d'inchiesta che faccia luce sulle modalità di ricorso agli ammortizzatori sociali, restituendo i posti di lavoro arbitrariamente negati».