La crisi purtroppo colpisce senza tregua le Tv locali italiane e quelle più grandi sono anzi le più soggette a forzati tagli e riduzioni di personale. A Telenorba dopo la cassa integrazione scattano i licenziamenti per 8 giornalisti e 35 tecnici e amministrativi. Montrone: ‘Non c’è alternativa’.
Il comunicato sindacale, diffuso nei giorni scorsi, era aggressivo e nel contempo un po' 'rassegnato': “Telenorba rifiuta al tavolo ministeriale… l'utilizzo di altri tre mesi di cassa integrazione per il 2014 mettendo in strada 35 lavoratori e in serie difficoltà le loro famiglie. È una decisione inaccettabile assunta nonostante la presenza di ammortizzatori sociali che avrebbero potuto garantire ai lavoratori interessati un sostegno al reddito immediato di tre mesi e di ben cinque mesi per il 2015”.
La nota sindacale congiunta Slc-Cgil e Uilcom-Uil proseguiva così: "L'amara consolazione è che nonostante l'azienda fosse partita con un piano industriale nel quale si individuavano 56 lavoratori come esubero strutturale, la forte pressione delle organizzazioni sindacali, nei tantissimi incontri-scontri con i rappresentanti di Telenorba, ha costretto gli stessi a portare il numero degli 'eccedenti' da 55 a 35 licenziamenti, recuperando quindi 20 lavoratori con altrettante famiglie al seguito".
Secondo Cgil e Uil, Telenorba non ha mai voluto utilizzare “lo strumento della solidarietà tenendo ferma l'idea di una cassa integrazione senza rotazione che, solo grazie alle pressioni del sindacato, si è riusciti a far applicare, per le qualifiche fungibili, la rotazione”.
I sindacati annunciavano anche che terranno "assemblee con tutti i lavoratori di Telenorba, coinvolgeranno la Regione Puglia, vigileranno sulla corretta applicazione dei criteri utilizzati per l'individuazione dei lavoratori eccedenti, si attiveranno per garantire quanti ingiustamente verranno colpiti dalla manovra aziendale".
Ma cosa è successo, in sostanza? Telenorba, come altre Tv locali, ha dovuto adottare un piano di ristrutturazione che prevede 43 licenziamenti, i 35 citati (fra tecnici e amministrativi) e otto giornalisti. La crisi non è certo nata oggi anche se ora si sta accentuando ancor di più e la cassa integrazione aveva posto solo un provvisorio rimedio, che però ora è 'terminato'. La solidarietà invece non è facilmente applicabile al settore televisivo.
Un articolo del bravo Claudio Plazzotta su 'Italia Oggi' spiega la situazione: “I ricavi pubblicitari delle Tv locali, in base a uno studio di Confindustria Radio Tv erano pari a 481 milioni di euro nel 2012: a fine 2014 ci si avvicinerà probabilmente a quota 400 milioni. Anche gli addetti, che erano 4.388 nel 2012, caleranno drasticamente sotto quota 4 mila.
E proprio perché ci si confronta con una situazione strutturale, 'dobbiamo per forza ristrutturare le nostre aziende, se non vogliamo chiudere. Non c'è alternativa - spiega Luca Montrone, presidente di Telenorba - e il taglio di 43 dipendenti su circa 200 (183 per la precisione; Ndr.) serve proprio per poter rilanciare Telenorba e tutti i suoi canali. Facciamo i miracoli ma non molliamo. Noi abbiamo investito 10 milioni di euro per il passaggio al digitale terrestre. Ci sono nuovi modi di lavorare che riducono il personale necessario. Ma soprattutto il digitale terrestre ci ha fatto perdere le posizioni sul telecomando acquisite negli anni… e ha aumentato la concorrenza, con una miriade di canali che raccolgono la pubblicità facendo prezzi stracciati…
Eravamo in cassa integrazione da due anni e mezzo e non si poteva più andare avanti così, l'azienda sarebbe scoppiata. Quindi bisogna ristrutturare e poi rilanciare il tutto'.
Dopo i 2,5 milioni di perdite nel 2012 su 17,8 milioni di fatturato, 'il 2013 si è chiuso più o meno su quei livelli. Il 2014 va peggio: non solo non abbiano ancora incassato i contributi pubblici del 2013 (pari a circa 5 milioni di euro; Ndr.) ma quelli del 2014 sono stati tagliati a poco più di 1.7 milioni. Molto poco per un gruppo come il nostro, che edita tre canali del calibro di Tn7, Tn8 e Tg Norba 24'”.